“IL VERO CONFLITTO E’ FRA L’UOMO E LA NATURA”
di Paolo Abbate | BlogLa costa si sta erodendo? E tutti hanno lo stesso pallino in testa! Riempirci di "pennelli" e di barriere soffolte, sfigurando 37 km di litorale e peggiorando così la qualità dell’acqua del mare, distruggere i residui cordoni dunali, per spengere definitivamente l’economia turistica.
Eppure si continua a progettare con un investimento di 70 milioni di euro il “risanamento” del litorale tra i comuni di Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli. Lungo il tratto di Paestum, in particolare, è prevista la realizzazione di 15 pennelli in pietra collocati dalla foce del fiume Sele a Ponte di Ferro. Si tratta, ci informano gli esperti, di una sorta di scogliera che dalla battigia va verso il mare per affiorare sull’acqua e terminare con una forma di “T”, dove si accumula la sabbia, in grado di interrompere le correnti.
“Il progetto, che prevede essenzialmente opere rigide (pennelli soffolti ma anche barriere soffolte), la stessa unione Europea a seguito di numerosi studi (es. Eurosion) ed esperienze passate lo reputa ormai inadeguato essenzialmente per i seguenti motivi: costi di manutenzione elevati, risultati poco o per niente soddisfacenti nel contrasto all’erosione; forte impatto ambientale; decadimento della qualità delle acque e rischio di prolificazione dell’Ostreopsis ovata (alga tossica)”.

L’opera è denominata Grande progetto “Interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno” con l’illusione di contrastare l’erosione marina. Ma in realtà la Regione Campania investe questi 70 milioni di fondi europei per gettare fumo negli occhi . In realtà ecco cosa comporterà: un milione e duecentomila tonnellate di massi movimentati, estratti da cave dell’entroterra, realizzando così 40 pennelli. Oltre 75 mila viaggi di camion e oltre 13 milioni di chilometri da percorrere, tre milioni di litri di gasolio da consumare e oltre settemila tonnellate di CO2 emessa, distruggendo così con i cantieri il mare e le spiagge.
Di intervenire sulle vere cause dell’erosione delle coste - quali mancato apporto di sedimenti dei fiumi, costruzioni di briglie lungo il loro corso e cementificazione ,costruzione di porti e di dighe, distruzione di fasce dunali eccetera - non se ne vuole assolutamente parlare.
Legambiente, e il comitato di diverse associazioni, prendendo atto della totale chiusura degli interlocutori, ha deciso di attivare un ricorso al TAR che sarà discusso il 5 novembre 2015 ed ha inoltrato una denuncia di infrazione della direttiva CEE Habitat al Parlamento Europeo.
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