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La strada del vischio

📅 venerdì 20 aprile 2012 · 📰 AmbienteCilento

strada del vischio art abbate 20042012
Credits Foto OpEd

foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Solo su un tratto di poco più di un chilometro, su alberi di acacia lungo la strada variante alla SS18 che corre a mezza costa del massiccio del Bulgheria, appaiono grossi ciuffi di vischio. Almeno solo in questo luogo li abbiamo trovati.

Perché proprio su quel tratto e non altrove? Non si sa. Stranezze della natura: anche perché il vischio non germoglia se la bacca cade a terra, ma solo se depositata sui rami con gli escrementi degli uccelli. E inoltre solo su alberi a cui cadono le foglie .Di queste specie di alberi se ne vedono tante lungo quel tratto di strada, ma tutte prive del vischio. Solo sull’acacie ai margini della strada (della quale non diamo le coordinate per ragioni che vedrete) appare numeroso.


Questa caratteristica pianta parassita sempre verde fiorisce fra marzo e maggio con piccoli fiori, appena visibili, di colore giallo chiaro o verde. Dai fiori femminili si sviluppano bacche bianche rotonde , ripiene di mucillagini, non commestibili .
E’ proprio questa sostanza, molto appiccicosa, che è utilizzata dai bracconieri purtroppo per acchiappare i piccoli uccelli migratori - insieme ad atre trappole dolorose- che saranno serviti nei ristoranti in Alta Italia per il sugo della polenta con gli “osei”. Che Giove li strafulmini!

Però il vischio ha tante altre virtù. Oltre ad essere assunto – solo le foglie - come tisana contro la ipertensione arteriosa, oppure usato come tintura, questa bellissima pianta è interessante e insieme intrigante soprattutto sotto l'aspetto delle tradizioni antiche. Ad esso infatti sono riconducibili numerose leggende e riti che risalgono ai Celti, al Nord Europa e al Cristianesimo, il quale riprende queste tradizioni trasformandole a proprio vantaggio.

Il vischio propiziava buoni raccolti, la protezione del bestiame e la fertilità per i Celti. Quindi una pianta sacra che veniva adorata come un dono dal cielo in “quanto ritenevano che essa rappresentasse la discesa delle divinità sulla terra”. La tradizione cristiana riprende appunto questa leggenda credendo che “proprio per la sua nascita misteriosa è il simbolo di Cristo, figlio di Dio”. Il Cristianesimo però dimostra allo stesso tempo diffidenza per le credenze germaniche e subito si distingue :“un tempo il vischio era un albero come tutti gli altri, poi ai tempi della crocifissione, quando tutte le altre piante si rifiutarono di collaborare,



il vischio offrì i suoi rami per costruire la croce e così fu maledetto e li perse per sempre”.Un modo poetico per spiegare la caratteristica del parassitismo del vischio.
Le tradizioni e i miti antichi sono tuttavia stranamente tutti d’accordo nel credere che il vischio porti fortuna, che sia simbolo di gioia, di fertilità e di buon augurio .Concordano ad esempio che chiunque passi sotto questa pianta debba ricevere un bacio. Contenti dunque i fidanzati e chiunque aspiri ad essere baciato.

Insomma ai giorno nostri sopravvive ancora qualcosa di queste tradizioni, nel bene e nel male. Per esempio “la gente dona o tiene in casa rami di vischio tra la fine del vecchio e l'inizio del nuovo anno nella speranza di proteggere se stessi, le persone care e la propria casa dai guai e dalle disgrazie”.
Da bambino mi ricordo che andavamo per il Natale a comprarlo dal fioraio. Le mie sorelle poi lo appendevano, per le loro festicciole in casa (allora non esistevano le discoteche) sotto il lampadario in mezzo alla stanza. E come si industrializzavano a condurre piano piano il ragazzo preferito sotto il lampadario!

Gli amanti della natura sperano invece ardentemente che quei ciuffi verdi con palline argentate rimangano dove stanno. Sono così belli!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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