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MA SONO VERAMENTE BLU QUESTE BANDIERE?

📅 mercoledì 16 maggio 2012 · 📰 AmbienteCilento

svolazza la bandiera blu art abbate
Credits Foto OpEd

foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Sempre più persone si chiedono ormai quali sono i criteri e soprattutto “quanto costa” ottenere il “prestigioso riconoscimento” della Fee (Fondazione per l’educazione ambientale). Il riconoscimento viene assegnato, così si legge sul programma, alle località turistiche che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. Si legge infatti (punto 12) che “le spiagge e l’area ad essa prospiciente devono trovarsi nelle condizioni di massimo rispetto dei piani regolatori e della legislazione ambientale”.

Un comune virtuoso deve essere in grado di promuovere e salvaguardare la vivibilità e l’integrità ecologica del territorio amministrato. Altrimenti non è idoneo, a parer nostro, a ricevere l’ambito riconoscimento della Bandiera Blu.


Personalmente, quale attivista dell’ambiente nel Cilento, mi chiedo quindi come è possibile che paesi come Centola-Palinuro, Vibonati-Villammare, Sapri – abbiano ricevuto il riconoscimento, quando presentano fondali inquinati da rifiuti (vedi Sapri), fiumi inquinati da schiuma abbondante (vedi Mingardo, Lambro, Bussento), abbandono di rifiuti con amianto (vedi greto del Mingardo).

Con ragione la dottoressa Bentivegna, curatrice dell’istituto Dohrn di Napoli, si chiede, in un’intervista sul Mattino a proposito delle bandiere blù, se gli indicatori per il riconoscimento di qualità siano veramente sufficienti e soprattutto se si proceda con obiettività – questo me lo chiedo io – nell’indagare lo stato ecologico dei comuni rivieraschi.

L’ecosistema marino è strettamente collegato con il territorio circostante ed i fiumi che vi sfociano. Pertanto non è sufficiente analizzare “alcuni campioni di acqua marina” e verificarne l’assenza di coliformi e streptococchi fecali per attribuire bandiere blu.

Come si è accennato, la Fee prevede nel programma un riconoscimento di qualità non solo dell’acqua di mare, ma anche del territorio del comune al quale si vuole assegnare la bandiera. Ebbene associazioni ambientaliste hanno realizzato quest’anno tre interventi di bonifica sulla sponda del fiume Mingardo liberandolo da copertoni auto e oggetti di plastica, e della spiaggia e fondali di Sapri. Erano là da molto tempo e ben visibili a chiunque abbia occhi per vedere.

dune sapri

giglio di mare sapri


A tal proposito l’associazione Fare Verde ha presentato il 3 febbraio alla Fee un dossier particolareggiato, segnalando non solo i punti d’inquinamento accennati, poi bonificati, ma anche la pessima tutela di aree dunali presenti a Palinuro e a Vibonati. A proposito di quest’ultimo comune fu avanzata in seguito una proposta-progetto, indirizzata anche alla Regione e alla Soprintendenza di Salerno, dove si pregava di salvare i lembi rimasti di duna con la sua vegetazione psammofila ricca di gigli di mare, considerata la sua importanza per il mantenimento della spiaggia contro l’erosione marina e ,cosa non da poco, tutelata da norme nazionali ed europee (Direttiva Cee 92/43).

Ebbene la Soprintendenza esprimeva “vivo apprezzamento per l’iniziativa” di salvaguardia della duna e invitava il comune di Vibonati ad “esplicare gli adempimenti istruttori di competenza”. In altre parole: noi siamo d’accordo per l’iniziativa, ma tocca al comune procedere come previsto dalla normativa.

Malgrado dunque questa incapacità a mantenere l’integrità ecologica e paesaggistica del suo territorio, il comune ha ricevuto l’ambito riconoscimento di Bandiera Blu.

Paolo Abbate

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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