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LE PRODUZIONI AGRICOLE SEMPRE PIU' LEGATE AI COMBUSTIBILI FOSSILI

📅 martedì 9 luglio 2013 · 📰 AmbienteSalerno

09072013 6 0 Agricoltura
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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Siamo ad una dipendenza dal petrolio per le produzioni agricole da vero e proprio default.

Purtroppo le aspettative non sono per niente rosee; per effetto della dipendenza dell’agricoltura mondiale dai combustibili fossili, le produzioni sono inevitabilmente destinate a crollare.


E non crolleranno semplicemente nei Paesi poveri, dove la mancanza di cibo è la causa disumana di un olocausto senza fine; crolleranno anche nei Paesi ricchi dove la dipendenza dei combustibili fossili per le crescenti produzioni agricole diventerà sempre più insostenibile, con una inevitabile riduzione delle scorte alimentari; un danno per tutti.

La Terra è sempre più priva dei necessari microrganismi fossili; mancando, si impoverisce irrimediabilmente, ad un punto tale da essere arida e sempre più improduttiva.

Dobbiamo cambiare; dobbiamo cambiare le abitudini alimentari.

Dobbiamo arrivare a produzioni sempre più consapevoli; la natura è autosufficiente ed in grado di autogenerarsi.

Purtroppo, si impoverisce per errori umani; si impoverisce per il sistema sempre più aggressivo di produrre cibo, imposto dall’uomo alla Terra.

I metodi attuali di produzione agricola che dipendono dall’uso sconsiderato dei combustibili fossili entreranno inevitabilmente in crisi; tanto per la mancanza sempre più crescente della materia prima.

In natura tutte le specie naturali sono importanti; tutte le sue creature sono funzionalmente importanti a garantire un ecosistema equilibrato e che da sempre ha equilibratamente funzionato nelle sue capacità produttive basate sul lontano rapporto Uomo-Terra.

Per eccesso crescente di consumi, siamo ad una prossima e sempre più inevitabile crisi energetica; una crisi senza via d’uscita che porterà la fine dell’attuale sistema di produzione del cibo, una produzione fortemente dipendente dai combustibili fossili, fonti energetiche assolutamente esauribili e purtroppo sconsideratamente usate ed abusate, compromettendo così il presente e soprattutto il futuro; compromettendo così la produzione del cibo nei Paesi ricchi e soprattutto nei Paesi poveri, dove cresce la domanda di cibo, per evitarne la morte, un olocausto senza fine.

Il cibo è indispensabile per garantire la vita dell’uomo sulla Terra.

L’umanità ha, purtroppo, ovunque sulla Terra, compromesso il suo futuro reso insostenibile da un presente egoisticamente avvitato su se stesso; vivendo di solo presente, non ci si è preoccupati del diritto alla vita anche per quelli che verranno; dal nostro presente dipende anche il futuro possibile.

Siamo, purtroppo, ad una rottura senza rimedi degli equilibri umani.

Una rottura che è soprattutto antropica; l’uomo, è sempre più homo faber dei mali del mondo; mali ormai senza rimedi possibili per cui determineranno inevitabilmente la fine di tutto.

A parte il confronto-scontro tra le diversità umane, sempre più violento e sempre più impegnato a farsi fanaticamente violenza, spesso irrimediabilmente distruttiva, c’è oggi la forte e stupida violenza dell’uomo contro la natura, usata ed abusata con una crescente rottura degli equilibri necessari al suo normale corso, evitandone così il più che naturale rivoltarsi contro l’uomo che, per sola insana follia, le fa un male da morire, distruggendola per autodistruggersi, alimentando il tutto con la sua crescente e disumana insipienza.

Le produzioni agricole, sempre più a rischio, sono un esempio evidente del male antropico del nostro tempo nei confronti di madre natura.

L’uomo, anche dalla Terra, egoisticamente pretende oltre il consentito; pretende di realizzare produzioni sempre maggiori ed in tempi sempre più accelerati.

Tutto questo non è assolutamente naturale; tutto questo ha effetti devastanti, squilibrando in modo grave la naturalità delle cose.

È così, secoli di saggezza nel comparto uomo-natura, vanno ormai scomparendo; sono cancellati da comportamenti umani di cui non se ne conosce il DNA; imprevedibili e senza riferimenti, vengono violentemente applicati alla Terra che, così facendo, si sente maltrattata e reagisce.

Le produzioni dalla ciclicità innaturali sono produzioni atipiche e come tali a termine; non potranno durare a lungo; non potranno garantire la vita dell’uomo, sempre più esposto ai gravi rischi di fame, di carestie e di un crescente cannibalismo umano.

È questo il prezzo da pagare ad un progresso che tale non è, in quanto, sempre più falso, sempre più impazzito, sempre più violentemente contro l’uomo che, avendo rotto gli argini dell’umana saggezza, non sa più controllarsi, rendendosi così protagonista di sola umana imbecillità, capace unicamente della fine annunciata di tutto.

BLOG di Giuseppe Lembo - La pagina corrente è autogestita

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