CARI DUCHI VI SCRIVO
di Paolo Abbate | BlogGentili duchi William e Kate confido che questa mia vi giunga tramite Mr Eduard Chaplin ambasciatore britannico in Italia, prima che partiate per il Cilento con esplicito invito del presidente del parco nazionale, per ammirarne le bellezze e visitare i luoghi dove si producono i prodotti tipici che da tempo prediligete sulla vostra tavola.
Anzi la principessa Kate li ha inseriti nella sua dieta durante la gestazione del futuro figlio e erede del Regno più antico d’Europa.
Un vostro giovane compatriota, Arthur John Strutt, pittore dilettante, nel 1838 percorse a piedi, in compagnia di un amico poeta, il Cilento fino alle falde dell’Etna. Impresa questa per pochi avventurieri considerati i pericoli rappresentati dai briganti e dalla malaria. Era finita da poco l’epidemia di colera che dimezzò la popolazione nel meridione e fece vittime illustri come Giacomo Leopardi, il poeta dell’amore impossibile che certo conoscerete.
I viaggiatori del Grande Tour non si spingevano più giù di Napoli. Al massimo si concedevano una visita ai famosi templi di Paestum. Invece i due giovani amici si spinsero fino in Sicilia passando dal Cilento, costa costa, dormendo in qualche povera locanda o in case ospitali, mangiando con gusto formaggio, salame, pane e gli immancabili maccheroni venduti loro dai contadini e pastori. Risulta dal diario di Arthur che non c’erano ancora i carciofi bianchi e i fagioli ci Casalbuono, anche perché seguirono la costa fino al “paesello” di Sapri per poi spingersi all’interno verso Lauria.
Arthur scopre e descrive una diversa dimensione dei paesi attraversati, diversa da quella paventata. Annota la limpidezza delle acque e la ricchezza di pesci di due ruscelli, il Lambro e il Mingardo. La corrente impetuosa del Bussento, impossibile a traversare. Descrive l’operosità e la vivacità della gente e assaggiò i prodotti autentici, frutto di antiche selezioni naturali e umane.
Il pane poi doveva essere di grani diversi da quelli di adesso. Ad esempio esisteva nel Cilento il grano Carosella, riscoperto recentemente a Pruno, dopo decenni di oblio sebbene ricco di vitamine e sali minerali.
Anzi, perché non vi è stato consigliato, giovani principi, questo prodotto genuino della nostra terra dove la civiltà contadina sopravvive tuttora? Inseritelo nella vostra dieta. Il pane ( e la pasta), che dura fresco anche una settimana, presto potrà giungere nel Regno Unito in brevissimo tempo, grazie alla Tav, costruita per far giungere le merci in “tempo reale” in Europa attraverso una galleria lunga 70 chilometri, scavata nella montagna ricca di materiali all’amianto. Pensate che con questa tratta, ce lo conferma il nostro presidente del consiglio, si raggiungerà Parigi da Torino in sole quattro ore. Chi lo desidera, e saranno certo tanti, potrà recarsi a Montparnasse, bere l’aperitivo e tornarsene a casa per vedere comodamente l’Isola dei Famosi.
Ma torniamo al Cilento, dove sarete graditi ospiti fra poco.
Nel Cilento è compreso il parco naturale più blasonato d’Italia. Parco voluto dagli ecologisti, e politici illuminati, proprio per conservare le valenze culturali e naturali in epoche come queste improntate da sviluppo e crescita senza regole.
Purtroppo nel Cilento, accanto ai grandi valori culturali e naturali, si registrano situazioni di degrado quali inquinamento del suolo e delle acque, abusi edilizi, disboscamento, abbandono di rifiuti di ogni sorta anche nelle aree protette. E questo avviene per la crescente infiltrazione camorristica e per la mancanza di sorveglianza e di tutela delle autorità preposte.
Non è certo per il gusto di fare catastrofismo, o autolesionismo, come diranno in molti, che parliamo di territorio cilentano degradato; ne parla con rammarico anche il procuratore della Repubblica di Vallo in una sua recente pubblicazione, e lo segnalano e denunciano varie associazioni importanti.
Cari William e Kate desideriamo, se a voi piace, farvi da guida nei luoghi a protezione integrale, dove i gravi problemi accennati vi salteranno agli occhi evidenti. Desideriamo accompagnarvi in una visita disinteressata per non farvi cadere in illusioni quali ebbe Benito Mussolini, allorquando visitava l’Italia accompagnato dai gerarchi. Illusioni ottiche, quelle, poiché non si accorgeva o non voleva accorgersi che le mucche o i carrarmati mostrati erano sempre gli stessi, trasportati via via nei vari luoghi visitati.

La foto in alto è la baia del Mingardo dove in fondo si staglia il promontorio di Palinuro che i due viaggiatori videro. È’ fotografata, naturalmente, da lontano.
Le foto in basso sono invece attuali riprese da vicino e sono il Mingardo e la Cala con schiuma abbondante di dubbia origine.
Paolo Abbate
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