L’ITALIA CHE CAMBIA. C’ERA UNA VOLTA L’AGRICOLTURA
IL MONDO CHE CAMBIA
di Giuseppe Lembo | BlogNel Mondo dalle profonde mutazioni genetiche ed antropologiche, orientate verso un Futuro che si nega al presente e soprattutto al passato, tutto è interessato da cambiamenti che sono assolutamente altro, rispetto al passato e non hanno in sé la necessaria e saggia forza di Futuro.
Trattasi di cambiamenti fortemente innovativi, soprattutto per le tecnologie usate, ma sempre più distanti dal fare umano condiviso, con al centro l’Uomo della Terra.
Anche il settore primario del Mondo e dell’Italia che cambiano e sempre più in fretta, va subendo profondi cambiamenti; tanto, con sempre più invasivi influssi, innovativi e tecnologici, per meglio sfruttare in modo poco naturale, le risorse della Terra, di cui l’Uomo non può fare assolutamente a meno, trattandosi di risorse che garantiscono la vita di ciascuno di Noi. La vita di ciascun Uomo che, non potrebbe vivere se non avesse il cibo della Terra che, l’Uomo in simbiosi con il suolo risorsa di vita, ha sempre coltivato con umana discrezione, nel saggio rispetto della Natura e della Terra, Madre buona e generosa generatrice di VITA.
Questo non significa negarsi al cambiamento del Mondo e nello specifico al cambiamento italiano che molto da vicino è parte di Noi.
Sappiamo molto consapevolmente che viviamo un tempo nuovo con un’umanità in cammino dal locale al globale.
Con le tante diversità-ricchezza che incontrandosi diventano, rispetto al passato, parte viva di un altro Mondo.
Un altro Mondo a cui bisogna saggiamente saperci credere e lavorarci senza dismetterne le prerogative fondamentali che sono, soprattutto e prima di tutto, prerogative umane, culturali assolutamente insostituibili.
Siamo in cammino con percorsi di vita sempre più deviati; con percorsi di vita forse ancora umanamente possibili, sapendoci lavorare e non facendo mai venire meno gli obiettivi fondanti, in quanto obiettivi di vita, basati sull’universalità dell’ESSERE IN DIVENIRE.
Occorrono sempre e comunque, le necessarie certezze umane, a garanzia della LIBERTÀ umana e dei Diritti umani.
Occorre, per il Nuovo del Mondo, tanta, tanta saggezza! Per questo fine, assolutamente necessario al Futuro del Mondo, occorrono saperi e conoscenza diffusa.
Occorre leggere le sagge pagine del libro di Galileo Galilei “Dialogo sopra i due massimi sistemi del Mondo”. Tanta e tale conoscenza, è necessaria per rinsavire e riprenderci la percezione, tristemente sconvolta, dell’Universo, così come c’era stata consegnata dalla tradizione.
Oggi non c’è niente di tutto questo; siamo ad una tabula rasa, con l’Uomo della Terra che, tra l’altro, sa sempre meno ricordarsi della provvisorietà della propria esistenza.
Bisogna ripartire da qui, per vivere bene la propria vita con gli Altri della Terra e con la Natura, il cui rapporto deve essere sempre di armonico ed intelligente equilibrio.
Tanto ho ritenuto utile premettere in senso generale e con riflessioni di particolare attenzione valoriale, per parlare in questo mio scritto, della Terra e del paesaggio in Italia e nel Mondo in continua e crescente trasformazione; una trasformazione che, deve tra l’altro, fare i conti con il clima sempre più ammalato, con conseguenze devastanti per il Futuro.
Tanto nel Mondo ed insieme al Mondo in Italia, in cui c’è il nuovo sconvolgente; un nuovo sempre meno umano e naturale, così come nella mutazione genetica, il frutto dell’innovazione e di tecnologie che cancellano sempre più, tutto del nostro passato che, senza certezze per il futuro, viene disumanamente dismesso e cancellato e così negato al Futuro.
Nel Mondo e nell’Italia che cambia, ci ritroviamo con un sistema Natura-Terra, dalle caratteristiche sempre più sconvolgenti e con un paesaggio umano-territoriale, cambiato nel profondo, ad un punto tale che è assolutamente difficile riconoscerne le caratteristiche di provenienza, così come ereditate dal vecchio mondo contadino, per il quale la Terra era il cibo e quindi la vita e non business speculativo con percorsi sempre più disumanamente innaturali di cibo spazzatura, lontani anni luce dalla giusta continuità e conservazione del proprio Mondo, a cui si sapeva saggiamente “volere bene”.
Alla base di questa ruralità nuova, dal modo disumanamente sconvolgente, ci sono le politiche senz’anima di un’economia “dominus” del nuovo che tutto può ed a cui tutto, dico tutto, si deve.
Se questo è il nuovo sconvolgente e travolgente del Mondo in questo tempo nuovo, all’inizio del Terzo Millennio, c’è da avere veramente paura. C’è, in modo drammatico, da allarmarsi.
Alla base di tutto questo falso nuovo del Mondo c’è, prima di tutto e soprattutto, l’ipocrisia della politica che fa il suo corso sbagliando tragicamente e creando, sbagliando, difficoltà crescenti per il Futuro del Mondo, un Futuro sempre meno certo ed a termine, in quanto senz’anima e tristemente cancellato.
Il nanismo umano è prevalente rispetto alla saggezza umana, un valore aggiunto, patrimonio sempre meno diffuso dei pochi d’Italia che, ancora credono nell’ESSERE e nei suoi valori di umana universalità che, non muoiono mai.
Purtroppo, il Mondo e sempre più, vuole altro; vuole benessere finalizzato al sacro principio del tutto per sé; vuole consumismo di tutto e di più, sprecando, con indifferenza risorse esauribili e non rinnovabili, sempre più necessarie a garantire la vita dell’Uomo sulla Terra.
Il consumismo sfrenato non risparmia niente e nessuno.
Il più tragico degli sprechi è quello dell’uso-abusato degli alimenti; l’uso di un cibo spazzatura, prodotto sempre più al solo fine di fare business, con grave danno per la salute e la stessa qualità della vita, considerata sempre meno un valore umano, esposta all’indifferenza di chi governa ed ai gravi rischi di un egoistico insieme umano, tragicamente confuso ed attento al solo tutto per sé.
Purtroppo, l’umanità disumana del nostro tempo, con assoluta e grave indifferenza, si nega agli altri della Terra, in tutto e per tutto quanto riguarda l’Uomo che vive, facendosi male, pensando unicamente e sempre più, solo a se stesso.
Tanto, anche nell’uso-abusato del cibo, un prodotto con le caratteristiche del cibo spazzatura, usato egoisticamente, abusandone ad un punto tale da comprometterne le potenzialità di produzioni capaci di sfamare ben 11 miliardi di esseri umani, con una differenza di uso-abusato che dall’abuso egoistico, passa ad una mancanza da “morte per cibo” che ancora disumanamente colpisce in ogni angolo del mondo, facendo stragi di uomini, bambini compresi.
Così, proprio non va!
Non va, assistere indifferenti agli sprechi delle risorse alimentari che, saggiamente prodotte e distribuite, devono saper garantire la vita sulla Terra, di tutti gli uomini che la abitano, non negando a nessuno il sacro, umano diritto alla vita, un diritto che da sempre la civiltà contadina riusciva a garantirsi, soddisfacendo in senso diffuso, il necessario bisogno di vivere e/o almeno sopravvivere, purtroppo, sempre più negato da una società industriale che ha sempre più industrializzato anche il cibo spazzatura per i soli fini di business, negandosi, così facendo di cicli produttivi della Buona Terra, trasformandone la qualità da cibo naturale, sano e genuino, in cibo spazzatura al solo fine di un’economia senz’anima che questo e solo questo vuole, manifestando disumana indifferenza per l’Uomo della Terra che può anche morire di economia negata; di economia disumanamente cancellata.
Ma, per riprendere ed approfondire il discorso di partenza, il primo grave problema per l’Uomo del nostro tempo è la Terra, con il cibo, grande ed insostituibile risorsa di vita.
C’è, nella sua produzione, sempre più disumanamente speculativa, una grande confusione.
Le potenzialità della Terra per sfamare il Mondo sono enormi; a regime nel rigore tecnico-scientifico di un cibo per l’Uomo, arriva a soddisfare la domanda di ben 11 miliari di persone. Tanto, nel corretto rispetto di regole sagge ed umanamente condivise, evitando speculazioni e sprechi per cui oggi non si riescono a nutrire neppure gli otto miliardi di persone, che vivono sulla Terra, con in tante parti del Mondo, gente che indifferente al Mondo, muore tristemente di fame, per mancanza di quel cibo-vita che si spreca e-o diventa negato per chi non ha le risorse necessarie a comprarlo e così non morire di fame.
Che tristezza pensare di ritrovarsi a vivere in un Mondo così fatto!
In un Mondo che fa morire chi nasce per vivere, negando all’Uomo il cibo della Terra, un insostituibile oro del Mondo per il Futuro umano, sempre più gravemente ammalato di UOMO.
Siamo ormai e sempre più, ad un Mondo che cambia! A raccontarlo è il potere della parola e delle idee che fanno camminare il Mondo.
Ma in quale direzione vanno questi cambiamenti, purtroppo, poco umani ed altrettanto poco rispettosi della Madre Terra che, in Italia e nel Mondo, è sempre meno vista in questa sua grande universalità condivisa?
Nel passato l’Uomo viveva saggiamente con un fare dell’umanità saggiamente parco nei confronti della sacralità del cibo e nel confronto solidale delle idee che, ieri come oggi, sono necessarie a dare la giusta continuità e conservazione al proprio Mondo.
È importante e necessario, considerando il Mondo così com’è e con il Mondo l’Italia, fortemente confusa e dal Futuro sempre più negato, sapere saggiamente riflettere e capire i percorsi del cambiamento che, da agricoli sono diventati da civiltà industriale ed oggi post-industriale, in una dimensione allargata, con un’umanità diffusa ed in cammino sempre più, senza confini, da Mondo Globale.
Tutto questo è il nuovo del nostro tempo; un nuovo che non sa volersi bene, in quanto sa volere sempre meno bene all’UOMO della Terra, compromettendone in modo tragico, le radici, l’appartenenza e tristemente l’identità umana di provenienza.
Tutto questo non deve assolutamente compromettere i territori della Terra, cancellandone le diversità, una grande ricchezza, indispensabile per evitare che, il mondo globale diventi un regno degli invisibili, senza caratteristiche identitarie.
Ho ritenuto saggio e giusto vedere e parlare del cambiamento del Mondo, dell’Italia in particolare, attraverso il passato agricolo, un tempo fortemente umano ed altrettanto fortemente legato alla Madre Terra.
Al centro di questo Mondo che è così fortemente cambiato, da poter dire che, purtroppo, non c’è più, c’era un saggio e rispettato geocentrismo, in uno con un altrettanto saggio protagonismo dell’antropocentrismo che, come ci dimostra la storia, sono valori in sé assolutamente inseparabili.
Assolutamente inscindibili l’uno dall’altro, in quanto valori dalla forte empatia d’insieme.
Nella loro armonia ed equilibrio d’insieme, c’è sempre stato il Futuro del Mondo; un Futuro ancora oggi possibile se riesce a recuperare e quindi di conservare il buono e saggio rapporto Uomo - Terra, Uomo - Ambiente - Natura. Se tale rapporto, continua a subire percorsi deviati, così come sta sempre più, succedendo oggi, il nostro sarà un Futuro sempre più, disumanamente negato; sempre più, disumanamente cancellato, pronto a regalare al povero Uomo della Terra, il solo grave e triste disastro di vecchie e nuove povertà umane.
Il Nuovo del Mondo e dell’Italia in particolare, per essere saggiamente tale, non deve assolutamente cancellare il passato, compromettendone le radici, l’appartenenza, l’identità umana; sono risorse saggiamente importanti che servono anche al Futuro, soprattutto nel rapporto Uomo-Terra. Tanto deve essere responsabilmente fatto per evitare che, il disastro di un caos indefinito faccia male alla Terra, trasformandola sempre più nelle sue “intoccabili” caratteristiche con il grave risultato, di disastro annunciato.
A chi giova maltrattare la Terra? A chi ed a che cosa, in questa mutazione senza fine Terra-Uomo, giovano le azioni di un indefinito cambiamento distruttivo che alla fine danneggiano tutto e tutti?
Che fare? Bisogna fermarsi a riflettere sul folle e suicida comportamento di chi si accanisce in modo violentemente distruttivo contro la Terra, facendole un male da morire e negando, così facendo, l’Uomo per il suo fare sempre meno saggio ed aggressivamente distruttivo, causando alla fine del percorso, la triste e disumana fine di tutto, dal locale al globale del Mondo.
Per evitare di farsi sempre più male, occorrono nuovi percorsi di umanizzazione, riconoscendo all’Uomo della Terra che la sua ricca identità non sta nel possesso ma, prima di tutto, nella saggia relazione e condivisione umana.
Tutto questo e per questo percorso, ci viene incontro il pensiero filosofico di E. KANT che ci lascia in eredità il suo saggio messaggio/testamento di grande valore umano, secondo cui “La premessa di ogni virtù è il rispetto”.
Umanità del NIENTE, meditate, meditate saggiamente! Fermatevi ed invertite la vostra corsa della vita che, così facendo, ha per fine ultimo, il solo NIENTE UMANO; il solo NULLA DELL’ESSERE che, così facendo si nega al DIVENIRE.
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