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Intervista a Angelo Loia, domani sera alla “Festa del pane” di Trentinara

📅 martedì 16 agosto 2016 · 📰 Spettacoli-EventiCilento

16082016 angelo loia concerti

Parte, questa sera, l’attesissima “Festa del pane e della civiltà contadina” di Trentinara, premiataquale migliore evento del Cilento dell’anno 2015 con il premio Cilento Primula d’oro.

Fra gli ospiti di quest’anno, insieme a personaggi del calibro di Antonio Infantino, anche una delle punte di diamante della musica popolare cilentana: Angelo Loia.

Lo abbiamo intervistato.


Ciao, Angelo: prima di tutto presentati ai nostri lettori, per chi ancora non ti conoscesse.

Amo definirmi un emigrante “al contrario”, poiché sono cresciuto a Binasco (Milano) fino a trent’anni e poi ho lasciato la mia famiglia e sono sceso qui in Cilento. Complice sicuramente il percorso cantautoriale di Aniello De Vita, fratello di mia madre, che mi ha trasmesso la passione per la chitarra, ed ha lasciato a tutti noi un repertorio di riferimento riguardo la nostra terra e la nostra cultura. Ho accompagnato mio zio sin da quando avevo 13 anni per le piazze del Cilento, ed ora eccomi qui a portare avanti la nostra cilentanità.

Il tuo stile è un mix di musica classica (i tuoi studi chitarristici prendono piede da lì) e musica popolare: come nasce questa mistione?

Beh, come ho detto poco sopra, la radice è il lavoro di Aniello de Vita. Ho lavorato poi sui suoi brani immettendo ciò che appartiene al mio retaggio di studi (la chitarra classica) e la mia sensibilità artistica. Va da sé, i brani di zio Aniello sono perfetti così come sono, la loro esposizione però era un po’ datata, se mi passi l’aggettivo: lui era un po’ Muroliano (era molto amico di Roberto Murolo e molto si ispirava alla canzone classica napoletana), di conseguenza poco ascoltato da una fascia di pubblico più giovane. Il valore di belle canzoni però è universale, così ho provato a cambiare vestito alle sue canzoni, con arrangiamenti più freschi ed attuali, e così nasce un repertorio che oggi tantissimi conoscono, cantano e cercano. E così nasce anche Progetto Oiza, questa compagine di musicisti tutti cilentani, che da oltre 10 anni mi accompagnano credendo nel messaggio che De Vita ci ha voluto lasciare attraverso il suo repertorio, ovvero, rivendicare con orgoglio la propria identità e la propria appartenenza.

Il ricordo di tuo zio Aniello De Vita è sempre presente nei tuoi concerti e nella tua musica: vale la pena dedicargli, quindi, qualche riga anche in questa intervista.

Medico per vivere, cantautore per non morire. Amava così definirsi. Per me, un riferimento paterno. Antitetici in termini caratteriali, lui così preciso e diretto, io invece distratto e dispersivo, ma quando ci mettevamo con la chitarra in mano, ogni differenza spariva. Io e lui si parlava con la chitarra, condividendo momenti gioiosi o molto dolorosi. Era un dialogo molto molto intimo il nostro, unico e irripetibile. Con la chitarra e con la musica, io e lui ci intendevamo alla perfezione, tant’è che in molte sue canzoni degli ultimi anni, non si capisce dove finiva la sua creatività e dove iniziava la mia, ma tant’è c’è molto di mio nelle sue canzoni. Ma era un dialogo e uno spazio tutto nostro, ripeto, unico nel suo genere: non è possibile spiegarlo, né ho voglia di provarci… ne sono assai geloso! Mi manca… mi manca tantissimo.

Una curiosità, per chi ti conosce solo come musicista popolare, è la tua esperienza con Michele Monestiroli, collaboratore, fra i vari, degli 883: ti va di parlarcene?

Ah ah e dove sei andato a pescarlo Michele?.. Ahhh un genio, un vero e proprio genio. Non che non mi vada di parlarne, ma qui ritorniamo almeno a 25 – 28 anni fa… abbiamo studiato insieme in conservatorio a Milano, lui viola, e io chitarra, ma amava il jazz e il blues. Comprò un’armonica a bocca: tempo un mese e faceva soli incredibili e vinse nello stesso anno una serie di concorsi per armonica a bocca, successivamente gli regalarono un sax contralto, credo… non passarono due mesi e già veniva chiamato a suonare in band che avevano bisogno di fiati. Con me ci fu un periodo di grande creatività compositiva, e qualche esperienza insieme in termini di serata fu fatta.. poi la vita ci ha posto percorsi diversi.. ma lo ricordo sempre con grande piacere.. lui alla fine si è molto affermato come fiatista, arrangiatore e produttore, nonché molto conosciuto al grande pubblico come uno degli elementi storici degli 883. Comunque, siamo davvero alla preistoria: un altro mondo, un altro tempo.

Suonerai alla Festa del Pane di Trentinara: cosa deve aspettarsi il pubblico dal tuo concerto?

Cilento, Cilento e Cilento. Le nostre storie, le nostre melodie il nostro ritmo. Ci divertiremo.

Sarai accompagnato da qualcuno? Se si, presentaci i musicisti.

Assolutamente si, saremo in tanti: Denis Citera (batteria), Sergio Scavariello (voce) e Angelo D’Ambrosio (tastiere e chitarra), praticamente i Capobbanna, e poi, ancora, Francesco Citera (fisarmonica), Pietro Ciuccio (percussioni), Davide Sorrentino (basso), Tommaso Sollazzo (chitarra battente e strumenti etnici). Alla danza, Milena Acconcia e Antonietta Santoro. Insomma, il meglio del meglio nel territorio cilentano.

Progetti attuali e futuri?

Senza più procrastinare, entro quest’anno deve essere pronto il nuovo disco e un nuovo repertorio, ma per scaramanzia non aggiungo altro.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Beh, non può mancare il mio personale ringraziamento ad Alfonso Marino, che molto ha voluto la nostra presenza a Trentinara, e a tutto lo staff organizzativo. In modo particolare la mia storia artistica non può prescindere da Alfonso Guazzo, che abbraccio e ringrazio, così come da Terenzio Peduto, che cura l’aspetto audio-luci. Grandi professionalità, a Trentinara, che hanno contribuito a rendere grande il mio progetto. Un caro saluto va anche a Domenico Monaco, il Contastorie che spero voglia essere mio ospite sul palco la sera del 17.

Saluta i nostri lettori.

Un affettuoso e sincero saluto a tutti coloro che mi hanno dedicato del tempo leggendo questa breve intervista. Vi aspetto alla “Festa del pane” e, a prescindere dal mio concerto, c’è un calendario davvero bello e interessante. Una sera alla “Festa del pane” è sicuramente una sera spesa bene. Non mancate, ne vale la pena. Un abbraccio.

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