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Incontro a Policastro Bussentino per la presentazione antologia della nuova collana della Scarenz Editore

📅 lunedì 12 luglio 2021 · 📰 Spettacoli-EventiCilento

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Comunicato Stampa

Ogni rivoluzione comporta un drastico cambiamento che investe l’esistenza: quella copernicana cambiò l’ordine cosmico, le insurrezioni francese, americana e russa ribaltarono l’assetto culturale e politico, quella industriale stravolse l’impianto economico e sociale; la rivoluzione digitale ha rovesciato il modo stesso di comunicare investendo, pertanto, non soltanto i precedenti equilibri politici, sociali, economici ma andando a ribaltare a livello antropologico gli aspetti privati della vita di ciascuno.

Quest’ultimo orizzonte che afferisce alla sfera intima, quotidiana delle persone è l’argomento che dà vita a questo nuovo Contest Nazionale Letterario intitolato “Generazione social”. Si chiedeva ai partecipanti di condensare in un racconto breve la propria esperienza digitale, di spiegare in poche pagine come il web abbia influenzato la propria routine, di affidare alla carta stampata una riflessione sull’era informatica; in altre parole, ai sedici autori, vincitori del Contest, è stato dato il compito di rispondere ad un quesito indiretto: “come giudichi i social e che uso ne fai?”
Tale provocatoria e sottintesa domanda, volta a tratteggiare le sfide, le opportunità e finanche le difficoltà e i problemi a cui si va incontro quando ci si affaccia nelle community, è stata posta, attraverso un concorso dalla Scarenz Editore del Golfo di Policastro.

Piccola Casa Editrice, questa, fondata in provincia di Salerno nel 2012 da un gruppo di creativi con l’obiettivo di promuovere talento e cultura. È attiva con quattro collane e un buon numero di pubblicazioni; in nove anni ha indetto diversi concorsi e nel 2021 ha promosso su internet il suo quarto contest letterario. Quest’ultimo rientra in un ambito progettuale di ricerca sociologica più ampio e a lungo termine in quanto la Casa Editrice si prefigge di pubblicare una collana di antologie che catturi gli aspetti più pregnanti dell’attualità. Nel 2020 l’emergenza Covid dettò la prima traccia di concorso indetto sul web: #Vitain40ena, attraverso il quale raccolse il contributo di trentasei autori nella conseguente antologia: “Tempo sospeso”.
Quest’anno dal contest #Generazionesocial scaturisce l’attuale volume che dà testimonianza e memoria del digitale e indaga, avvalendosi di verità oggettive e di opinioni soggettive, su questo specifico aspetto che tanta parte occupa del nostro tempo.

Se dovessimo indicare il primo elemento che emerge dai racconti e che accomuna gli autori è senz’altro il rapporto conflittuale con il mondo di WhatsApp, Facebook, Instagram, Twitter e così via. Nelle pagine compare diverse volte l’ammissione di aver preso dimestichezza con le community da poco e trapela un certo scetticismo, nonostante sia ricorrente la convinzione che senza il virtuale mancherebbe una dimensione esistenziale. Se da un lato, quindi, ci si interroga sul ‘buon uso’ e si pone l’accento su tutti i rischi che i social comportano, dall’altro non si può far a meno di guardare con interesse alle opportunità che essi offrono.

Come in tutti i rapporti ambivalenti, il giudizio collettivo degli scrittori sull’era d’internet si barcamena tra uno sguardo disincantato, come quando si accenna ai ‘mille amici’ social che non valgono uno vero, e una curiosità appassionata, come nel caso di chi si avventura in un viaggio all’estero dopo un tam-tam avviato sul web.
Nelle riflessioni appare più marcata e diffusa tra tutti i narratori adulti la preoccupazione per i ragazzi: siano essi minorenni esposti al cyberbullismo o siano semplici capricci di un bambino piccolo, i più giovani vengono raffigurati come la categoria maggiormente esposta alle insidie della rete.

Fanno da contraltare ai primi, le voci degli autori adolescenti che scommettono sulla democraticità dei mezzi informatici; non importa che si voglia diventare un Cicerone 2.0 o si desideri un Manga introvabile quello che conta sono le opportunità che i social mettono a disposizione.

Ancora una volta quindi, sale alla ribalta l’aspetto duale, discordante, contrastante dell’essere sempre connesso che segnala una possibile distanza tra le generazioni.

La seconda considerazione riguarda la nostalgia ed è interessante notare come il pensiero degli autori si spinga indietro ma non tanto da cancellare tout court il ricordo del digitale, quanto basta, invece, perché filtri dai racconti un tempo in cui l’era informatica era agli esordi, solo per pochi eletti, e gli strumenti tecnologici apparivano invitanti e lussuosi. Qualche scrittore accenna ai solchi di un vinile accanto ai byte di un Mp3, qualche altro ai trilli degli SMS, qualcun altro ancora ai primi cellulari dalle grandi dimensioni ma il dato comune è il rimpianto verso un mondo capace ancora di meravigliare per le infinite possibilità che si aprivano davanti ma dove la condivisione e la velocità non avevano ancora richiesto il proprio tributo.

Quale tributo? È la risposta a questa domanda ad aprire la terza riflessione degli scrittori. La celerità dell’informazione, la necessità di condividere sui social nel più breve tempo possibile, il bisogno di lasciare un’impronta nel virtuale perfino da piccoli, ha portato a demonizzare la noia. Tedio, lentezza, monotonia che invece vengono rivalutati nei racconti forse perché permettono di fare ricorso alla proprie risorse, oppure perché lasciano emergere i propri e autentici interessi, o ancora perché i tempi dilatati permettono un dialogo interiore che altrimenti va perso nella facezie della rete.

Infine l’antologia apre a tante riflessioni che validamente riferiscono e tratteggiano quali sfide debbano essere affrontate dalla generazione attuale ma se l’eroe omerico, Ulisse, si fosse imbattuto nei social, li avrebbe riconosciuti come il primo racconto simpaticamente allude, in tecnologiche ‘moderne sirene’.

Ambra Scarpitta
(rappresentante e socia
della Scarenz Editore)


locandina


Termina il secondo viaggio organizzato dalla Scarenz che ci ha portati, attraverso il tema “Generazione social”, nell’attualità dell’indicato studio e ricerca.
L’Antologia “ TITOLO” si conclude qui ma l’argomento è tutt’altro che completo per la vastità delle ramificazioni generate, ancora da enucleare. L’intento perseguito, però, è stato raggiunto: quello d’instradare il lettore ad altre riflessioni, ad altre rivelazioni e interpretazioni sulla questione, così da giungere, infine, a più affinate perizie e sintesi. Per pervenire a esse, con probabilità, necessiteranno anni di esamina. Chiedersi oggi se i social, così come sono intesi e strutturati, sono o saranno vera gloria, sarebbe solo una congettura o un’opinione che divergerebbe a seconda di chi la manifesta; allora, come disse il Manzoni, lasciamo: “Ai posteri l’ardua sentenza”.
La generazione social è la prima cresciuta con le tecnologie moderne, la prima con accesso pieno alla rete, la prima a imbattersi e scoprire linguaggi gergali e contaminazioni comunicative come espressioni ed emonji, novelli codici linguistici e criptici. La prima generazione ma non la sola. Anche adulti e anziani sono incappati nella rete, non resistendo al fascino delle piattaforme sociali che qualcuno degli autori, presente in questa Antologia, ha paragonato a moderne sirene ammaliatrici, prendendo spunto da quelle di Ulisse. Come l’eroe per la sua sete di conoscenza, sebbene sapesse della loro pericolosità, non rinunciò ad ascoltare il loro canto, così le persone oggi si lasciano sedurre dai social, nonostante siano state informate della dipendenza e dei pericoli, più o meno conosciuti, cui si va incontro. Un canto, quindi, quello delle sirene come promessa di conoscenza; una rete, oggi in cui perdersi, anch’essa promessa di innovazione, emancipazione e liberazione, proprio come smartphone e network garantiscono.
Tuttavia, la presa di coscienza delle opportunità e dei pericoli sembra aver influito sul rapporto tra le persone e i social network. È quanto si coglie dai racconti redatti in ? dove, l’esperienza, la riflessione, o l’elaborazione, sebbene venga presentata sotto forma di racconto, pone ben in evidenza la consapevolezza di ogni singolo autore, di essere a conoscenza del fascino dei social e di avere in mano il proprio destino.
Qual è il motivo di questo libro?
Nel 2020 nacque, quasi con naturalità, il progetto di affidare a una Collana specifica la creazione di Antologie concernenti argomenti di attualità. I racconti, emergendo da un Contest Letterario Nazionale edito dalla C.E., avrebbero creato ogni volta una collezione di storie relativa alla modernità. Mantenendo come filo conduttore, quindi, un argomento esistenziale a scelta tra i temi d’attualità, gli autori, non necessariamente scrittori professionisti, avrebbero potuto esprimere le opinioni, i disagi e le considerazioni personali sensibilizzando e informando su temi delicati. Da ciò: “Tempo sospeso- #vitain40ena” la prima Antologia nata per esorcizzare solitudini e paure della pandemia; ora, “ Titolo” che delinea aspetti, atmosfere, opportunità, problemi e personaggi del problema affrontato.

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