Stella Pecollo ai giurati del #Giffoni50 «Combattiamo il body shaming con il filtro verità»
Le stelle brillano, ma Stella Pecollo un po’ di più a #Giffoni50: bella, esuberante, sorridente e luminosa per un incontro che non ha lasciato spazio a filtri Instagram e stereotipi. A cuore aperto, come è solita raccontarsi, perché è così che Stella è riuscita a strizzare l’occhio a chi negli anni ha provato a toglierle l’entusiasmo di mostrare la sua bellezza. Energia contagiosa, glitter e fiori, tra le mani il libro che racconta di lei e del suo percorso non sempre facile e per dirla con tre parole, le sue, “Io sono bella”.
La leggerezza non è una questione di peso, non ha dubbi, pronta a inseguire quei sogni che nel corso del tempo hanno provato a negarle. “You are sexy, così la mia insegnante di recitazione mi ha convinta a credere in me stessa – ha raccontato la Pecollo ai Generator +18 che l’hanno incontrata in Sala Galileo -. Mi ha aperto gli occhi e mi ha aiutato a lavorare sulla sensualità e sull’autostima, non è stato un percorso semplice ed è forse ancora lunga la strada ma quando capisci che il problema sta nel punto di vista altrui vinci, inevitabilmente”.
Artista poliedrica: attrice, scrittrice, doppiatrice, con in tasca mille progetti da realizzare. Stare bene, semplicemente, prima con sé stessi e poi con gli altri, perché è nella bellezza della semplicità e dell’autenticità che si nasconde l’essenza, un mantra che Stella ha imparato a memoria: “Sono una ragazza che non è masi stata magra, ma sono bella e sono io”. Con il suo libro, Stella Pecollo ha voluto condividere la sua esperienza di vita, fatta troppo spesso di frasi pronunciate a metà e sorrisi pronti a ferire: “Il body shaming è bullismo, è dolore – ha continuato -. Spesso mi sono ritrovata a sentire per sbaglio i commenti di registi che si prendevano gioco di me per il mio fisico, ho dovuto fare i conti con chi senza pensare alle conseguenze mi ha etichettato con parole tremende”.
“È stato a tratti terapeutico mettere nero su bianco la mia storia – ha confidato ai giurati -, quasi come chiudere un cerchio per cominciare a costruire con una consapevolezza differente. Spero possa ispirare e motivare chi ha vissuto o vive la mia condizione, spero possa essere un posto felice dove ritrovarsi e riscoprirsi”.
E a Francesca, che con la sua maglietta arancione ha chiesto come fare per difendersi dalle parole scomode che tutti i giorni popolano i social network, non ha esitato a rispondere: “Questo Festival è prezioso perché è fatto di presente e futuro, voi siete tutto quello che serve – ha concluso. Ignorare logora, fate parlare il silenzio e stimolate la conoscenza perché spesso questa cattiveria vola sulle ali dell’ignoranza, di chi ignora quello che c’è dall’altra parte. Non lasciatevi andare al silenzio, più combattiamo questa forma di bullismo più la sconfiggiamo e quando tornate a casa pulite i vostri social delle cose che non vi arricchiscono. Dovete avere fame sempre, dovete nutrirvi bene di verità e bellezza. Respirate questa freschezza che c’è qui, Giffoni è tutto questo”.







