Donna di Futani in gravi condizioni dopo il parto, parte la denuncia del marito
Riceviamo e pubblichiamo:
"I fatti: una donna di Futani (SA) di 35 anni (iniziali S.R.) alla sua terza gravidanza senza complicazioni significative (solo placenta cosiddetta a creta) durante la stessa viene invitata (quasi alla fine del nono mese) a fare una ecografia di controllo dal proprio medico presso la struttura ospedaliera di Vallo della Lucania (SA).
Siamo a mercoledì 4 maggio 2011.
Alla fine dell'indagine i sanitari del nosocomio la invitano a trattenersi per fare l'intervento e far nascere il bambino perché i tempi sarebbero maturi. Invece invitata dal proprio ginecologo di fiducia la paziente firma per uscire e si reca nel tardo pomeriggio dello stesso giorno all'Ospedale San Leonardo di Salerno dove lavora (e opera!) il suo ginecologo di fiducia. In tarda serata (verso le 23) la bambina nasce in uno stato di salute abbastanza buono, ma dopo diverse ore la donna non esce dalla sala operatoria. Solo alle 2 e 30 del mattino di giovedì 5 maggio viene riferito al consorte ormai in preda al panico che ci sono state delle complicazioni (isterectomia totale); alle 4 circa del mattino la donna esce finalmente dalla sala operatoria, ma le sue condizioni sono disperate. Ha perso molto sangue e molte trasfusioni le sono state fatte. I medici le danno poche possibilitĂ di salvezza. Nel primo pomeriggio di giovedì 5 maggio viene ricondotta in sala operatoria per saturare una serie di emorragie che non si arrestano. Si apprenderĂ poi che le ricostruiranno la vescica dilaniata durante il parto. Intorno alle 21.00 di giovedì esce dalla sala operatoria in coma e sempre in condizioni disperate. Alle 1.00 circa di venerdì 6 maggio viene ancora ricondotta in sala operatoria questa volta per l'asportazione della milza. La signora ha avuto due o forse tre arresti cardiaci durante gli interventi subiti.
Venerdì 6 maggio pomeriggio e sabato 7 maggio mattina il pericolo di vita sembra scongiurato.
Una TAC effettuata sabato 7 maggio evidenzia un edema cerebrale da valutare nei giorni successivi, ma qualche speranza ancora rimane. Le reazioni alle stimolazioni meccaniche sono contraddittorie finché nel pomeriggio di lunedì 9 maggio il marito viene informato che l'ultima Tac ha evidenziato un edema molto più esteso del precedente e che le speranze di salvezza sono solo legate ad un miracolo.
La sera di martedì 10 maggio l'encefalogramma è quasi piatto.
La donna, ribadisco 35enne, sta lasciando una bambina di 13 anni, una bambina di 8 anni e una neonata di 7 giorni oltre al marito e i vari congiunti.
Mi chiedo e Vi chiedo se nel 2011 si può ancora morire di parto?
La giustizia spero faccia il suo corso, oggi il magistrato dopo denuncia del marito ha richiesto il sequestro della cartella clinica; ma anche per giustizia morale e per trasparenza chiedo un vostro intervento.
Siamo veramente ad un caso di una gravitĂ inaudita.
Chi scrive è un cugino del marito/padre."
Angelo Ferraro
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