POVERE DUNE VITUPERATE DALLE GENTI
di Paolo Abbate | BlogAdesso ci si mettono anche i balordi con le loro evoluzioni in sella alle moto da cross a distruggere le dune ricche di vegetazione con gigli di mare.
Accade lungo la fascia dunale di Palinuro, ogni estate compromessa da lidi balneari sempre più numerosi, da abbandono di rifiuti, da parcheggi auto che arrivano fin sopra la vegetazione dunale, diligentemente tagliata dai gestori.
Succede anche sulla spiaggia di Trentova, se questo ci può consolare, dove “tracce di pneumatici – come si riporta in un giornale online - di diversi fuoristrada, con tanto di segni di testacoda, ancora oggi si presentano lungo tutto l’arenile agropolese”.
L’esempio più eclatante di grave compromissione della fascia dunale nel Parco nazionale è rappresentato sempre alle Saline dove sono in corso indagini della magistratura dopo l’esposto di associazioni ambientalisti. E’ sempre più urgente quindi la vigilanza delle varie polizie giudiziare e dei cittadini prima che lo scempio su aree protette avvenga, a volte purtroppo in modo irreversibile.

Queste zone protette da norme nazionali ed internazionali dovrebbero essere anche segnalate con apposita cartellonistica, come esiste alla Cala del Cefalo, tuttavia ormai diventata obsoleta.
Sulla duna dove sono avvenute l’evoluzioni con testa coda dei moto –balordi si osserva tra l’altro un grosso oggetto di sconosciuta funzione ben inserito nella sabbia, mentre una sbarra di ferro (probabilmente abusiva) chiude l’accesso al lido.

Ma per il pancratio gli eventi traumatici più gravi provengono dall’uomo. Anche nei luoghi dove tuttavia l'utilizzo della spiaggia si è mantenuto più a lungo sostenibile (vedi la duna di Paestum curata da Legambiente), la distruzione avanza; anno dopo anno le concessioni demaniali aumentano e i gestori ampliano poco alla volta lo spazio occupato dalle loro attrezzature. La stessa pulitura, ad esempio, dell'arenile con mezzi meccanizzati porta alla sparizione delle dune e del giglio, figuriamoci quando i traumi sono del tipo che abbiamo descritto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA







