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STORIE CILENTANE, A ROSCIGNO VECCHIA RESISTE L’UNICO RESIDENTE

📅 mercoledì 28 gennaio 2009 · 📰 CronacaCilento

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C’è chi lo chiama “il guardiano” e chi “il volontario” ma una cosa è certa: Giuseppe Spagnolo, classe 1948, non può essere confuso con nessun altro. E non solo per la folta barba e la fedele pipa, ma soprattutto perché è l’unico abitante di un paese abbandonato.
Per incontrarlo non occorre fissare un appuntamento. Lui è sempre lì. Da sempre.
Il solo dei 1.700 abitanti circa, che di lasciare RoscignoVecchia non ne ha voluto proprio sapere.
Nonostante sia Novembre, il sole splende sulla valle degli Alburni.
Il fiume Tanagro scorre lento mentre mandrie di mucche e cavalli pascolano in silenzio. Il panorama sorprende il visitatore con le sue immense distese di oliveti e lunghi viali alberati. Indelebili i segni del tempo che qui, sembra andare più piano. Forse perché il terreno e le infrastrutture, nel parco nazionale del Cilento, sono più fragili: basta la caduta di un masso e il percorso si allunga di 20 chilometri. Ma la destinazione merita l’inconveniente.
Si attraversa Roscigno Nuova, il paese nato per volere di due ordinanze del genio civile (una del 1902 e l’altra del 1908) che obbligarono la popolazione a lasciare il borgo vecchio e trasferirsi più a monte. Il terreno era troppo franoso e il rischio di dissesto idrogeologico troppo concreto.
Così la gente cominciò pian piano a lasciare il paese, incentivata anche dall’assegno di 140 mila lire e di cento metri di terra comunale, per ogni famiglia che abbandonava il borgo vecchio per trasferirsi in quello di nuova costruzione. “All’inizio le persone salivano solo la domenica mentre nei giorni lavorativi continuavano a vivere qui - ricorda Giuseppe - poi cominciarono a scendere sempre più raramente. Il paese si ripopolava solo nei giorni di festa, ma ora nessuno scende più, neanche il 16 Agosto che è il giorno di San Rocco”.
Nei i primi anni Sessanta, infatti, la popolazione si trasferì definitivamente nella zona nuova, spostando per sempre il perimetro urbano di Roscigno. Dal 1964, il paese vecchio è completamente disabitato, o quasi. “Fino al 2000 - puntualizza l’arzillo Giuseppe - eravamo in quattro, ma oggi ci sono solo io. Tengo aperta la sede della Pro Loco perché ogni tanto passa qualche turista e gli faccio visitare la casa del contadino”.
Si tratta di un museo che custodisce utensili e memoria del passato, tipici della civiltà contadina.

Fonte: lucanianews24.it

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