Agropoli, cineteatro: il vescovo Favale risponde alla critiche
"Le mie parole di perlessita sulla costruzione delle nuove strutture ad Agropoli sono state vittime di una strumentalizzazione inopportuna. Io non ho mai parlato del Cineteatro, ma mi sono espresso solamente sul palazzetto dello Sport, e dunque la cosa acquista un'incidenza diversa. Nel mio intervento ho semplicemente inteso sottolineare quanto sia sfavorevole penalizzare un piccolo centro come Torchiara costruendo a due passi dal suo grande palazzetto dello Sport una struttura analoga. E' importante che un territorio cerchi di coinvolgere nel progresso sociale anche i suoi piccoli centri, e Torchiara nel caso del palazzetto dello Sport ha da Agropoli un nobile contributo di utenza." Così il vescovo Giuseppe Rocco Favale, interrogato dal nostro portale durante l' inaugurazione della mostra su San Paolo ad Agropoli, ha commentato la polemica degli ultimi giorni nata a seguito di alcune sue dichiarazioni rilasciate ad una rete televisiva locale.
"Se poi vogliamo andare un pò oltre" ha dichiarato ancora il vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, "è bene che si costruiscano tutti i palazzetti dello sport e tutti i cineteatri, ma dobbiamo interrogarci prima di tutto sul se queste opere debbano gravare sugli enti pubblici o sui privati. Io credo che debbano essere i privati, con il concorso dei comuni, ad assumersi la responsabilità della cosruzione di certe strutture, per non far gravare sulle tasche dei contribuenti oneri piuttosto notevoli". Interrogato infine sulla tensione e sulla disunità che la questione ha portato nella Diocesi, Favale ha sostenuto di lavorare continuamente "acchè la diocesi sia unita e sia una e tutti lavorino per tutti. Se Agropoli può dare qualcosa a un paesino del Cilento o viceversa, io ne sono felice, perchè è importane che si lavori per il bene di tutta la comunità e di tutto il Cilento". Così, riferendosi alla forti critiche ricevute, conclude: "io non mi sono scagliato contro un'iniziativa del vostro paese, ma ho solamente espresso una perplessità . Le mie non sono verità di fede, non sono dogmi, ma opinioni, punti di vista che in una democrazia evoluta come la nostra dovrebbero essere consentiti".
Giovanni Landi







