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CARO AMICO DI FACEBOOK TI SCRIVO

📅 venerdì 9 gennaio 2015 · 📰 AmbienteCilento

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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Io, che per “diletto” faccio il cacciatore di rifiuti, mi imbatto spesso e malvolentieri in discariche abbandonate di eternit, il famigerato prodotto di cemento e amianto.
L’eternit sia perché a buon mercato rispetto a prodotti equivalenti, sia perché resistente al calore e al freddo, all’intemperie è stato usato abbondantemente in tutto il mondo per coperture di tetti, di tettoie, serbatoi, gronde, canne fumarie e caminetti. Ma ci si accorse, troppo tardi ahinoi!, che gli operai che lo producevano e i cittadini che ne venivano in qualche modo in contatto, morivano come mosche di mesotelioma, il cancro al polmone.
Sotto la spinta di specialisti della salute pubblica, di ecologisti, di politici illuminati (cosa rara purtroppo) il parlamento emanò nel 1992 la legge 257 che dettava norme “per la dismissione dalla produzione e dal commercio, per la cessazione dell'estrazione, dell'importazione, dell'esportazione e dell'utilizzazione dell'amianto e dei prodotti che lo contengono”.


Ottima legge che prevedeva una ammenda salata fino a 50 milioni di lire ai trasgressori, chi doveva disporre la rimozione dei materiali contenenti amianto, sia floccato che in matrice friabile (cioè regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano), che il costo delle operazioni di rimozione era a carico dei proprietari degli immobili, le agevolazioni salariali agli operai, al sostegno alle imprese che dovevano riconvertire la produzione,eccetera.

Poi sono seguite altre leggi, decreti, circolari, piani regionali. A dire il vero, caro amico X, è diventato un “ginepraio democratico”, in cui è difficile districarsi.
La gente tuttavia continua a morire di cancro, perché anche se non si produce e si commercializza più, l’eternit è presente dappertutto e chi ancora lo possiede, cerca di disfarsene abbandonandolo nei boschi, sugli argini dei fiumi, addirittura gettandolo in mare, come mi hanno riferito cittadini di un paese costiero. Costa veramente salato rispettare la legge e così notte tempo si cerca un posticino appartato e si scarica il famigerato prodotto nocivo all’ambiente e alla salute dei cittadini.

amianto


Secondo un documento sindacale del 2008 innumerevoli sono i siti industriali dismessi contaminati dall'amianto, che dal 1992 dovevano essere messi in sicurezza e bonificati.
Tantissime sono le discariche abusive e i depositi non controllati dove si è smaltito l'amianto.
Poche sono le regioni e le province che hanno censito la presenza di amianto e avviato i piani di bonifica.

L'approvazione del protocollo Amianto da parte della Regione Campania inizia a raccogliere anche il consenso dei comuni. ll protocollo approvato su proposta dell'assessore all'Ambiente Giovanni Romano, prevede la semplificazione delle procedure per la rimozione di piccoli quantitativi.
Si sono aperti in qualche comune gli “sportelli amianto”, che dovrebbero, uso il condizionale, svolgere molti compiti importanti che semplificano le procedure previste dalla legge, come:

1 - fornisce informazioni di ogni tipo sulla modalità di smaltimento dell’amianto e per la richiesta contributi;
2 –assiste in ogni passaggio burocratico il cittadino;
3 – fornisce l’elenco delle imprese della provincia abilitate alla bonifica (così ognuno può scegliere la migliore offerta);
4 – contatta l’ASL e l’ARPA per fissare sopralluoghi per la verifica della presenza di amianto e polverino;
5 – contatta il comune per il ritiro dell’amianto.

amianto


Però, quanto amianto abbandonato, anche di recente, trovo nei miei giri da cacciatore di rifiuti!

Saranno, senza dubbio,molti i comuni cilentani che non si preoccupano minimamente dell’ambiente e della salute dei cittadini – la legge prevede esplicitamente questo compito – ma sono anche i cittadini ai quali torna più comodo e conveniente scaricare il proprio amianto in luoghi appartati del territorio. Magari arrivando da un altro paese per non essere riconosciuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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