La disoccupazione in Italia è ormai da allarme rosso; il ritmo della sua crescita è sempre più accelerato. Cresce la disoccupazione italiana; cresce, soprattutto, la disoccupazione giovanile, una terribile condizione umana dal futuro negato.
In Italia non ci sono opportunità lavorative; ci sono e sempre meno, solo occupazioni precarie che ci fanno ricordare quell’arte dell’arrangiarsi, nata in Campania, dove si è consolidata, come fenomeno endemicamente diffuso.
Perché nel nostro Paese si vanno cancellando le opportunità di lavoro? Perché si vanno sempre più chiudendo, soprattutto ai giovani, le porte del futuro che da futuro possibile e dovuto alle giovani generazioni, va diventando sempre più futuro negato, una vera e propria condizione disumana per i giovani che si vedono, per le colpe commesse dai loro padri, cittadini in crisi dal futuro negato?
L’Italia per le sue mancate certezze di futuro sta diventando un Paese in crisi; un Paese dal futuro negato.
Perché questo? Eppure dopo il disastro della guerra con scenari diffusi di distruzione e di morte, eravamo riusciti a diventare un grande Paese, capace di fare parte delle economie più importanti del mondo; tanto, con l’appartenenza al G8 formato dai potenti del mondo, capaci di produrre ricchezza italiana e di creare sviluppo italiano.
Purtroppo l’incantesimo si è rotto e senza volerlo né pensarlo come possibile, ci siamo ritrovati con il culo per terra; senza lavoro, con le fabbriche dalle saracinesche abbassate, con capitali in fuga verso i paradisi fiscali del mondo e con una capacità produttiva sempre più in crisi, espressione di una crisi profonda di cui non si riesce a prevederne l’esito se non quello di un sempre più possibile declino italiano.
Di chi la colpa di tanto sfasciume italiano? Prima di tutto di quelli della politica poco saggia e per niente illuminata che hanno governato il Paese pensando sempre e solo a se stessi e poco o addirittura niente alla gente ed al popolo sovrano abbandonato a se stesso e che per questo, oggi si va opportunamente vendicando allontanandosi da un sistema Italia in grave crisi, con la politica, i sindacati e le diverse organizzazioni della rappresentanza sempre più indifferenti alla gente che, sentendosi tradita, ne ha preso le distanze, convinta com’è, delle loro responsabilità per un fare della rappresentanza egoisticamente funzionale e sempre più, solo a se stessa.
Il Paese che doveva essere accompagnato nei suoi processi di crescita, è, purtroppo, rimasto in balia di se stesso; come per incanto, l’Italia ha smesso di essere un Paese solidale; ha smesso, tra l’altro, di essere un Paese normale, ispirato dai valori fondanti di una società che sa guardare al proprio futuro, organizzandone attraverso la condivisione delle idee, un Progetto di sviluppo, con protagonista il cittadino, assolutamente centrale ad ogni idea democratica di sviluppo possibile per il popolo sovrano.
Ha smesso, facendosi tanto male, di produrre idee utili alla crescita umana e sociale; ha smesso di pensare al futuro, lasciandosi intrappolare in un presente che ha schiacciato le coscienze sui falsi miti di un accattivante mondo virtuale, dove è cresciuta a dismisura, la distanza dal mondo reale e dove ciascuno in solitudine, pensa solo a se stesso nella visione tragica di un io mondo, orientato verso l’apparire che si è andato drammaticamente allontanando dall’essere, attento ai soli consumi e ad una materialità che, con i suoi falsi miti, va uccidendo le coscienze delle anime morte vaganti nel nostro Paese, vuoto di tutto; tanto, con un’umanità fantasma che non cerca più l’altro in carne ed ossa per confrontarsi, per dialogare, per essere homo faber del proprio futuro, ma cerca in alternativa e, sempre più, l’altro del web, come compagno invisibile di vita, utilizzato per allontanarsi dal mondo reale e per cercarsi percorsi di umanità sempre più disumani che proprio non portano da nessuna parte, se non verso il solo nulla.
L’Italia in crisi deve saper prendere atto delle sue reali condizioni; non può egoisticamente andare per una strada sempre più sbagliata attuando le tante furbizie di un disumano egoismo dei poteri forti che non portano da nessuna parte se non alla fine annunciata dopo un lungo, silenzioso periodo di sofferenze comuni che faranno esplodendo, implodere il Paese, causandone la fine di tutto.
Bisogna riconsiderare gli scenari tristi alla base del vivere italiano; alla base del nostro sempre più triste quotidiano vivere italiano.
Basta con gli egoismi di chi ci governa; basta con i poteri forti che badano solo a se stessi e con quella burocrazia, quei tecnocrati e quei boiardi di Stato che insensibili al grido di dolore dei tanti che soffrono anche la fame, pensano di poter continuare a tirare la corda ed inventarsi ogni giorno, nuovi trucchi e nuovi imbrogli per garantirsi i propri innominabili privilegi.
Tanto, abbassando le certezze degli italiani, comprese le certezze istituzionali e costituzionali, sempre più certezze solo di carta che non trovano più riscontri reali nella vita d’insieme del nostro Paese.
Così la legalità, nell’indifferenza di chi dovrebbe garantirla, diventa sempre più illegalità diffusa; così anche i diritti fondamentali dell’uomo, che costituzionalmente dovrebbero essere garantiti ai cittadini italiani, ma che tali, ormai non sono, in quanto trattasi sempre più di soli diritti negati.
Prima di tutto, il diritto al lavoro si sta trasformando in un non diritto, con i tanti disoccupati che non riescono più a portare il pane a casa ed i tanti giovani che si sentono traditi, abbandonati e senza certezze per il futuro.
Il lavoro che non c’è, per effetto delle fabbriche che abbassano le saracinesche e del rifiuto diffuso di investire nel nostro Paese è una grave piaga della crisi italiana; da fermare, se si vuole concretamente salvare il Paese; se, chi deve farlo, con la politica chiamata ad assumersi tutte le responsabilità che le competono, non lo fa concretamente, è complice dello sfascio Italia; è responsabile della fine umana e sociale del nostro Paese, assolutamente da evitare, perché l’Italia non merita tanto; perché l’Italia non è assolutamente un Paese da default.
Il male italiano è solo un grave male antropico, messo in piedi da gente che l’ha costruito facendosi male, senza poi sapere come uscirne per salvare i tanti innocenti da un disastro con i suoi responsabili ben individuati ed individuabili.
L’Italia, un Paese caro al mondo (è uno dei tre paesi più visitati al mondo), con un potenziale turistico da ogni parte del mondo che può notevolmente crescere e diventare una grande risorsa anche a sostegno del lavoro che non c’è, non può suicidarsi perché così vogliono quelli che ne hanno abusato, malgovernandolo.
Tanto, migliorando le condizioni di un’Italia sempre più disastrata che gode di buona fiducia solo nel fare parolaio di chi la governa; purtroppo, non è così; purtroppo la disoccupazione crescente e soprattutto per i giovani è una mannaia ferocemente disumana sotto i cui colpi cadono le giuste attese di un lavoro, come diritto umano; sotto i cui colpi cade, senza più la speranza di un futuro, sempre più negato a generazioni che attendono di passare la nottata, ma senza assolutamente sapere che cosa porterà il nuovo giorno, dal cammino purtroppo sempre più consolidato, dove prevale essenzialmente il nulla.