VILLE E VILLETTE CONSUMANO IL SUOLO
di Paolo Abbate | BlogImbattendomi spesso in costruzioni più o meno abusive di edifici residenziali, realizzati dove vi erano campi coltivati, oliveti, addirittura aree dunali e altri territori produttivi, mi viene subito in mente il grave problema del consumo di suolo. Il rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel suo rapporto 2015 attesta “come in termini assoluti il consumo di suolo in Italia abbia già intaccato ormai circa 21.000 chilometri quadrati del nostro territorio, con un valore di suolo consumato pro-capite che passa dai 167 metri quadrati del 1950 per ogni italiano, a quasi 350 metri quadrati nel 2013”.
La perdita dei servizi ecosistemici ha dei costi solitamente “nascosti” ma essenziali per la vita di tutti gli esseri viventi. Un territorio rimasto naturale garantisce diciamo all’infinito tali servizi. Pensiamo ad esempio all’approvvigionamento di acqua, cibo e materiali, la regolazione in caso di inquinamento, la capacità di resistenza ad eventi estremi e variazioni climatiche, il sequestro del carbonio e i servizi culturali e ricreativi (Salviamo il Paesaggio, Set.25, 2016 ).
Costi elevati, dunque, se si pensa che solo che la mancata produzione agricola nazionale è del 51% del totale, in aumento tra il 2012 e il 2015. “Una perdita grave perché non è una semplice riduzione ma un annullamento definitivo e irreversibile”. Poi segue il mancato sequestro del carbonio (18%) per l’impermeabilità del suolo occupato dal cemento. Infine la mancata protezione dell’erosione (15%) e i danni causati dalla mancata infiltrazione e regolazione dell’acqua nel suolo (rappresentano il 12%).
Purtroppo questo irreversibile consumo di suolo si regista sempre più frequentemente anche nel Cilento e in territori protetti. In un’ ampia area coltivata, ad esempio, vicino ad un torrente si costruiscono appartamenti bifamigliari a schiera ( vedi Porto del Fico); nel comune di Vibonati, lungo la strada nazionale, sia a destra che a sinistra, appaiono villette con piscina destinate a villaggio turistico. Che vacanza può godere, mi domando, un cittadino in un appartamentino a 20 metri dalla strada statale di grande scorrimento di giorno e di notte e a 700 metri dal mare? Che senso hanno mi domando ancora quelle costruzioni in legno di passerelle, piattaforme, casotti costruiti in area di duna arcaica ricca di flora tipica protetta, alla base della scogliera geoparco di Ascea marina?
Insomma, il consumo di suolo continua ancora a crescere (8 mq al sec). Le aree costiere sono naturalmente quelle più prese di mira. “Tra le cause – conclude Salviamo il Paesaggio - non c’è solo la domanda di case (ingiustificata se si considera che in Italia ci sono più di 7 milioni le case vuote, cioè una su cinque, come emerso da una recente indagine di “Solo Affitti”). Hanno un ruolo importante anche la rendita fondiaria e immobiliare”. C’è proprio da stare allegri!

© RIPRODUZIONE RISERVATA







