Anche l’Ikea sarebbe finita nel tritacarne della crisi economico-occupazionale che sta dilaniando la provincia di Salerno. A sostenerlo è la Cgil, che sta seguendo la vicenda legata all’interruzione di alcuni contratti a tempo determinato con dipendenti della holding svedese che lo scorso 24 febbraio ha inaugurato la sua sede di Baronissi, la seconda in Campania dopo quella di Afragola. Il numero dei dipendenti ai quali non sarebbe stato rinnovato il rapporto di lavoro non è ancora chiaro per l’organizzazione sindacale. Che, di certo, conferma che si tratti di una quota consistente dei 224 lavoratori attualmente in forza allo stabilimento della Valle dell’Irno.
«Dalle informazioni che ho ricevuto in questi mesi— precisa Franco Tavella, segretario provinciale della Cgil — sappiamo che la situazione non è certo delle migliori. Abbiamo avuto notizia dell’esistenza di studi e analisti economiche svolte dagli esperti contabili del colosso svedese rispetto ai dati ottenuti dallo store di Baronissi. E di indicazioni positive non ve ne sono, soprattutto a causa di questa enorme crisi internazionale che sta penalizzando in maniera pesante Salerno e la sua provincia. Per quanto mi è stato confermato, sembra che il risultato economico dei primi tre mesi di attività del punto vendita Ikea di Baronissi sia inferiore nettamente alle previsioni, si parla ufficiosamente di un -30%».
Al report negativo delle vendite farebbe seguito anche l’interruzione di alcuni contratti a tempo determinato. Insomma al boom iniziale dello stabilimento del colosso svedese, avrebbe fato seguito un momento di crisi di notevoli proporzioni. «Diversi contratti a termine non sono stati rinnovati— conclude Tavella — una situazione questa che consente, proprio per la tipologia di contratto d’assunzione, pochissimi margini d’azione per i sindacati. Si tratta di rapporti di lavoro temporanei e l’azienda è nelle facoltà di poter interrompere al termine del periodo di contrattualizzazione».