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Cresce il malessere italiano. Crescono i disservizi.

ITALIA DISMESSA, DAI SERVIZI SEMPRE PIÙ NEGATI

📅 giovedì 12 aprile 2018 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

La dismissione italiana è una costante crescente per il nostro Paese indifferente a garantire servizi efficienti e sicuri, nel rispetto dei cittadini che pagano le tasse e ne pagano i costi, per cui degli aventi diritto alla sicurezza ed alla loro regolarità d’uso.
Purtroppo, è sempre meno così! L’Italia, dallo sfascismo diffuso, è un Paese sempre meno sicuro.

È un Paese dai diritti sempre più negati; sempre più tristemente cancellati, creando, così facendo, oltre che disagio, una condizione umana di diffusa e poca credibilità per l’insieme italiano che, facendo un male da morire, si nega ai suoi cittadini.
Si nega agli italiani, sempre più cittadini di serie B. Tanto, come già detto, per la sicurezza sempre meno garantita, a causa di un’indifferenza diffusa all’insieme italiano, da vera e propria società dismessa a cui, in modo crescente, si fa perdere anche la speranza.
Tutto sa di indifferenza; tutto sa di un vivere alla giornata, con un tira a campare che non porta assolutamente da nessuna parte e che, oltre a negarci al futuro, ci nega anche alla quotidianità di un presente sempre più difficile da vivere.
Per mancata manutenzione, l’Italia ha il volto triste e poco raccomandabile di Paese, abbandonato a se stesso; di Paese, negato al Futuro, con la gente che soffre d’Italia e frastornata, non sa assolutamente cosa fare.
Non sa come garantirsi una vita normale, in un contesto di disastro sistemico che è riscontrabile in tutte le cose italiane, sia materiali che immateriali; tanto, dalle infrastrutture ai servizi, dalla sicurezza ai servizi alla persona ed al tutto italiano che, poco efficientemente governato, va, in modo accelerato, in disuso; va, in modo accelerato, in malora.
Va catastroficamente in rovina, negandosi oltre che al Futuro, ad un presente sempre più difficile da vivere. Ma se le strade sono sempre più dismesse e poco sicure, se l’insieme dei beni pubblici non danno le dovute garanzie, se il territorio sempre più tristemente se ne scivola a valle e/o il mare erode le nostre coste indifferenti al sistema, non tanto meglio stanno la scuola, falsamente definita la “buona scuola”, gli ospedali, sempre meno capaci di garantire la salute dei cittadini, la sicurezza umana e sociale, con tante e diffuse condizioni di un maledetto malessere con l’uomo tristemente abbandonato a se stesso e senza le sagge risposte di umanità che sono un diritto italiano costituzionalmente garantito, ma di fatto negato.
In questa nostra Italia, con i tanti italiani delle periferie sociali negati ad una saggia umanità di insieme, purtroppo e sempre più, si vive veramente male.
Oltre ai servizi che non funzionano, c’è un crescente abbassamento della qualità della vita; un abbassamento che è parte di NOI, della nostra quotidianità di vita dove, per effetto delle povertà diffuse, si vive tristemente male, mandando in soffitta quella qualità della vita sempre più negata, con i tanti che non si curano e che mancano di risorse per vivere, cercando di sopravvivere, nelle grandi catene di distribuzione, acquistando un cibo spazzatura dannoso alla salute.
Ma la condizione più grave e preoccupante, oltre a quella degli anziani sempre più soli ed abbandonati a se stessi, è quella del mondo giovane negato al Futuro da un’indifferenza generazionale che, va cancellando quel saggio rapporto umano tra il mondo dei vecchi ed il mondo dei giovani dal Futuro sempre più negato; sempre più cancellato con percorsi consequenziali di disumana sofferenza per gli effetti devianti di un mondo negato al Futuro, dove c’è alla base la non vita della ludopatia, delle droghe, dell’alcool, del tabagismo assillante e dell’indifferenza a tutto, con una dismissione umana che spinge i giovani senza Futuro, alla triste solitudine; all’isolamento ed al vivere da “imbecilli del web”, ammalandosi nel falso mondo virtuale, di false e confuse cose, poco umanamente certe e poco significative.
In queste non buone condizioni italiane, con un danno da morire per la vita degli italiani sempre più dismessi ed in difficoltà di vita, è saggio e giusto l’appello del “Fare presto!”.
Occorre agire saggiamente ed in fretta, mettendo ordine al grande disordine italiano; un disordine che fa un male da morire all’Italia ed agli italiani, ormai stanchi di subire in silenzio il male che, con indifferenza, da parte di chi comanda, si abbatte sull’Italia onesta e pulita, limitandone tristemente le condizioni di vita, sempre più al limite, tanto da diventare condizioni da vita negata; condizioni da vita cancellata.
In questa nostra bella ma maltrattata Italia, non funziona niente. Ma, proprio niente. Si vive alla giornata con gravi difficoltà e con i cittadini, indifferenti e silenziosi, costretti a sopportare disumani disagi, tristemente conseguenti alla crescente e diffusa dismissione italiana, facendo tanto, tanto male agli italiani, ormai stanchi e sempre più dal Futuro negato.
Tanto è parte di un “sistema Italia”, fortemente arrugginito, da cancellare, se non si vuole negare definitivamente il Paese al Futuro, così com’è, gravemente dismesso.
La disarmante fragilità del “sistema Italia” manifesta il suo vero volto nelle situazioni emergenziali; tanto, anche in situazioni di piccole emergenze che mandano in tilt il Paese, creando disagi alla gente che, proprio non ne può più di quest’Italia nostra, sempre più dismessa e ridotta in ginocchio con difficoltà di vita al presente e tristemente negata al Futuro.
Basta un niente! Basta un niente e l’Italia, sempre più fragile, va in tilt!
È questa una condizione grave dovuta al fatto che, oltre a non gestire più, pensando al Futuro, ci si nega anche alla semplice gestione delle risorse italiane presenti, sempre più abbandonate a se stesse, con un danno da morire per il vivere italiano individuale e di insieme, sprofondato in difficoltà senza uscita e senza limiti, in tutte le direzioni.
Osservando da vicino l’Italia che non va, soprattutto per le condizioni di un reale pericolo italiano, al primo posto, c’è la viabilità e le infrastrutture di trasporto.
Ci troviamo di fronte ad una viabilità colabrodo con diffuse condizioni di uso a rischio soprattutto in condizioni emergenziali.
Unitamente alla viabilità stradale, in condizioni non garantite, con gravi disagi per chi li usa, sono anche i trasporti ferroviari, sia locali sia di lunga percorrenza.
C’è un uso-abusato, senza il dovuto controllo preventivo soprattutto sulla rete; tanto, senza la dovuta manutenzione tale da garantire l’uso ad un’utenza fortemente arrabbiata per i disagi che la nostra Bella Italia regala ogni giorno ai pendolari del lavoro e/o in situazioni particolari, come quelle dovute al recente maltempo, per i passeggeri dei treni a lunga percorrenza.
La stampa con rigoroso rispetto comunicativo, informa gli italiani del disagio dovuto a catastrofi che, oltre che naturali, sono in sé, il frutto di responsabilità di una mancata gestione, con aspetti, alcune volte, umanamente tragici ed altri, tristemente, tragicomici.
Leggendo la stampa quotidiana, il giorno 4 marzo, un giorno storico per il nuovo italiano, il giornale quotidiano “Corriere della Sera”, a pag.23, sotto il titolo, c’è una notizia veramente simpatica, firmata da una sigla C.F. (Carlo Freccero). Dice il breve scritto, che riporto integralmente, a commento della notizia “maltempo italiano” e conseguenti gravi “cause di disservizi”. Abbiamo cercato invano tra gli oltre settecento pezzi della “trilogia del cretino” uno che riguardasse i disagi causati da qualche storica nevicata, per poter confrontare con ciò che è accaduto in questi ultimi giorni. Non lo abbiamo trovato. “Commenta, molto opportunamente C.F. (Carlo Freccero) ci è sembrato curioso, la neve, infatti, cadeva pure nel 1980 … abbiamo però ritrovato un pezzo che ben si adatta ai recentissimi effetti collaterali della neve sul trasporto ferroviario: un Paese paralizzato, ritardi biblici, viaggiatori esasperati”. Risale al 1982. Non è un’invenzione giornalistica, ma una notizia-verità, tristemente autentica, diffusa dalle Ferrovie dello Stato, per spiegare ai viaggiatori inviperiti (allora come ora) le cause dei ritardi.
Le Ferrovie ed i suoi tanti ritardi sono gli esempi tristi di una grave sofferenza italiana dove, in senso negativo, c’è un sofferto dietro l’angolo, del tutto è possibile.
I poveri passeggeri italiani delle Ferrovie si possono attendere di tutto e di più.
Ma è un malessere/disagio che non è, purtroppo, dei soli trasporti, dove basta un po’ di neve per mandare il sistema tragicamente in tilt. Si tratta di un malessere/disagio, purtroppo disumanamente diffuso, sempre più parte integrante di un “sistema Italia” che, così com’è, sta morendo d’Italia, in una grave indifferenza italiana che oltre all’indifferenza, provoca sempre più disperazione e rabbia, per disagi che, a bene considerarli, non hanno in sé una ragione, per cui potrebbero anzi dovrebbero essere preventivamente previsti e quindi rimossi, nel rispetto dei viaggiatori, prima di tutto, centralmente, UOMINI.
Oltre ai disagi per cause naturali, le Ferrovie italiane, offrono ai loro passeggeri-ospiti altri e non pochi disagi per altre cause.
In Italia i treni possono essere fermati per manifestazioni di protesta, per il lavorare meno e lavorare di più, per i viaggiatori che occupano i binari, esasperati per il lungo disagio da ritardo. Ma al centro dei disagi naturali, che le Ferrovie regalano a piene mani ai passeggeri, con quelli stranieri increduli, ci sono anche le cause metereologiche quali le inondazioni, le valanghe, i terremoti o più semplicemente un po’ di pioggia, qualche fulmine o una grandinata di mezza estate.
Basta questo e non solo questo, per bloccare per ore i treni delle Ferrovie italiane, sempre più treni lumaca ed a volte tragicamente insicuri per l’UOMO.
Tutto questo appartiene ad un’Italia senz’anima, sempre più indifferente all’Uomo del territorio che, tristemente in solitudine è ormai declassato a cittadino di serie B. Tanto, da parte di un’Italia, quella politica che non sa volersi bene e soprattutto non sa volere bene agli italiani, sempre più sedotti ed abbandonati.
Perché tutto questo? Per le tante dismissioni italiane non solo materiali, ma soprattutto immateriali, con la politica dalla storia dimenticata, indifferente alla cultura e tristemente senza passione. Tutto questo, con tra l’altro, la Scuola, sempre meno “Buona Scuola” ed un mediatico da teatrino delle tante tristezze italiane quotidiane, cammin facendo, trasformate in umanità dello scontento, fortemente arrabbiate contro un sistema ingiusto di un soffrire diffuso, come modello di vita, indifferente al presente e soprattutto al Futuro italiano.
Tanto, con un’insanabile frattura generazionale, con il mondo giovane indifferente all’Italia del Potere che conta e che ha pensato, pensando male, di voltarsi dall’altra parte, manifestandosi indifferente per il Mondo delle nuove generazioni, facendole un male da morire e negandole tristemente al Futuro.
Tutto questo è parte di un’Italia orfana di cultura, di saperi, di conoscenza e di valori dell’ESSERE; tanto, creando nel popolo italiano, una vera e propria mutazione genetica, con alla base la condizione di un malessere umano fatto di mediocrità diffusa.
È la mediocrizzazione italiana, la condizione centralmente triste di un grave ed in sé, mortale malessere italiano.
Un malessere italiano che fa un male da morire all’Italia nel suo sofferto insieme materiale ed immateriale.
L’Italia così com’è, con il suo malessere diffuso, si nega sempre più al Futuro. C’è un allarme italiano diffuso nella gente che soffre da morire di questa triste condizione italiana.
Una condizione che, come il risultato elettorale del 4 marzo, ha evidenziato, ci invita a riflettere ed a fare presto, in quanto, non c’è assolutamente tempo da perdere.
Ci invita responsabilmente a fare presto ed a dare un’anima viva saggiamente umana al sistema Italia, poco efficiente per essere, prima di tutto, poco dialogante, tristemente in solitudine e senza capacità di scommettere nel Futuro possibile, partendo dalla centralità dell’Uomo, una grande risorsa che, ha, tristemente, abbandonato l’Italia, rendendola orfana di Futuro. Tanto, per l’incapacità di scommettere sul valore delle idee, una risorsa italiana che può portare i nostri cuori alla ricerca di un proprio compimento di vita che non è quello del potere mutato e che non ha nessuna capacità di attrattiva sulle nuove generazioni.

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