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LA CITTA’ ANCHE D’INVERNO

📅 sabato 4 aprile 2015 · 📰 AmbienteCilento

04042015 scavi
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foto autoredi Paolo Abbate | Blog

Quando Craufurd Tait Ramage, viaggiatore scozzese del Grand Tour dell’Ottocento, arrivò nel 1828 a Sapri trovò Il luogo, dove “sorgeva l’antica Scidro”, bellissimo. Il viaggiatore descrive il paese “con un aspetto di maggior benessere rispetto a quelli attraversati fin qui”. Le case erano circondate da “vigneti e giardini” da l’aspetto rigoglioso. “Gli alberi di aranci e limoni erano lussureggianti – osserva il viaggiatore che di simili frutti non ne conosceva l’esistenza . C’erano pure gli albicocchi (il crisciommolo come dicono i napoletani) che cresceva con “particolare rigoglio”. Insomma Sapri doveva essere il cuore del Golfo di Policastro, un tempo chiamato ”Sinus Laus”.

Ramage viaggiava solo e senza quasi equipaggiamento. Vestito con una palandrana con ampie tasche, bianca come le scarpe - tanto che non riesco ad immaginarmi come non si sporcasse- e soprattutto negli anni dei moti cilentani del 1828. Non trovò tuttavia pericolosi personaggi né movimenti rivoluzionari, ma solamente, dati i tempi, guardie sospettose e petulanti e paesani incuriositi della sua presenza.


D’altra parte viaggiava con lettere indirizzate ai facoltosi personaggi di ogni paese visitato che lo invitavano nelle loro case a mangiare e a dormire o a fare battute di caccia alle quaglie, allora numerose, c ome sulla spiaggia di Ascea. Si inerpicava ovunque alla ricerca di vestigia antiche, greco – romane, delle quali era un appassionato studioso.

Quando, dunque, sbarcò con una barca presa in affitto, nel “piccolo bellissimo porto” di Sapri subito cercò i resti dell’antica Scidro, letta su i testi latini.

In età romana infatti la baia ed il suo entroterra furono tenute in grande considerazione; visitata da Cicerone che la definì “parva gemma maris inferi” (piccola gemma del mare del Sud), possedeva “un'imponente villa marittima, munita di approdo, terme, teatro e mosaici di elevata qualità artistica (questi osservati prima della loro distruzione). Dell'edificio sono rimaste tracce su una vasta area in località Cammarelle (toponimo dell'area assunto dai depositi della villa, adiacenti al porto romano”.

art abbate


Chiunque arrivi oggigiorno a Sapri dalla statale 18 incontra subito, quale biglietto da visita, un palazzo fatiscente: l’hotel Traiano i cui lavori di restauro dovevano realizzarsi entro dicembre 2006. Subito dopo si trova ciò che rimane di questo notevole complesso residenziale marittimo, appartenuto alla potente famiglia Sempronia, costruito verso la fine del periodo repubblicano (I secolo a.C.), con una frequentazione che giunge sino al V secolo d.C.

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La campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza archeologica di Salerno “si è rilevata di estremo interesse, un'emergenza nel quadro dell'architettura romana in Italia meridionale... un punto di riferimento futuro per gli studi sulla romanizzazione di quest'area”. Così si esprime la Soprintendente Giuliana Tocco definendo i resti romani di Sapri.

Sicuramente, chiunque appassionato di archeologia voglia visitare i resti di questo complesso romano del I secolo a.C. rimarrà deluso se non scandalizzato per come è tenuto e tutelato. Sterpaglie, rifiuti, bandoni contorti e arrugginiti fanno bella presenza dappertutto.

Non ci stancheremo mai di citare l’indagine del prof.Mannheimer del 2011, dalla quale “si ricava che i criteri di scelta di una meta turistica, e comunque i primi elementi che vengono in mente all’83% degli italiani, sono l’offerta culturale, oltre che un ambiente non inquinato, la natura incontaminata, un efficiente sistema di riciclaggio rifiuti, la pulizia di spiagge e del mare e la qualità ambientale e l’integrità del paesaggio” . Eppure gli amministratori dei nostri giorni si affannano a promuovere seminari, tavole rotonde, assemblee di cittadini per lanciare il turismo per tutto l’anno, preoccupati quali sono del calo del turismo nel Cilento. Tuttavia, malgrado la martellante pubblicità di un mare cristallino, natura incontaminata, paesaggi “mozzafiato” , bandiere blu, spiagge libere , eventi di ogni genere, eccetera, il tanto agognato turismo che porta benessere stenta a decollare.

art abbate


Evidentemente c’è qualcosa che non va nell’offerta turistica. Non passa giorno infatti che non vengano denunciati occupazioni abusive di suolo pubblico, taglio di boschi, paesaggi aggrediti, dune fiorite passate con le ruspe, resti archeologici abbandonati o non valorizzati come si dovrebbe, case antiche lasciate cadere. E chi più ce ne ha più ce ne metta.


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Eppure la tutela dei territori e dell’ambiente è una priorità di chi ha la responsabilità di amministrare una città e i suoi abitanti. Si vorrebbe incrementare il turismo per tutto l’anno imbruttendo definitivamente paesaggi straordinari che sono la prima attrattiva turistica italiana?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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