L’ITALIA ALLO SPECCHIO
di Giuseppe Lembo | BlogLe cose italiane non finiscono mai di sorprenderci.
Tra queste, in primo piano, ci sono le risorse umane; ci sono i cervelli.
Purtroppo, il nostro Paese, in chi e per come viene governato, non è per niente virtuoso; non riesce a capire l’importanza dei “cervelli” ed utilizzarli al meglio.
Con assoluta superficialità, le risorse umane, quelle del mondo giovane in particolare, sono risorse sempre più spesso, abbandonate a se stesse; grave, anzi gravissimo il danno che ne consegue sia nei loro confronti, sia più in generale, nei confronti dell’insieme sociale di riferimento.
Sono per tutti, tranne che per il nostro Paese, un grande patrimonio; sono una grande ricchezza; sono una grande risorsa per un Paese che sa pensare positivo e positivamente sa guardare al futuro.
Il nostro Paese se ne è invece dimenticato; se ne dimentica in tutto quello che fa.
Ce n’è un uso abusato; non se ne capisce l’importanza e sempre più spesso, le “eccellenze umane” sono marginalizzate e messe da parte.
E così l’Italia continua nella sua indifferenza per quelli che se ne vanno, ad essere una zona franca per la fuga dei cervelli dalle nostre università verso le porte aperte di quelle straniere.
Riguarda l’incredibile odissea del prof. Marco Lanzetta, un chirurgo di fama, tra i più noti del mondo (nel 2004 a Lione era vicino a Jean-Michel Dubernard quando seguì il primo trapianto di mano al mondo, trapianto poi realizzato dallo stesso Marco Lanzetta in Italia, due anni dopo).
Il caso del prof. Marco Lanzetta, cervello in fuga, è uno degli ultimi e gravi episodi significativi di come è ridotto questo nostro Paese, dove, purtroppo, viviamo in un quadro di crescente, inopportuna e malevola confusione umana.
Non si riesce, soprattutto, da parte di chi è chiamato al senso della responsabilità istituzionale, a riconoscere opportunamente i legittimi diritti, conseguenti alle capacità umane, professionali ed ancor più, alle sfere magistrali dell’alto ingegno.
Marco Lanzetta è un “tradito” da parte di un sistema Italia, da parte di un sistema di baronie universitarie sempre più africanizzate.
Un sistema che, non gli ha saputo e voluto riconoscere quella sua professionalità che, invece, gli ha saputo e voluto riconoscere il mondo, oggi opportunamente scelto come la sua casa di scienziato, esplorando così altrove, le sue capacità scientifiche, a tutto danno di un’Italia sempre più rattrappita, sempre più impoverita di umanità, di valori e soprattutto di ingegno.
Mentre andavo pensando all’ingratitudine italiana per Marco Lanzetta, all’orizzonte della cronaca si affacciava un nuovo episodio di barbaro malcostume paesano nei confronti dei nostri cervelli.
A proporcelo è il blog Italian Scientist; riguarda il noto neurologo Massimo Zeviani che, varie volte bocciato dagli atenei italiani, nei concorsi a cattedra, andrà a Cambridge, dove prenderà il posto del Premio Nobel John Walzer.
A Padova, tra l’altro, cinque anni fa presso la facoltà di Medicina, fu ritenuto non idoneo per un posto di ordinario di Biologia Nucleare. Massimo Zeviani in Italia viene scartato ai concorsi universitari, non riuscendone a vincere nessuno .
A 56 anni, arriva il meritato riconoscimento, non dal suo Paese, ma dall’Inghilterra e più precisamente dal Medical Research Concil di Cambridige.
Tutto questo, per meriti dovuti alle sue effettive potenzialità medico-scientifiche; grazie al suo impegno di professionista serio, poco disponibile a vendere, o peggio ancora a svendere, da servo sciocco, la propria pelle a baroni-padroni che ormai, camminano sulle ceneri spente di un sistema universitario, assolutamente senza futuro.
L’Università italiana così come si esprime, rappresenta un mondo chiuso e autoreferenziale che ne impedisce il ricambio, determinando così, condizioni gravi e dannose.
Zeviani è un altro caso di riconoscimento internazionale dei livelli delle eccellenze italiane, purtroppo assolutamente trascurate, anzi maltrattate da noi.
Un ulteriore episodio di fuga dei nostri cervelli, che il nostro Paese non sa riconoscere e tanto meno usare per il suo futuro.
Purtroppo, niente di tutto questo; l’Italia ormai “mediocrizzata”, è assolutamente nelle mani di un arrogante potere che non vuole assolutamente cambiare, nè vuole essere infastidito da parte di chi ha più meriti, essendo per questo, depositario di un patrimonio di maggiori saperi.
Ci sarà il tempo per riparlarne.
Casi analoghi a quelli di Marco Lanzetta e Massimo Zeviani, per nostra fortuna, ce ne saranno ancora ed ancora avranno un posto da “notizia importante” senza che le cose del nostro Paese cambino più di tanto, perché così si vuole, perché così sta scritto e.. non devono cambiare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA







