IN EUROPA IL 6 MARZO E’ “LA GIORNATA DEI GIUSTI”
DARE UN SENSO AL NOSTRO PRESENTE
IL RUOLO DEI GIUSTI PER L’UOMO DEL TERZO MILLENNIO
IL RUOLO DEI GIUSTI PER L’UOMO DEL TERZO MILLENNIO
di Giuseppe Lembo | BlogQuale la terapia possibile per dare un senso al nostro presente? È necessario, sempre più necessario, dare un senso al nostro presente; è necessario, perché significa dare un senso alla vita.
Che fare e come riempire di senso il nostro presente? Prima di tutto, dando di sé, una dimensione di “uomo giusto”.
È importante essere giusti; è, altrettanto, importante apparire giusti agli occhi degli altri; di tutti gli altri. Vivendo in un rapporto simbiotico con i giusti, si riesce a fare proprio il senso del giusto, un grande valore per tutti gli uomini della Terra.
Pur scrivendo di tutto, prima d’ora e ne confesso con rammarico il vuoto, riconosco l’assoluta mancanza di pensiero sui giusti, nel repertorio delle mie tante cose dette e scritte; non avevo posto mai l’attenzione all’importanza del senso del giusto, per dare un senso alla vita; per un dare un senso al nostro presente; il senso del giusto ha in sé quella forza del bene, una forza alternativa al male ed alla violenza, caratteristiche purtroppo comuni e diffuse in un presente che fa male e si fa male, compromettendo il futuro che deve avere sempre e comunque le sue “giuste” e profonde radici nel presente.
Il senso del giusto è parte di quella ricetta terapeutica sempre più necessaria al nostro presente; è un senso che deve appartenere, prima di tutto, all’uomo normale; all’uomo, parte di quella umanità che sa trovare in sé la forza di vivere, inventandosi la vita e scoprendo giorno dopo giorno, il piacere del proprio vivere, inventandosi il futuro.
Dare un senso al nostro presente, significa prima di tutto recuperare il senso di uomo giusto, una condizione non diffusamente comune agli uomini del nostro tempo.
La storia ci mette continuamente di fronte ad un percorso fatto di ingiustizie disumane e di diritti negati che, purtroppo, sono una grave offesa all’uomo della Terra e soprattutto all’uomo che, dimenticando la propria umanità, sempre più spesso, cancella il senso dell’essere giusti, una categoria universale che fortunatamente non finirà mai.
Perché, proprio oggi, soffermarsi a riconoscere l’importanza del dare un senso al nostro presente e nello specifico attribuire al “giusto” un ruolo insostituibile per la vita dell’uomo sulla Terra?
Il tutto viene da un’occasione non casuale. Si tratta di un evento datato.
Il 6 marzo viene celebrata la Giornata europea dei Giusti.
Si tratta di un evento che in Europa si riallaccia al libro “Il tribunale del bene” di Gabriele Nissim che racconta la vita di Moshe Bejski, ebreo polacco che fuggì alle persecuzioni naziste dopo l’invasione del 1939.
Fu un testimone chiave nel processo di Adolf Eichmann.
Giudice della Corte Costituzionale israeliana, fu Presidente della Commissione dei Giusti e quindi ideale promotore delle celebrazioni della Giornata europea dei Giusti, una ricorrenza al suo secondo anno di vita che l’Europa ha deciso come momento di comune riflessione per testimoniare attraverso la forza del bene, l’alternativa al male ed alla violenza che domina il mondo, infliggendo grandi sofferenze umane, sempre più spesso gratuite e senza senso.
Per evitare che il mondo si autodistrugga facendosi male gli uni contro gli altri, viene a soccorrerci la Giornata europea dei Giusti come espressione della religione del bene, alternativa al male che, purtroppo, con crescente indifferenza, sta distruggendo il mondo.
L’occasione è la Giornata europea dei Giusti che ci deve portare a riflettere su come la divisione del mondo in buoni e cattivi non è una divisione funzionale per combattere il male assoluto.
Il tribunale del bene considera male assoluto al pari della Shoah anche il genocidio comunista consumato nei lager; anche il genocidio nazionalista turco ai danni degli armeni; anche i dimenticati crimini consumati in Ruanda ed in altre parti del mondo di cui il mondo distratto, si rifiuta di venirne a conoscenza.
Tutte queste ed altre ancora, sono manifestazioni del male con protagonista assassino l’uomo contro altri uomini.
Trattasi di manifestazioni di violenza simili l’una all’altra.
Sono manifestazioni criminali assolutamente disumane; la risposta dei giusti è l’unica e sola risposta pienamente umana; una risposta da attribuirle la centralità che merita.
Leggendo le pagine di “Il tribunale del bene” di Gabriele Nissim, possiamo capire anche noi che nella vita, per il bene possibile, non sono necessari gli eroi, ma le persone normali; molto spesso, ed è questo un importante insegnamento per tutti, un insegnamento che ci viene trasmesso dalla Giornata europea dei Giusti, non sono gli eroi che ci indicano la strada del bene possibile; ad indicarcela possono essere soprattutto e sempre più le persone normali.
I Giusti possiamo trovarli in tutte le diverse aggregazioni umane; tra i cristiani, gli ebrei, i mussulmani; possono appartenere a qualsiasi credo; possono essere, tra l’altro, giusti anche quelli che, riconsiderandosi, sanno riprendere la via del bene, interrompendo la catena del male in cui sono stati attivamente protagonisti.
Nelle pagine di “Il tribunale del bene” di Nissim edito dal Corriere della Sera, abbiamo elencati quattro tipi di Giusti: chi presta soccorso ad una vita in pericolo; chi non accetta la menzogna e difende la pluralità umana; chi conserva la propria dignità non accettando di farsi corrompere da situazioni estreme; chi difende la memoria di un genocidio di fronte ai negazionisti.
Per Nissim la Giornata europea dei Giusti ha molte caratteristiche comuni alla Giornata americana del Ringraziamento.
A Moshe Bejski, per il suo pensiero che ritroviamo come testamento per il futuro nel suo Giardino dei Giusti ed a Nissim per la sua forte perseveranza al fine del riconoscimento da parte del Parlamento europeo della celebrazioni del 6 marzo della Giornata europea dei Giusti, va il ringraziamento ed il riconoscimento di tutti i Giusti d’Europa e del mondo; il loro pensiero, il loro impegno produrrà sicuramente i frutti sperati per quel mondo dei Giusti che è necessario per il futuro dell’uomo sulla Terra, un futuro oggi fortemente compromesso dal vuoto assordante del bene, sempre più cancellato da un’infestante forza del male, il nuovo “credo” amico del mondo, con proseliti in forte crescita in ogni angolo della Terra.
La memoria del bene, così come ci viene dalla Giornata europea dei Giusti, è un’utile terapia; in un tempo, sempre più vicino al niente, fortemente affollato da protagonisti invisibili, è assolutamente necessario dare un senso vero alla propria vita.
Serve ad alleviare i mali dell’uomo singolarmente intesi, in uno con i mali del mondo.
È una bella occasione per ciascuno di NOI per sognare quella purezza del bene, cercandola non in mondi lontani, ma nel fondo vicinissimo della nostra natura umana, che sta a noi conservare giusta, per poter essere protagonisti giusti nel Giardino dei Giusti del mondo.
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