Gigi Squillante e il viaggio musicale
Vinile, cd o computer la chiave è sempre la stessa. “Il punto è sempre quello, bisogna dirlo con il cuore e riuscire a creare sintonia con le persone. Personalmente ci sono serate in cui lavoro col pc, altri in cui utilizzo i vinili, sono solo un mezzo, ciò che conta è l’obiettivo”. Squillante ripercorre così il suo personale viaggio musicale. “ Ho vissuto un po’ tutta la storia della musica, dai primi club ad oggi, credo che come abbiamo avuto il momento in cui l’elettronica è entrata a far parte del mondo dell’arte, allo stesso modo si ritornerà ai suoni più caldi, si sono già abbassati i ritmi, le velocità, presto ritorneremo ai suoni più caldi, ma in tutto questo il dj deve sempre guardare la musica in tutte le sue facce e non soltanto in una”. Diversi sono i modi di far musica. “Ci sono tanti modi per far il dj set, io ne utilizzo solo due, uno è quello di essere esasperatamente propositivi, si propone anche qualcosa difficile da digerire, poi però c’è un momento in cui si deve trovare la sintonia col pubblico con delle cose che appartengono pur sempre al mondo dell’underground, secondo le proprie inclinazioni, ma che i ragazzi possono recepire con più facilità”. Ma fare il dj resident quanto è difficile rispetto alla figura del guest dj? “Fare il resident è abbastanza complicato, perché ogni sabato c’è uno zoccolo duro di pubblico che è sempre lì e che vuole sentire cose diverse e di qualità, per cui è necessario rinnovarsi ogni settimana e proporre sempre qualche novità. Fare il guest significa poter sviluppare un set e proporlo per tutta l’estate nei vari club a cui si è invitati. La presenza del guest è importante, anzi fondamentale, non solo per riuscire a dare una spinta musicale diversa, ma anche per sdoganare alcuni pezzi. Alcuni dischi riescono ad avere un piglio maggiore sul pubblico, quando vengono suonati da guest dj e rimangono impresso a lungo nella memoria dei ragazzi, anche quando successivamente vengono proposti in altri dj set.”.






