CARA ITALIA FERMATI! Conserva un’anima viva alla tua gente che sta morendo d’Italia
Prima che sia troppo tardi, smettila di farti male!
di Giuseppe Lembo | BlogCara Italia, cara meravigliosa e bella Italia nostra, così proprio non va!
Così non può e non deve assolutamente essere! Facendoti un male da morire, la tua gente, sempre più senz’anima, è ridotta a triste comparsa di un insieme umano-disumano, dal sempre più aggressivo mondo del crescente ed universalmente diffuso del solo Nulla dell’avere-apparire, che si rifiuta all’ESSERE IN DIVENIRE e che sta morendo d’Italia.
Le parole che oggi, si trovano impresse a fuoco, nel cammino italiano, sono quelle della “DISMISSIONE” e della “DELOCALIZZAZIONE”.
Di dismissione e delocalizzazione, causa di tante gravi sofferenze italiane, l’Italia sta morendo!
L’Italia, sempre più povera, cancella il “tutto italiano” negando sempre più, i diritti alla persona così come costituzionalmente previsti e codificati dall’universalità dei diritti umani per l’UOMO, sempre più indifferenti per il presente e soprattutto per il Futuro della povera Italia nostra, tristemente sedotta ed abbandonata e dal Futuro sempre più negato.
Purtroppo, oltre alle tante sofferenze italiane, dalla Salute al Lavoro, dai Diritti alla persona alle crescenti povertà diffuse, con un’altrettanta diffusa e crescente indifferenza per gli ultimi d’Italia, siamo ad un Paese che, prima di tutto e soprattutto, sta morendo nella sua umanità, nella sua anima d’insieme, nel suo impegno a riconoscere il cittadino, in quanto UOMO, al centro della società italiana; tanto, negandolo ai naturali ed umani suoi diritti che, essendo parte di NOI, nessuno, in nessuna parte del Mondo, soprattutto se libera e democratica, può negare al cittadino che ne fa parte, come singolo e come insieme umano, cancellandone, così facendo i valori di cittadino-uomo, libero e democratico.
Di cittadino che deve potersi sentire parte viva ed attiva di un sistema che non può vivere e tanto meno sopravvivere, se non ha in sé un’anima d’insieme; se non ha l’anima del POPOLO PROTAGONISTA e SOVRANO che, quest’Italia oscurantista, con arrogante confusione per tutti, appellandosi a stravaganti forme di potere unico, va tristemente cancellando, cancellandone il ruolo del cittadino protagonista di sviluppo, di democrazia e di saggio cammino d’insieme che, come ci insegna la storia, deve centralmente affidarsi e fidarsi del popolo sovrano, dal ruolo attivamente partecipato, assolutamente insostituibile. Tanto, creando gravi sofferenze italiane, con anomalie ed incertezze che ci negano tristemente al Futuro.
Il cittadino italiano, nel suo rapporto governanti/governati, è stato sempre più cancellato, cancellandone la sua centralità ad un punto tale da essere ridotto al triste ruolo di suddito; al maledetto ruolo di cittadino dai diritti negati e sempre più cancellati, trasformando la società civile italiana, in una società sempre più senz’anima e senza saggia identità di un’attiva appartenenza valoriale, dismessa come le tante altre cose italiane sia immateriali che materiali, creando il vuoto italiano del qualunquismo sempre più diffuso e che oggi è tristemente e pericolosamente parte di Noi, facendo un male da morire al cittadino italiano ed al suo insieme, tra l’altro, rassegnato e preso dal sentire comune del “non c’è niente da fare”; del “così è” e “così deve essere”.
Da tanto ne consegue un insieme italiano indifferente a tutto e soprattutto a quella politica che, per non negarsi al Futuro, ha assolutamente bisogno dell’Anima viva del popolo che, nessuno e niente può mettere da parte, se non vuole vivere, facendosi un male da morire, gli inevitabili percorsi di mondi lontani anni luce gli uni dagli altri, con indifferenza crescente per la società civile, per crisi di valori, di cultura e di una politica sempre più, come ha scritto Biagio De Giovanni sul quotidiano Il Mattino di domenica 28 gennaio 2018, senza i politici, anello di congiunzione con la società che, si è trovata sempre più ed in modo crescente, senz’anima, mancandone la “progressività di valori culturali e politici”.
Tutto questo non c’è e fa un male da morire all’Italia ed agli italiani dalla condivisione cancellata, con percorsi silenziosi, affidati ad un non comunicare, il frutto di un non partecipare, da mondi separati ed assolutamente incapaci di guardare nella realtà della vita, soprattutto di quella rappresentanza del potere unico che si sente investita a divinis nell’autorità di un ruolo dovuto ed a cui il consenso è un atto dovuto, perché “così è, se vi pare”.
Povera Italia nostra! Che tristezza italiana! Così proprio non va! Siamo, ad una triste resa dei conti! Siamo ad un dilettantismo italiano che, fa male, tanto male all’Italia e che gli italiani, i populisti italiani, con il partito del non - voto che si nega alle urne, danno segnali forti da prendere in debita considerazione, avendo in sé l’obiettivo dichiarato di cancellare il professionismo politico senz’anima, fortemente qualunquistico ed arrogantemente indifferente al ruolo centrale del cittadino italiano, ormai stanco di “uno stare a guardare politico” da troppo tempo imposto e non più tollerabile, considerate le condizioni di morte sicura a cui va tristemente incontro il FUTURO ITALIANO.
Cara Italia, purtroppo, così proprio non va! La tua sofferenza infinita ha tristemente per protagonisti gli italiani; la tua gente oltre a vivere in condizioni di gravi sofferenze nel presente, è sempre più negata al Futuro. Che maledetta condizione italiana!
Gli italiani vanno alla saggia ricerca del nuovo italiano; tanto, per non morire d’Italia.
Gli italiani vogliono protagonismo e partecipazione! Voglio un mondo politico che li rappresenti responsabilmente, evitando di essere maltrattati ed indifferenti a chi li governa, per un tragico buco nero nel rapporto governanti/governati, tra l’altro in sé, un vero e proprio scempio dei diritti umani che, purtroppo e sempre più, sono diritti negati; sono diritti cancellati, facendo un male da morire all’Italia ed agli italiani che, nell’indifferenza dei loro governanti, subiscono dal professionismo politico, dal crescente dilettantismo dell’improvvisazione, il grave umano individuale e di insieme sociale, di un Futuro italiano sempre più negato.
Tutto questo è parte di un patrimonio di sofferenze maledette subite dagli italiani poveri cristi, sempre più funzionali ai soli interessi dei potenti e dei privilegiati d’Italia che, al Sud hanno il volto del sempre feudale, assolutamente difficile da cancellare, crescente causa di corsi e ricorsi storici che, ormai stanchi del potere-strapotere dei potenti-prepotenti, chiedono a viva voce, di progettare insieme il Futuro. Un Futuro che ha bisogno di esempi virtuosi di sostenibilità umana che, facendosi un male da morire, non è più parte di NOI.
Con questa triste e diffusa disumanità italiana, per il 4 marzo 2018, c’è la domanda del nuovo italiano. Di un nuovo che si deve necessariamente tradurre nel Futuro di innovazione e di tutela per un’Italia nuova e saggiamente in cammino da protagonisti e non più sudditi di un mondo italiano tristemente negato al Futuro, con la società civile senz’anima e senza concreti segnali di riscatto da sudditi a protagonisti; tanto, per un mondo umanamente nuovo; tanto, per un’Italia saggiamente nuova, con gli italiani, risorsa italiana, centrali per nuovi e concreti percorsi di civiltà italiana, cancellando questa triste Italia, buco nero della civiltà italiana.
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