Una importante iniziativa, che può elevare la qualità dell’utenza turistica del Cilento, si è tenuta a Palinuro sabato 23 marzo: la festa della Primula palinuri.
Gli organizzatori, che intensamente ed in brevissimo tempo hanno lavorato alla preparazione dell’evento, tendono sicuramente a valorizzare gli aspetti naturali e naturalistici di Palinuro , una rinomata località del Parco nazionale del Cilento ( che ha come logo – il Parco - proprio la Primula palinuri), adagiata su una costa meravigliosa che sarebbe realmente incontaminata se non fosse ricoperta da stabilimenti balneari.
Geniale è stata l’idea di realizzare questa festa , promossa da un nutrito comitato costituito da attivisti del territorio ed associazioni ambientalistiche ed imprenditoriali.
Nel primo evento della festa , il convegno sulla Primula palinuri petagna, sono stati sviscerati, da docenti universitari, esperti del C.N.R. e rappresentanti del Parco e dell’E.P.T. tutti gli aspetti (storico,geografico,botanico,farmaceutico,sistemico) collegabili a questa pianta endemica di Palinuro, rarissima, di difficile riproduzione, impollinazione e crescita.
“Per le sue peculiarità si ipotizza che la Primula di Palinuro sia una specie di fossile vivente, cioè un relitto sopravvissuto alle glaciazioni del Quaternario (circa 2 milioni e mezzo di anni fa) in un ambiente estremamente ristretto. Essa è presente solo sulla costa meridionale del Tirreno, in riva al mare e talvolta più all’interno, ma sempre a meno di cento metri dall’acqua. L’estensione di costa interessata non supera i 90 chilometri da Palinuro in Campania a Scalea in Calabria e comunque con presenza piuttosto discontinua. La Primula di Palinuro infatti attecchisce solo in condizioni molto particolari: il substrato deve essere calcareo o anche di friabile arenaria marina, come presso l’Antiquarium di Palinuro, ma comunque pressoché verticale, perché, dove esso diventa orizzontale, la pianta è sopraffatta da altre specie più resistenti; l’esposizione deve essere a nord o a nord-ovest o più raramente a nord-est. Inoltre la Primula palinuri è molto sensibile all’inquinamento ambientale e mal si adatta a vivere in vaso o comunque in condizioni diverse da quelle prima descritte. Per questi motivi essa è inserita negli elenchi nazionali ed internazionali delle specie protette a rischio di estinzione. In particolare è inclusa con la classificazione di “Vulnerabile” nella Lista Rossa compilata dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature) ed attualmente appartiene alla categoria “Minacciata” della lista IUCN.
È inoltre inserita nella Convenzione di Berna del settembre 1979, che mira a promuovere la cooperazione tra gli stati firmatari al fine di assicurare la conservazione della flora e della fauna selvatiche e dei loro habitat naturali ed infine è tutelata dalla Legge Regionale n. 40/94, dal DPR 08/09/1997 n. 357 e dal Regolamento della Comunità Europea n. 338/97 del Consiglio del 9 dicembre 1996, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatica.”
Unica al mondo e peculiare della zona,la primula palinuri è visibile solo in pochissime e delimitate stazioni di crescita ,dove fiorisce da gennaio ad aprile,è stata osservata e studiata fin dal sedicesimo secolo ed è oggetto di studi specifici di botanici dell’università di Napoli e del C.N.R.
Fiorendo da gennaio ad aprile , e solo in questa zona ,può costituire un attrattore turistico di qualità per gli amanti della natura incontaminata e delle sue esclusive bellezze , per coloro insomma che non vanno cercando il “mare facile” e i servizi in spiaggia , ma sanno incantarsi alla visione di un fiore unico ed esclusivo così come davanti a paesaggi incontaminati , che non rivelano in alcun modo la presenza dell’uomo.
Così come vanno tutelate e protette le stazioni di crescita della primula palinuri,andrebbero preservate dall’antropizzazione selvaggia le Saline ,che lo scorso anno furono scelte come nido da due tartarughe Caretta Caretta e l’adiacente Scogliera del mar Morto , nelle cui piscinette naturali vive una sconfinata varietà di piante e animali marini e in cui più volte abbiamo potuto osservare e filmare diversi tipi di trampolieri.
Se l’amministrazione comunale sarà così lungimirante da tenere sempre presente che Palinuro è nel Parco ed è ricca di risorse naturalistiche , agirà perché queste risorse costituiscano un attrattore turistico di qualità , e se saprà ricreare almeno in qualche punto del suo territorio costiero l’originaria natura incontaminata , stia certo che Palinuro sarà preferita dagli amanti della natura alle Mauritius e ad altre località esotiche non compromesse da un devastante intervento umano.