Cosentini celebra le tradizioni cilentane con Nennella, la cuoca del 2025
Montecorice (SA) – Un tuffo nella memoria, tra antichi sapori e storie di paese, ha animato il borgo di Cosentini, frazione del Comune di Montecorice, dove si è svolta una serata all’insegna delle tradizioni cilentane più autentiche. Al centro dell’evento, la figura carismatica e amatissima di Maffia Matilde, conosciuta da tutti come Nennella, madre del priore di una delle confraternite più antiche del Cilento: la Confraternita del Santissimo Rosario della Socia.
Durante la serata, oltre alla degustazione, si è tenuta anche la proiezione del video del tradizionale Carnevale di Cosentini, riconosciuto come patrimonio immateriale della Campania, simbolo di una cultura popolare ancora viva e sentita. Risate, racconti, scherzi e giochi hanno coinvolto grandi e piccoli, culminando nella condivisione della pizza cilentana, icona gastronomica del territorio.
Tutto è stato offerto gratuitamente, nel puro spirito dell’ospitalità cilentana, con l’unico obiettivo di stare insieme e condividere, senza secondi fini, in nome della comunità e dell’amicizia.
Cosentini apre le sue porte a tutti, invitando chiunque voglia partecipare alle sue serate e ai suoi eventi. Ogni iniziativa nasce dal desiderio di inclusione, per creare occasioni di incontro, accoglienza e scambio. Non importa da dove si viene: a Cosentini c’è sempre posto per chi ha voglia di sentirsi parte di qualcosa di vero.
E proprio durante la serata, sono stati i bambini presenti a regalare il commento più bello e significativo:
Una frase semplice, spontanea, ma potente che testimonia quanto il legame con le proprie origini possa ancora emozionare e ispirare, anche nei più piccoli.
Un evento semplice, ma ricco di significato, reso possibile dall’anima generosa del borgo di Cosentini e dal legame indissolubile tra passato e presente. E proprio Nennella, con il suo carisma e il suo sapere tramandato di generazione in generazione, è stata incoronata simbolicamente “cuoca del 2025”, erede spirituale di una sapienza culinaria che forse viveva già cinquecento anni fa, tra le stesse pietre di questo incantevole angolo di Cilento. Giorgio Mellucci







