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CHE COSA INTENDE PER “CULTURA” QUESTA CONFUSA CLASSE POLITICA?

A RAGIONE SE LO CHIEDE, CON FORZA GERARDO MAROTTA (Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici)

📅 venerdì 14 marzo 2014 · 📰 AttualitàSalerno

14032014 Gerardo Marotta
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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Fa bene l’avvocato Gerardo Marotta ad interrogarsi preoccupato, su che cosa intenda per “cultura” questa confusa classe politica che, sempre più disordinatamente e senza prospettive certe governa questo nostro malcapitato Paese, da tempo abbandonato a se stesso e senza una via possibile di sviluppo sostenibile.

Gerardo Marotta che ha speso una vita per Napoli e per promuovere la cultura in Italia, il primo presupposto di cambiamento e di sviluppo, è fortemente preoccupato per le gravi condizioni dell’Italia, un Paese ormai abbandonato a se stesso e che si fa sempre più spesso male, facendo inopportunamente male alle sue tante risorse che appartengono soprattutto al patrimonio della cultura italiana, un patrimonio, come abbondantemente testimoniato dall’abbandono di Pompei che se ne cade a pezzi, degradato ed indifferente a tutti, sempre più a rischio estinzione.

Perché tutto questo? Perché, si domanda Gerardo Marotta, un benemerito della cultura italiana mai pienamente riconosciuto in tale veste, da chi avrebbe potuto e dovuto opportunamente riconoscerlo, c’è tanta stupida indifferenza per l’oro d’Italia? Perché non dare alla cultura ed ai tanti beni culturali italiani quella giusta attenzione con risultati certi ed importanti per affrontare e quindi risolvere i gravi mali d’Italia, un Paese, prima di tutto, gravemente ammalato di inguaribili sofferenze antropiche?

L’Italia ammalata di uomo non interessa, purtroppo, i tanti che dovrebbero intelligentemente intervenire per aiutarla a guarire; per risanarla delle sue gravi sofferenze antropiche e per poi farle riprendere con certezza un cammino nuovo; un cammino, umanamente necessario per salvare il Paese, da un disastro da lungo tempo annunciato.

Marotta fa bene ad essere preoccupato; sa bene chi sono i veri carnefici delle sofferenze italiane; sa, purtroppo, che i primi responsabili dei mali italiani sono quelli della classe politica, dal volto di casta assolutamente indifferente alle sofferenze italiane.

È questa classe politica fortemente confusa che non sa che fare per salvare l’Italia.

Ma come potrebbe, se non riesce a capire l’importanza della cultura? Se non riesce a fare quelle cose virtuose che, salvando la cultura ed i beni culturali italiani, salverebbero il Paese dal suo declino ormai segnato? Gerardo Marotta tutto questo lo sa bene.
Ha avuto esperienze dirette che hanno lasciato il segno in modo incancellabile; il suo Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, sta morendo di politica, un boia che non ha rispetto per nessuno, se non per se stesso; non si pone assolutamente domande sulla cultura e sulla sua capacità di trovare le soluzioni giuste ai tanti problemi italiani, con feroci e disumani protagonisti solo quelli della politica che agiscono confusamente e non riescono a dare, spesso perché non vogliono, le giuste soluzioni alle cose italiane.

Purtroppo fa male, fa tanto male mettere il dito sulla piaga dei mali d’Italia; non per essere un untore che si compiace di fare gratuitamente male al suo Paese con un sistema di vita virtuosa (tanti, per solo partito preso, sono capaci di pensare e di dire anche questo), ma per aiutare l’Italia a salvarsi, ritengo utile ed opportuno parlare dei mali del nostro Paese, puntando il dito accusatorio nei confronti di quelli che ne sono i veri ed unici responsabili.

Caro Gerardo Marotta ho una stima grandissima per quello che hai saputo dare e fare per l’Italia attraverso il tuo virtuoso impegno per la cultura; un impegno che sa di universalmente utile per cui avresti meritato quei riconoscimenti che, soprattutto, quelli della confusa classe politica italiana, ti hanno inopportunamente scippato.

Un imperdonabile scippo italiano è il non averti nominato Senatore a vita; potevi essere utile a far capire a quella confusa classe politica che ci governa che cos’è la cultura e che cosa potrebbe dare al futuro del nostro Paese. Niente di tutto questo.
Per Gerardo Marotta il saggio, il giusto, il nobile del pensiero meridionale italiano, si è preferito altro, ossia l’indifferenza; ossia i tradimenti; ossia i rifiuti istituzionali per la grande causa italiana di far crescere la cultura del Paese.

Per tutto un ventennio del secolo scorso, da operatore culturale attento a promuovere la cultura tra la gente, sono stato un attivo collaboratore (in qualità di responsabile di una Scuola dell’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli) del Progetto Marotta finalizzato ad utilizzare la cultura, come strumento di crescita per l’intero Mezzogiorno, un mondo di eccellenze che quelli della confusa politica, hanno sempre pensato di trasformare in tutto il Sud, in territori da sepolcri imbiancati.

Ma come poter dimenticare l’indifferenza istituzionale per il tuo Istituto, un’eccellenza italiana, di cui si è cercata la fine, essendo stato privato dei contributi governativi, così come, tra l’altro, previsti da un preciso e sottoscritto accordo di programma? Per indifferenza istituzionale e per tradimenti la confusa classe politica ha privato la tua Biblioteca ricca di ben centocinquantamila volumi, un importante patrimonio dell’umanità, della prestigiosa sede di Palazzo Serra di Cassano, mettendone in forse la stessa sopravvivenza, oggi ancora incerta, per mancate prospettive di futuro.

Caro, grande Gerardo Marotta, hai ben ragione di gridare al tradimento. È, purtroppo, un’amara realtà italiana, l’indifferenza per la cultura che, come tu dici, solo a parole, a dispetto dei proclami, sia tutto, fuorché una priorità per questa confusa classe dirigente italiana.

La diffusa condizione di solitudine umana e culturale può concretamente darci l’idea di cosa intenda per cultura questa confusa classe politica, purtroppo, cresciuta per grave colpa dell’indifferenza diffusa degli intellettuali italiani che hanno preferito chiudersi a riccio, mettendosi da parte e lasciando il Paese orfano di riferimenti importanti ed assolutamente privo di quel modello culturale, senza il quale, non ci può essere altro che il niente, in un’arida collina dei desideri spenti che è in sé, la morte annunciata di una società senza desideri, perché senza cultura; perché ripiegata su se stessa ed in modo suicida si è votata al solo apparire, cancellando l’essere; al solo stomaco, sempre più insaziabile, cancellando la mente ed i valori insostituibili dell’essere, motore e forza dell’uomo sulla Terra.

(foto da wikipedia di Augusto De Luca)

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