Il nuovo libro di Emilio La Greca Romano: "Van Gogh, pittore tormentato e incompreso"
La silloge è tutta dedicata a Van Gogh, pittore geniale e incompreso. Si rappresentò riferimento di significativa influenza per l'arte dei suoi contemporanei e del tempo successivo. Influenzò diversi pittori espressionisti, da Henri Matisse a Edvard Munch, a Ernst Ludwig Kirchner, Egon Schiele, Erich Heckel e Emil Nolde. L'Autore accosta alla visione, allo stile artistico caratteristico di Van Gogh, figura chiave dell'arte moderna, con appassionata espressione colora le sue parole coi toni intensi e la bellezza emotivo rappresentativa. Fra questi gli store Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, Libreria universitaria, ibs, uni libro ecc
Il suo sviluppo artistico fu influenzato dal realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e dalla voce etico-sociale di Jean-François Millet. Famoso diventò soltanto dopo la sua morte. L'artista accostò all'Impressionismo e mostrò attrazione per l'arte e le stampe giapponesi. È stato il pittore della povertà. A seguito dell'abbandono dei suoi interessi religiosi si cimentò nella rappresentazione di poveri minatori e tessitori.
La Provenza si rivelò terra fertile per la sua arte. Vi giunse nel 1888. Da Parigi si trasferì ad Arles. Con l'arrivo della primavera fu impressionato dal paesaggio e dipinse la schiusa provenzale. Si trasferì nella “casa gialla” ove realizzò alcune sue opere pregevoli e iniziarono le violente tensioni con Gauguin. La salute mentale di Van Gogh in questo contesto con assiduità vacillava da calma e lucida fino a fissazione e allucinazione estrema.
Gli attacchi frequenti lo indussero a farsi internare presso l'ospedale psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. Un paio d’anni prima del suicidio praticò un gesto di violento autolesionismo: tagliò parte di un suo orecchio e lo destinò a una prostituta, il pittore si asportò quasi l'intero padiglione sinistro.
"Eppure, come tutti i grandi artisti Van Gogh, scrive lo storico dell'arte Giuseppe Nifosi, è ancora vittima di pregiudizi e la sua immagine è soffocata da stereotipi e luoghi comuni. E’ convinzione comune che egli fosse pazzo. Geniale, certo, ma pazzo. D’altro canto, ci sono tre passaggi della sua biografia, noti a tutti, che sembrerebbero dimostrarlo: il taglio dell’orecchio, il ricovero in manicomio, il suicidio.
Gli si può perdonare di essere stato pazzo, perché a un artista si perdona tutto, e poi, si sa, gli artisti sono diversi, anzi in fondo sono tutti un po’ pazzi. E Vincent lo era più degli altri, altrimenti non gli sarebbe capitato tutto quello che sappiamo. La verità, come sempre, è molto più complessa. E solo andando oltre le apparenze, o l’apparente evidenza, si potrà scoprirla. (...) Il crollo psichico avuto ad Arles fu da tutti interpretato come follia e a mettersi nei panni dei poveri Arlesiani si può pure capire. Ma Van Gogh non era pazzo. Non clinicamente, almeno. Era nevrotico e depresso, soffriva di allucinazioni e di momenti di amnesia, ma tutti questi disturbi erano certamente provocati e talvolta amplificati dall’abuso di alcol e di assenzio o forse da una forma di epilessia. Oggi, Vincent Van Gogh sarebbe stato curato, con farmaci efficaci e un buon percorso di psicoterapia, e sarebbe quasi certamente guarito. Certo, non sarebbe più stato lo straordinario artista che tutti conosciamo, perché non avrebbe più trasferito sulle tele la propria interiorità: era infatti la pittura, in quegli anni tormentati, la sua unica terapia".
Emilio La Greca Romano, con lo strumento poetico, accosta alla visione, allo stile artistico caratteristico di Van Gogh, figura chiave dell'arte moderna, con appassionata espressione colora le sue parole coi toni intensi e la bellezza dei paesaggi emotivi. La poesia entra nell'arte, assorbe il colore vivo, rimane graffiata e carezzata rispettivamente dalle spigolature e dalle curve materiche.
Il verso rasenta le tecniche audaci e innovative dell'arte di Van Gogh, si muove esplorando lo stile unico del pittore. Come per Van Gogh il colore non serve soltanto per rappresentare la realtà, ma crea un impatto emozionale, così in La Greca Romano il verso precipuamente si lascia modellare per trasmettere l'impulso del sentire. Sono versi emotivi che seguono il tratto delle pennellate emotive. Van Gogh si distingue per la dinamica del suo pennelleggiare. Audacia e slancio muovevano il pennello del pittore impregnato di denso colore.
Dalla poesia scaturisce un ulteriore dato certo e caratterizzante dell'opera pittorica: l'intensità emotiva. Il pittore, parimenti, infatti, trasferisce sulla tela il suo autentico riflesso della condizione interiore. La gioia, l'ansia, l'empatia per la condizione esistenziale e umana. La possanza della creatività pittorica di Van Gogh è scaturigine inevitabile della sua intensità emotiva. Tale caratteristica non passa velata in questa silloge e si presenta relazionabile anche fuori da una specifica contestualità spazio-temporale. La Greca Romano propone in poesia il profilo di uno dei più grandi artisti post-impressionista, ben collocabile nell’espressionismo, dedica i suoi versi vibranti e intensi alle medesime pennellate di Van Gogh, fatte tutte di grande movimento e intensa vitalità; l'Autore di questa silloge riscopre, sicuramente in modo originale, la profonda indelebile impronta che l'artista ha lasciato nell'arte sia per originalità di tecnica pittorica, sia per potenza emozionale. Entro il simbolo di assoluta libertà di questo maestro, La Greca Romano, ha modulato la sua azione poetica approfondendo il senso artistico e l'effetto culturale che il cosiddetto “pittore pazzo", tormentato e incompreso, ha incisivamente segnato nel nostro tempo. La pubblicazione, a breve, sarà distribuita anche nei diversi store libri online. Fra questi gli store Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, Libreria universitaria, ibs, uni libro ecc







