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IL RUOLO DELLA CULTURA PER LO SVILUPPO SOCIO/ECONOMICO DEL TERRITORIO

📅 sabato 29 luglio 2017 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Prima di ogni altra cosa, l’importanza della cultura è quella, di meglio comprendere le ragioni degli altri.
Il turismo e la cultura, permettono di conoscere genti e luoghi diversi; permettono, altresì, di ragionare con gli altri. Usando le radici e la riflessione, è possibile guardare al futuro con fiducia.
Per meglio promuovere, valorizzare e gestire sia il patrimonio artistico sia le attività culturali, è necessario che la cultura, uscendo dal ghetto della solitudine e da atteggiamenti elitari, si rapporti anche con la gente comune ed al territorio.

Attraverso la cultura si possono registrare sinergie operative, proposte e progettualità di sviluppo territoriale ed un qualificato turismo culturale.
La cultura va promossa attraverso Convegni e Seminari tecnici, attraverso cui affrontare i temi dei beni e delle attività culturali, del management dei beni e delle istituzioni culturali, dei Musei, delle Gallerie d’arte moderna e contemporanea, dei flussi turistici legati ai beni culturali ed ambientali, per lo sviluppo del territorio.
La cultura va promossa e diffusa, utilizzando la figura dell’operatore culturale e di esperti in scienze delle comunicazioni; l’azione della comunicazione è particolarmente importane per la valorizzazione e divulgazione dei beni e delle attività culturali.
Va aperto e con urgenza, un ampio dibattito per la valorizzazione e la divulgazione dei beni culturali che hanno una stretta connessione con le attività culturali ed il territorio.
L’educazione ai beni culturali, all’ambiente, al territorio, richiede una forte presenza delle istituzioni pubbliche, con interventi formativi organici ed efficaci.
L’investimento delle risorse per la promozione della cultura e dei beni culturali, è un investimento di grande rilevanza; i risultarti che ne conseguono, sono superiori ad ogni iniziativa.
Purtroppo al Sud e nella nostra Regione, dove le Amministrazioni sono in continuo affanno per la gestione degli interventi ordinari, per assicurare i servizi primari al cittadino, si sacrificano con disinvolta facilità, le risorse per la cultura.
La maggior parte dei bilanci comunali non destina risorse per la cultura, che è considerata un “bene di lusso”, di non uso comune.
Queste logiche, purtroppo fanno male allo sviluppo della persona umana che in Campania, non riesce non solo a soddisfare, ma neppure a pensare ai “desideri”, per una vita di qualità, in quanto, la gente, è sempre in affanno, alla ricerca di soddisfare i bisogni primari della vita di tutti i giorni.
Per lo sviluppo del territorio e la crescita culturale della gente, nel nostro Paese, a partire dagli anni novanta, si è inaugurato il nuovo corso della cultura del decentramento; due leggi di riferimento: la 142 e la 241; sono entrambe del 1990.
Purtroppo, successivamente all’entrata in vigore delle due richiamate leggi, è mancato un adeguato processo di qualificazione professionale capace di esercitare con competenza e professionalità le nuove funzioni conferite agli Enti territoriali, corrispondendo così, con la dovuta celerità ed efficacia, alle richieste di cambiamento e di sviluppo, da parte dei cittadini.
Per ricomporre la frattura fra le “due Italie”, per garantire l’unità e la coesione dell’identità nazionale, occorre affrontare e risolvere i problemi politici, economici e soprattutto dei ritardi culturali del Mezzogiorno d’Italia.
La “questione meridionale”, una questione ancora aperta e dalle non facili soluzioni, è soprattutto una questione di arretratezza culturale.
Si tratta di cause storiche, purtroppo endemiche, che vengono da lontano; vanno risolte nell’interesse del Sud e del Paese.
La crescita sociale, politica, economica e culturale del Mezzogiorno, va ricercata al di fuori del vecchio sistema degli interventi straordinari e/o di tipo assistenziale.
Il Sud, in modo diffuso, attraverso “politiche qualificate” che devono essere politiche dalle profonde radici culturali, deve recuperare una sua autonoma capacità di crescita e di sviluppo socio/economico.
La cultura per il Sud e la Campania, è motore di sviluppo. Lo sviluppo culturale, anche a livello locale, deve essere considerato in un contesto di mondializzazione.
La cultura, con la sua principale componente, che è quella dell’”ambiente quotidiano”, ha la capacità di favorire e dinamizzare lo sviluppo.
Attori primari della politica culturale sono: i Comuni, le Associazioni e lo Stato.
Le Associazioni culturali hanno l’importante compito di amplificare l’azione culturale dei poteri pubblici e con lo slancio spontaneo, contribuire allo sviluppo.
La cultura, nelle sue molteplici forme di espressioni, contribuisce alla valorizzazione di potenziali sia collettivi sia individuali e favorisce la piena realizzazione della personalità; rappresenta, il più efficace vettore dello sviluppo.
La cultura ha delle funzioni sociali e riesce a conferire un senso allo sviluppo.
Dalla cultura dell’oggetto (case, infrastrutture, strade, merci, capitali), privilegiata negli ultimi 30 o 40 anni, bisogna passare alla cultura del soggetto, funzionale soprattutto per instaurare legami per “vivere insieme” e per ricercare l’aspetto qualitativo della vita.
Attraverso la cultura del soggetto, è possibile dinamizzare le comunità locali, facendo superare consolidate situazioni di passività e di rassegnazione.
Le energie culturali sono determinanti allo sviluppo del territorio. Il primo fondamentale ruolo è di parlare del territorio, dei suoi problemi, delle sue complessità, delle risorse necessarie a promuovere i processi di cambiamento e di sviluppo.
I saperi culturali, devono essere “saperi” per il territorio, al punto tale da ridurre anche le distanze tra chi governa il territorio ed il cittadino (per la Campania, come detto da Percy Allum, c’è ancora troppa distanza tra chi governa ed i cittadini).
Per ridurre queste distanze, in Campania, è necessario che il “potere” deve sapersi fare cultura; è possibile, se si mettono in moto i protagonisti sociali e culturali.
La rinascita dello sviluppo in Campania, passa attraverso il protagonismo e le esperienze vissute della maggioranza di cittadini.

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