OLIO, SE LO BUTTI SIAMO FRITTI
di Paolo Abbate | BlogA chi non è capitato, dopo aver fatto una bella frittura, versare l’olio usato nel lavandino, nel gabinetto o addirittura nel terreno.
Così facendo si provocano danni immaginabili nell’ambiente.
Si pensi che disperso nel terreno si deposita con un film sottilissimo attorno alle particelle di terra tanto da formare uno sbarramento fra la terra, l’acqua e le radici capillari dei vegetali, impedendo così che le piante si possano alimentare.
Se invece l’olio raggiunge la falda freatica, si sposta con essa fino a raggiungere i pozzi di acqua potabile anche lontani rendendoli inutilizzabili.
Se invece l’olio raggiunge il mare, un lago attraverso gli scarichi domestici un solo litro di esso riesce a formare una sottilissima pellicola su una superficie grande come un campo di calcio, facendo sparire al disotto qualsiasi forma di vita.
Ebbene, è interesse di tutti raccoglierlo allora in modo corretto ricuperandolo per trasformarlo in biodisel, lubrificanti vegetali ,oppure in emulsionanti per bitume, mastici, collanti, saponi industriali ed altro, prodotti che fin’ora vengono ricavati dal petrolio.

L’olio così ricuperato sarà portato dai cittadini stessi in una zona di raccolta dove periodicamente la ditta specializzata “Salerno ecology” lo preleva.
Agropoli è il primo comune del Cilento ad aver promosso questa iniziativa. Si spera veramente che altri comuni seguiranno questo esempio.
Paolo Abbate
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