Agropoli: Famiglia disagiata viveva negli spogliatoi dello stadio, sgomberati

Occupavano abusivamente gli spogliatoi di un campo di calcio prima di essere sgomberati. Il fatto è accaduto ad Agropoli, nel salernitano. Protagonista una famiglia del posto che da due anni occupava abusivamente gli spogliatoi dello stadio “Landolfi”, da tempo trasformato in parcheggio. Fino ad una settimana fa, quando l’intera famiglia, padre, madre e due figli di 18 e 21, è stata fatta sgomberare per consentire l’abbattimento dello spogliatoio e la riqualificazione dell’area.

Così, da sette giorni, i quattro sono costretti a dormire in auto, in attesa di una nuova destinazione. “Vogliamo una casa - spiega Franco L., di 47 anni, operaio disoccupato - Per due anni lo spogliatoio del ‘Landolfi’ è stata la nostra casa. Avevamo a disposizione una stanza angusta e due bagni senza acqua, ma almeno avevamo un tetto sopra le nostre teste. Da una settimana dormiamo in auto perché non abbiamo un posto dove andare. Viviamo grazie alla generosità di amici e residenti della zona, ma ora chiediamo al sindaco di Agropoli una casa. Vogliamo vivere una vita normale, non chiediamo altro”.

E la risposta del sindaco non si è fatta attendere. “Dopo la trasformazione in parcheggio, l’abbattimento delle tribune dell’ex Landolfi completa la riqualificazione dell’area che si trova in pieno centro cittadino e che oggi offre un servizio primario alla comunità - ha commentato il primo cittadino di Agropoli - Per quanto riguarda la problematica delle persone che alloggiavano abusivamente negli spogliatoi sottostanti le tribune, l’amministrazione comunale ha provveduto a tutto quanto necessario”.

In particolare, in collaborazione con il Piano di Zona Sa7 - ha proseguito il sindaco - è stata garantita l’ assistenza ed è stata trovata una sistemazione presso una casa di accoglienza a Vallo della Lucania, dove tra l’altro sono stati ospitati già per 4 mesi, nei mesi passati. Da quanto abbiamo constatato, però, nel corso della mattinata i diretti interessati hanno rifiutato tale soluzione”.