SCHELETRI DI CEMENTO ARMATO: UN OLTRAGGIO AL PAESAGGIO
di Paolo Abbate | BlogGiorni fa è uscito (La Città, 4 aprile) un’intervista al procuratore generale di Salerno, Aldo De Chiara, capo dell’ufficio demolizioni, che trattava i possibili e doverosi abbattimenti di opere rimaste incompiute (e presumibilmente anche abusive). Opere che costituiscono un vero e proprio oltraggio al paesaggio oltre che consumo improduttivo ed inutile di suolo, sperpero di soldi e di risorse.
Il procuratore faceva presente che vi sono 300 denunce che non si traducono in fatti concreti. La demolizione tocca ai Comuni o può avvenire dopo la sentenza definitiva di condanna. Alla procura di Vallo della Lucania – continua De Chiara – risultano iscritte solo 10 procedure grazie alle sentenze di prescrizione: una vera iattura. C’è tuttavia una scappatoia: imporre il ripristino dello stato dei luoghi che il giudice deve imporre anche per il reato paesaggistico.
Ci sono fondi al ministero - afferma ancora De Chiara - ai quali si può accedere direttamente invece di eseguire l’ordine di abbattimento per il quale bisogna passare attraverso i Comuni. Notizia confortante: infatti comuni anche cosiddetti virtuosi non fanno abbattimenti, anzi si lamentano che vi sono “norme inefficaci”. Occorrono “processi veloci, pene certe e meno burocrazia” (parola di Pollica, Centola e Montecorice).
Insomma, il procuratore conclude affermando che occorre chiedere ai comuni per quale motivo sono ancora in piedi certi scempi. Il procuratore locale ne dovrebbe chiedere conto e “se non lo fa lui lo faremo noi”- afferma esplicitamente il procuratore di Salerno.

Collina di Sapri
Forti di queste autorevoli affermazioni, chiederemo al Procuratore generale di Salerno perché sono ancora presenti da anni scheletri incompiuti nel Cilento, partendo da una fascia costiera che va da Sapri a Pisciotta.
A Sapri esiste dagli anni ’50 l’ex cementificio (foto di copertina), pugno nell’occhio per la bella baia. Da due anni è sottoposto ad un balletto di promesse tra amministrazione e proprietà. E’ stato addirittura firmato un protocollo d’intesa per l’abbattimento, davanti al presidente e al direttore regionali di Legambiente. Ma si continua il balletto: tocca a me o tocca a te?. Tuttavia in realtà sotto sotto è probabile ci sia disaccordo su chi e su come gestire l’area una volta liberata dall’ecomostro. Ma Sapri possiede un altro scheletro di cemento armato sulla collina, vero e proprio scempio del paesaggio.

Nel territorio di Camerota ci balzano incontro, oltre quelli all’inizio del paese, due scheletri carichi di anni: addirittura, il secondo della foto, a pochi metri dal Mingardo.
A Capitello, sul lungomare tra paese e strada ecco apparire, facendo bella mostra di sé, un’incompiuta a due piani; ma forse sarebbero stati di più se non fosse stata fermata.

A Centola esiste sulla collina un intero complesso di cemento armato che costringe chi sale verso il paese a guardare altrove. Che dire poi dell’albergo affacciato sulla spiaggia proprio accanto all’albergo Le Saline?

La lista sarebbe ancora lunga, ma ci fermiamo a questi esempi che metteremo in un esposto al procuratore generale di Salerno, sicuri che non è a conoscenza di questi scempi, alcuni dei quali a Centola e Camerota in pieno Parco nazionale.
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