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Un Mondo dalle “inquietudini collettive”. ITALIA DALLA SANITA’ AMMALATA

Al Sud è in un coma profondo, con scenari tristi dal futuro umanamente negato e dalla solidarietà umana tristemente cancellata anche nella sofferenza.

📅 venerdì 2 marzo 2018 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Purtroppo, il nostro Paese, è sempre più ammalato di sanità. La sanità pubblica italiana, soprattutto al Sud, tra non risposte, ritardi ed errori di percorso, non si traduce in sanità-salute.
Negandosi ad un diritto costituzionalmente garantito, non riesce a dare agli italiani, percorsi certi di SALUTE ITALIANA.

Tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, unanimemente voluti dai nostri Padri Costituenti, oltre al lavoro, alla libertà individuale e di insieme, nella prima parte, troviamo il diritto dei cittadini alla salute.
L’assemblea costituente con la Costituzione approvata il 22 dicembre 1947, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1 gennaio 1948, ha regalato all’Italia ed agli italiani del presente e del futuro, un grande strumento di vita italiana.
Un grande ed insostituibile strumento di vita italiana, con saggezza dei diritti garantiti ai cittadini. È stato un saggio regalo dei Padri Costituenti al Futuro, a benevola ed amorevole testimonianza di amore per il Futuro da parte dei padri italiani che hanno duramente lottato per un’Italia nuova.
L’Italia, per Costituzione è attivamente impegnata a difendere la salute italiana; tanto, con interventi di difesa e di tutela sia individuale che collettiva.
Il Diritto alla Salute è disciplinato dall’articolo 23 della Costituzione che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Dopo avere opportunamente richiamato la Costituzione ed il suo cammino, con la dovuta attenzione mi soffermo a considerarne i suoi mali di percorso ad un punto tale che il costituzionale “Diritto alla Salute”, è per tanti un solo diritto di carta, in quanto tristemente negato dalla sanità italiana che non è mai diventata SANITÀ/SALUTE, soprattutto per gli indigenti dalla salute sempre più tristemente negata, in percentuali che fanno tremare le vene ai polsi ed offendono le sagge volontà dei nostri Padri Costituenti. Sono allarmanti le cifre degli italiani poveri, impossibilitati ad accedere alle cure, così come previsto dall’articolo 23 della nostra Costituzione. Per gravi condizioni di indigenza, oggi 11 milioni di italiani non accedono alle cure.
Questa triste considerazione umana fa in modo che il diritto alla salute diventi di fatto diritto negato e causa di ingiustizie sociali che spingono all’indietro la povera Italia nostra, cancellandone, tra l’altro, anche i diritti costituzionali. Purtroppo, siamo in un grave tradimento italiano.
Con la negazione del Diritto alla Salute, nel nostro Paese vengono sempre meno i diritti dei cittadini.
Quello della Salute è il primo inviolabile diritto. Tale non è per l’Italia che facendosi un male da morire, con fare complice, si nega alla salute dei suoi cittadini esposti disumanamente a vecchi e nuovi mali, senza difese e/o tutele, come per i danni causati da inquinamento, dalle droghe, dalla prostituzione e da tantissimi altri mali, cause di sofferenze sociali che recano un danno da morire alla dignità umana degli italiani.
I mali che ormai sono parte integrante del Diritto alla salute, di fatto, tristemente diritto negato, sono tanti e purtroppo crescenti.
Che fare? Certamente, facendo finta di NIENTE, non c’è da starsene a guardare. Occorre agire ed in fretta. Occorre, soprattutto, agire con saggezza.
L’impegno della sanità, soprattutto pubblica, ma non solo, oltre a curare responsabilmente le malattie, deve tendere a prevenirle, riducendo così le sofferenze delle persone ammalate ed i costi sempre più alti di un sistema/salute che ha sempre meno soldi per andare avanti, permettendo al carrozzone sanità di curare senza prevenire, sprecando; sprecando risorse che, tra l’altro, l’Italia non ha e ne rendono sempre più debole e fragile il sistema, a grave rischio implosione.
Tra i mali della sanità pubblica c’è anche quello di un vuoto pressoché totale di umanizzazione della sanità nel suo sistema farmacologico/ospedaliero.
Si tratta di un saggio, importante obiettivo, non più trascurabile. Tanto al saggio fine, non solo di curare le malattie, ma di prendersi cura delle persone in quanto “UOMO”.
Si tratta di una grande necessità italiana non più trascurabile; una necessità tristemente assente dal “SISTEMA SALUTE ITALIANO”, centrato tutto sulle malattie e sulle cure, con assoluta indifferenza per la persona ammalata in un sistema sanitario fatto di ospedalizzazione e di medicalizzazione, dove non conta niente l’”UOMO AMMALATO”; tanto, facendo venire meno le politiche dei diritti umani della persona ammalata.
Nel nostro Paese e soprattutto in molte realtà del Sud, tristemente abbandonate a se stesse, c’è una grande necessità di umanizzazione sociale e di un diritto della persona, purtroppo, sempre più spesso cancellato, con gravi e diffuse sofferenze umane e sociali.
È una certezza valoriale italiana il nuovo umano nella sanità sia pubblica che privata. Non basta assolutamente curare la sola malattia; oltre alle cure per guarire dai mali fisici, è necessario prendersi cura della persona. Così come dimostrato da attenti studi scientifici, nel 70% dei casi, le terapie si rivelano utili ed efficaci se il malato ha in sé, un alto livello morale.
L’umanizzazione delle cure medico/sanitarie è una necessità per un saggio e giusto sistema sanità/salute. È una necessità dell’Uomo del nostro tempo; si tratta di una necessità da farla interiorizzare al sistema sanità/salute, come grande imperativo etico.
Il diritto alla salute, oltre ad essere per Noi italiani, un diritto costituzionalmente garantito, è un diritto dell’Uomo, universalmente inteso. Purtroppo, facendo male alla persona ammalata ed alla società più in generale, non è sempre così; non è assolutamente così.
Siamo, nel sistema sanitario italiano, fatto di diagnosi, cure ed ospedalizzazione, ad una grave ed imperdonabile indifferenza per l’ammalato/Uomo.
Un’indifferenza che, sempre più spesso, diventa vera e propria violenza, sia strutturale che in senso individuale, da parte di operatori sanitari non professionalizzati all’umanità nei confronti dell’uomo ammalato e per questo, poco attenti all’altro che sta di fronte, nella triste condizione di uomo/ammalato.
La dignità umana, sempre e comunque, è parte di Noi. Niente e nessuno può giustificarne la sospensione e tanto meno, la soppressione.
Di fronte a questi tristi scenari italiani con al centro la sempre più negata salute italiana, essendoci di mezzo la SALUTE, c’è da pensare saggiamente che fare. Con la salute degli italiani proprio non si può scherzare.
La prima urgente necessità, oltre all’indifferenza tecnico/sanitaria, è quella di umanizzare nella sua interezza, il sistema sanitario italiano. Tanto, con risposte di una saggia umanizzazione che può garantire la salute dei cittadini, per la quale, oltre alle cure mediche, c’è bisogno di un saggio supporto psicologico e di tanta umanità che deve rendere, a ciascun UOMO/AMMALATO, soprattutto negli ospedali, meno traumatica, la propria condizione di malato, umanamente indifferente al sistema, trascurandone tristemente, le sue insostituibili caratteristiche di UOMO/AMMALATO, da mettere nelle condizioni di poter vivere in modo meno traumatico la propria malattia, invalidante a termine.
L’umanizzazione, soprattutto nelle strutture di ricovero, è una necessità italiana da rendere concretamente viva e parte italiana di una saggia ed assolutamente necessaria SANITÀ/SALUTE.
La sanità pubblica italiana, anno 2018, è gravemente ammalata. Oltre a tutto quanto detto sul suo ruolo di sanità/salute è gravemente e tristemente ammalata di una grave indifferenza per l’UOMO AMMALATO.
Con i tagli, le crescenti privatizzazioni, i macchinari in crescente disuso e rottamazione, siamo ad una triste redde rationem; ad una redde rationem senza appello e dal fiato disumanamente corto.
L’addio crescente alla salute, con tagli assolutamente insopportabili, ci mette di fronte ad una sanità purtroppo poco amica del PAESE che si nega tristemente al welfare salute, una necessità italiana da garantire agli italiani, nel saggio rispetto dell’articolo 32 della Costituzione che parla della salute come diritto italiano di tutti gli italiani.
Il servizio sanitario italiano, istituito nel 1978, con i suoi quarant’anni è tristemente invecchiato e non riesce più a dare le risposte giuste per curare i mali e promuoverne la loro opportuna prevenzione.
Siamo, anche per la SANITÀ ITALIANA, in condizioni di diffuso malessere italiano; tanto, ad un punto tale da creare nell’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) un allarme rosso sulle possibilità future della sostenibilità del modello italiano.
Cara Italia scherza su tutto, ma non scherzare assolutamente con la salute degli italiani, purtroppo e sempre più, a grave rischio.
Oltre a non scherzare con la salute, per il tuo bene presente e futuro, in uno con quello degli italiani, non scherzare con il LAVORO, con la CULTURA insieme ai saperi ed alla conoscenza, con la LIBERTÀ ed i VALORI UMANI, una risorsa italiana dell’ESSERE ITALIANO che è patrimonio di tutti NOI. Ti prego, recuperando quella saggezza che non c’è, di non fare più oltre male al Futuro delle NUOVE GENERAZIONI, tristemente indifferenti al mondo adulto, un legame passato/presente/futuro, assolutamente inscindibile, che per non morire d’Italia, esportano le loro braccia e soprattutto i cervelli in giro per il Mondo.
Tanto negandosi all’Italia, per non morire d’Italia, si scelgono le vie straniere, lastricate di “lavapiatti”, un grande tradimento per i tanti “cervelli”, eccellenze italiane che devono assolutamente tornare da Noi e contribuire saggiamente al Futuro Italiano.
Per questi argomenti ci sono altri momenti ed altre occasioni. Per questi vitali problemi per il Futuro italiano ci deve essere un Nuovo “protagonismo italiano”, a partire dal mondo indifferente della politica e delle professioni che tanto possono fare per il “Nuovo italiano”, non tradendo più oltre i “cervelli” del nostro Paese e più in generale le nuove generazioni che hanno assolutamente bisogno di Noi.
Tornando alla SANITÀ ITALIANA c’è da allarmarsi per essere gravemente ammalata. C’è una situazione italiana di inarrestabile definanziamento.
Una condizione questa, triste ed allarmante che ipoteca pesantemente il nostro Futuro, con un Paese gravemente ammalato di inarrestabile “vecchiaia italiana” sempre più abbandonata a se stessa, con un unico concreto riferimento a tutela della propria salute degli anziani nella sola assistenza ospedaliera.
Fuori di essa per i 2,8 milioni di anziani non autosufficienti (tra 10 anni 3 milioni e mezzo), c’è la triste solitudine del “soli con se stessi”, con un continuo entrare ed uscire dagli ospedali, ingolfandoli e con le famiglie sempre più in affanno non avendo la forza di garantire da sole gli anni di una buona vecchiaia ai loro cari, che attendono la morte liberatrice per non pesare sulle spalle di chi se li è scaricati e non vuole saperne più niente; tanto meno, non vogliono sentirne parlare. Costoro, ma non solo, rinunciano sempre più spesso, per mancanza di soldi, alla prevenzione, alle analisi, alle terapie.
Stando a dati ISTAT il 6,5% della popolazione italiana non si cura; si nega, alle cure, facendosi un male da morire, per le gravi sofferenze della sanità italiana; tanto, con conseguenti gravi e crescenti rischi per la propria salute.
Il sistema sanitario italiano è in affanno. Si tratta, purtroppo, di un affanno tristemente spalmato sull’intero “sistema Italia”.
La salute, falsamente pubblica, è soprattutto un pesante fardello italiano privato. Ai privati che possono, costa ben 35 miliardi.
Altro che servizio nazionale per tutto e per tutti! Non è così! Non è assolutamente così!
La sanità pubblica in crescente affanno, è ormai un grande affare per il welfare sanitario privato, dalle porte sempre aperte, sempre e solo a chi può e che a tutela della propria salute, potendo, attiva assicurazioni sanitarie integrative, nel 2017 pari a 14 milioni. Siamo ormai al doppio binario della sanità italiana.
Una condizione sanitaria che vede il pubblico sempre più dismesso ed il privato in crescente ascesa, con affari da capogiro e con la metà dei medici del Servizio Sanitario, attivi protagonisti del vizietto italiano di tenere il piede in due scarpe.
Abbiamo nuovi scenari italiani. Scenari dal doppio binario con il crescente fenomeno delle Nuove Mutue che i cittadini, per non morire di malasanità, sottoscrivono in forma sempre più abbondantemente crescente.
Nel triste pianeta della sanità, sempre più in caduta libera verso la malasanità italiana, c’è anche un crescente precariato medico/infermieristico, con patologica carenza di personale nelle strutture pubbliche.
L’Italia è un Paese sanitariamente disomogeneo con gravi differenze Nord/Sud. Tanto e soprattutto, nel microcosmo degli ospedali italiani, tristemente differenti per aree geografiche, con un Sud che si piange addosso per la sua diffusa malasanità che regala sofferenze e morte in tutte le età, spingendo in viaggi della speranza chi può e non vuole morire di malasanità meridionale.
La sanità italiana, diffusamente maledetta malasanità italiana, è una triste pagina sociale dei mali d’Italia, parte viva di un Paese disomogeneo ed in conflitto permanente che, proprio non sa volersi bene e che regala a tanti italiani i tristi e sofferenti scenari di non vita italiana, una condizione umana sempre più diffusa e dagli scenari tristemente sconosciuti.
Per saggia fortuna italiana e degli italiani, nel pianeta sanità del nostro Paese oltre alla malasanità diffusa, c’è anche un mondo parallelo di positività inaspettata.
Questo mondo di saggia umanità italiana, merita un “AD MAIORA SEMPER”, con i cari auguri italiani di un nuovo universo italiano di VITA E DI SALUTE.

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