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TURISMO PER NIENTE SOSTENIBILE IN UN’ AREA PROTETTA

📅 lunedì 24 ottobre 2011 · 📰 AmbienteCilento

turismo rifiuti palinuro 24102011 01
Credits Foto OpEd

Malgrado le generiche affermazioni di principio dei vari consorzi e associazioni balneari, che operano ad esempio tra Palinuro e Marina di Camerota, al fine di garantire la crescita del turismo nel Cilento, cioè un “turismo che sia sotto tutti gli aspetti realmente sostenibile”, si rilevano purtroppo, a stagione finita, situazioni per niente conseguenti con questi propositi.
Si annunciò addirittura, per essere “sostenibili”, di servire ai clienti freselle con pomodorini conditi con olio extravergine d’oliva, nonché spremute di frutta di stagione (tutto a km 0) al posto di hamburger e coca cola.

L’abbandono di un doppio gabinetto su ruote, e altri rifiuti, nella spiaggia di Cala del Cefalo, zona 1 e SIC nel Parco nazionale, patrimonio dell’Umanità, rappresenta un esempio emblematico di questa reale poca cura dell’ambiente.
Si ricorda che la cala fu già sottoposta a sanzione dall’Unione europea per il degrado irresponsabile e lo sfruttamento insostenibile. Si alzavano gli stabilimenti addirittura sulla duna.

Il consorzio dei gestori dovrebbe conoscere, per fare questo mestiere, specialmente in area protetta, la cosiddetta Carta di Lanzarote del 1995 – Carta per un turismo sostenibile – in cui si afferma tra l’altro che “la sostenibilità del turismo richiede per definizione che esso integri l’ambiente naturale, culturale e umano e che rispetti il fragile equilibrio che caratterizza molte località turistiche”.

Fragile equilibrio, appunto, che esiste sulla Cala del Cefalo con la sua duna e pineta: equilibrio che viene irrimediabilmente compromesso da l’abbandono di rifiuti anche pericolosi..





Già, perché i gabinetti abbandonati sono stati subito vandalizzati e presentano, come è evidente dalle foto, pezzi di materiali plastificati, sanitari spezzati e oggetti in vetroresina. Che succederà con le prossime mareggiate quando saranno trasportati in mare, con inquinamento grave dell’ecosistema marino, risorsa, lo ricordiamo, da cui dipende appunto il turismo?

Paolo Abbate

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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