OMAGGIO DI “MIMOSA ALIENA” ALLO STAFF DEL PARCO NAZIONALE
di Paolo Abbate | BlogLa duna della Cala del Cefalo, Sito d’importanza comunitaria nel Parco nazionale del Cilento, possiede 56 specie di flora selvatica psammofila (amante della sabbia), che rappresentano una ricca biodiversità rigorosamente protetta da norme nazionali e europee.
Premettiamo che “La Diversità biologica (Biodiversità) è essenziale per conservare la vita sulla Terra e ha un importante valore a livello sociale, economico, scientifico, culturale ed estetico. Oltre a questo valore intrinseco la biodiversità determina la capacità degli esseri viventi di adattarsi e resistere al cambiamento”.
Pertanto, l’introduzione di specie aliene - causa importante della perdita di biodiversità – è vietata da l’Art 12 del DPR 120/03.
I semi di mimosa potrebbero essere giunti dal terreno (area Sic) dove sorge la discoteca nel quale allignano appunto diverse specie aliene, quali piante ornamentali di Bucanville, palme, oleandri e
alberi adulti di mimosa

il giardino del Ciclope
Questa espansione che mette a rischio i fragili habitat dunali, soprattutto quelli retrodunali è stata segnalata e denunciata dalle associazioni ecologiste varie volte. Pertanto l’Ente parco, “per contrastare il problema, a seguito di vari sopralluoghi effettuati dai suoi tecnici, ha avuto la disponibilità della Comunità Montana Bussento-Lambro e Mingardo, per collaborare alla soluzione del problema. Le operazioni di eliminazione delle mimose verranno effettuate in modo tale da non danneggiare la flora dunale presente.”
Così scriveva l’Ente precisamente un anno fa dopo le nostre numerose richieste d’intervento.
Le mimose sono di nuovo in fiore, pronte a spargere i loro semi sulla duna, crescere e moltiplicarsi alle spese della vegetazione autoctona.
Così una delegazione di Fare Verde si è recata alla sede del parco di Vallo della Lucania per consegnare direttamente al presidente e al direttore un fascio di mimose appena colte per ricordare loro le piante infestanti da cui provengono e che rappresentano un grave problema ancora non risolto.
Il parco naturale è nato appunto per difendere il patrimonio culturale e naturale “dell’Umanità” presente nel Cilento. Pertanto non si può non contrastare la perdita di biodiversità, specialmente in un’area protetta di così grande valenza.
Paolo Abbate
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