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L’EROSIONE COSTIERA NON E’ DOVUNQUE NOCIVA

📅 venerdì 13 febbraio 2015 · 📰 AmbienteCilento

13022015 art abbate 01
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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

A Sapri per esempio madre natura è da qualche anno venuta in soccorso a risolvere il problema della riduzione progressiva dell’arenile della baia.

La spiaggia erosa dal mare si è spostata, grazie sempre al mare, sul lungomare (scusate la ripetizione del sostantivo mare), detto “seconda passeggiata”. Adesso si assiste ad una striscia di una ventina di metri di arenile che arriva fino agli eucalipti, sotto i quali potranno ripararsi, facendo meno dell’ombrellone, i molti turisti balneari che non trovavano mai posto nella vecchia spiaggia. Ammucchiati in tripla fila mentre gli spazi destinati ai numerosi lidi sono quasi vuoti. Che ingiustizia però!


Speriamo che i gestori di lidi non approfittino anche di questa nuova opportunità chiedendo concessioni anche sulla spiaggia detta “seconda passeggiata”. Quanto costerà, se così fosse, l’affitto di una palma o di un eucalipto?

sapri mareggiate


Il problema dell’erosione comunque ha precise responsabilità e tutti provano a trovarne le soluzioni più sostenibili, salvando la seconda passeggiata, a cui tengono molto i sapresi. C’è chi vorrebbe ricostruire i muretti tolti per far posto alle ringhiere con panchine. Potrebbero fermare le onde: vedi ad esempio il lido Lazzarella, sempre presente anche d’inverno, davanti al quale non si deposita un grano di sabbia. C’è invece chi vorrebbe demolire un bel tratto del lungo molo responsabile dell’erosione. Chi vorrebbe, vedi amministrazione di Santa Marina Policastro, smantellare il pennello con relativa barriera di massi a Capitello, responsabile della ormai disastrosa erosione della costa di Capitello stesso. Dimenticando tuttavia che il maxi porto di Policastro è il maggior responsabile dell’erosione a sud del medesimo paese.

sdraio su lungomare sapri


Insomma, ci ha pensato invece l’Unione europea, in barba agli studi dei maggiori esperti del problema, cioè i geologi, con 70 milioni di euro stanziati.

A risolvere il problema , che un giornale chiama “il grande affare”, sono previsti infatti quarantacinque pennelli, cinque celle, barriere, 1 milione e 200 mila tonnellate di massi, e 200mila metri cubi di sabbia . Non un grammo di cemento si assicura. “solo materiali naturali che, tra le altre cose, promettono di favorire anche il proliferare di specie animali quali spigole e mitili.

Naturalmente contro questo scempio si oppongono comitati quale “RinansciMare”, Legambiente, WWF Italia nostra eccetera, dichiarando ricorsi al Tar e campagne di mobilitazione.
“E’ in barba all’articolo 9 della Cstituzione italiana, alla Convenzione europeas per il paesaggio, agli strumenti di Valutazione ambientale e strategica” si ribadisce con forza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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