CHE BUONE LE CROCCHETTE DI FARRO BIOLOGICHE !

Ecco che sugli scaffali del mercato in bella mostra appare un nuovo prodotto biologico. Come non provarlo, anche perché si tratta di crocchette al farro, vegetale, ricco di proteine e di fibre. Proprio fatto per me, che ho tanto bisogno di fibre per il naturale funzionamento del mio intestino (insomma sono stitico).

Si legge sulla confezione: adatto ad una dieta vegana, si prepara in 5 minuti nella padella, 2 minuti al microonde. Leggo ancora di lato sulla scatola i Valori nutrizionali. Fanno proprio per me perché i grassi saturi sono 1,5 g , gli zuccheri 0,1, fibre 12,5 su 100 grammi di prodotto. Poi ci sono gli ingredienti, in piccolo naturalmente. Ne compaiono una ventina tra cui: olio extravergine di oliva, grano tenero, broccoli, fibra di avena, amido di frumento, olio di semi di girasole, porri, concentrato di pomodoro, basilico, aglio e naturalmente tanto farro (il 6 %). Altrimenti che crocchette di farro sarebbero.

Perché biologico? Rammenta la pubblicità sulla scatola. Ma perché le materie prime utilizzate sono prodotte con il metodo dell’agricoltura biologica che vieta l’uso di OGM, concimi e pesticidi di sintesi chimica, dal campo alla raccolta. Meglio di così - per chi vuole solo prodotti genuini, sicuramente biologici, vegetali, insomma ecosostenibili - si muore. Al proposito della salute, leggo che tra gli ingredienti c’è la carragenina addensante. Non conosco questo ingrediente e vado subito su internet per saperne di più. Internet è veramente utile!

Carragenina, sigla E407. Nuovi studi scientifici hanno sollevato seri dubbi in merito della sua sicurezza nell’impiego dei cibi tanto da portare alla creazione di una petizione rivolta all’ FDA ("Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali") con lo scopo di richiedere la rimozione della carragenina dalla lista degli additivi sicuri, perché sarebbe sempre più spesso legata a disturbi correlati alla digestione, alla sindrome del colon irritabile, addirittura anche a problemi più gravi come il cancro al colon. Insomma, “per decenni le industrie che utilizzano questo additivo alimentare lo hanno definito innocuo, mentre invece le ricerche scientifiche avrebbero collegato un suo utilizzo alla comparsa di tassi elevati di infiammazione gastrointestinale e disturbi anche più gravi” (Ambiente Bio -18 dicembre 2014 ).

Vatti quindi a fidare di queste industrie, soprattutto alimentari, che si ingegnano come meglio sfruttare le mode più seguite quali il biologico, il km 0, il colesterolo in eccesso, dieta vegana, eccetera, per realizzare facile profitto sulle debolezze umane. Ho quindi firmato la petizione e buttata la crocchetta rimasta (erano due). Era pure cattiva!.

A questo punto meglio una Coca cola e farsi una canna: almeno so che fanno male.

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