VIAGGIO LENTO CON IL CIUCCIO, CANTANDO E RACCONTANDO
di Paolo Abbate | BlogChe peccato che ve lo siete perso! Da Laurino a Tortora con un’asinella di due anni cantando e raccontando storie come facevano gli antichi cantastorie, veri e propri giornali parlanti. Ma non solo, attraverso la musica si esprimevano le pene del cuore e le fatiche dei campi, la rabbia e l’oppressione dei popoli.
Si cantava e si cuntava, girando di piazza in piazza, come fa ancora oggi Biagio Accardi, per non perdere la memoria.
Questo moderno cantastorie ci racconta che da anni è impegnato nel recupero delle Tradizioni etno-musicali, “studiando e sperimentando, nel tempo, mezzi e modi sempre nuovi per arricchire il proprio lavoro.”
Il suo dunque è un viaggio attraverso la Musica e i Racconti che accompagnavano l’uomo in un contesto rurale che ormai sta scomparendo.
Un viaggio in quel tempo in cui “la Musica cullava l’uomo-bimbo con le melodie delle ninnenanne, rendeva magiche le Fiabe che gli venivano raccontate e usciva in strada insieme agli stessi bambini rallegrando i loro giochi attraverso le filastrocche… “gallinella zoppa zoppa quante penne tieni ‘n coppa, e ne tieni ventiquattro…uno, due, tre e quattro”.
Oltre alla Voce e alla Chitarra, Biagio usa il Tamburo e la Lira Calabrese, ma anche la Maschera in alcune parti dello Spettacolo “Cantu e Cuntu”. Siamo chiaramente alla Commedia dell’Arte.
Mercoledì dunque è arrivato a Tortorella, ospite da Daniela e Werner. Biagio ha dormito naturalmente in un letto, ma non sempre accade, e l’asinella nel campo sotto casa. Ha mangiato e concimato abbondantemente, chiudendo il ciclo naturale che prevede di rendere alla natura quello che è della natura, perché niente sia perduto.

Oggi prevedeva di arrivare a Tortora dove è nato e vuole vivere, nei momenti in cui naturalmente non va cantando e raccontando storie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






