La sughera centenaria di Vibonati sarà protetta e valorizzata dal comune
di Paolo Abbate | BlogUna volta le colline che incoronano il golfo di Policastro erano coperta da boschi di quercia da sughero che, con l’estrazione e il commercio della corteccia davano da vivere a decine di famiglie.
Una cosa è certa: per trovarsi ancora lì dove è nato, il grande albero è riuscito a sopravvissuto all’apertura della strada statale, il cui tracciato sacrificò ( per non parlare del moderno centro commerciale) tanti ulivi e pini molto antichi, che rimangono ancora qua e là quali testimoni di un golfo soprattutto verde. Il toponimo Oliveto è indicativo
L’amministrazione comunale, sensibile alla tutela del monumento verde emise, nel 2002, un’ordinanza sindacale che ancora si legge sul foglio sbiadito affisso su un ramo dell’albero.
Era ritenuta infatti “risorsa straordinaria oltre che patrimonio storico-ambientale del Comune e come tale da tutelare, ma anche da sottoporre a specifici interventi di manutenzione, anche tramite specifici accertamenti volti a verificare le condizioni di stabilità e fitosanitarie dell’albero”. Nell’ordinanza si vietavano inoltre interventi di “cementificazione, edificazione, accensione di fuochi, scarichi e depositi di materiali inquinanti e nocivi, accumulo di materiali di risulta e simili nell’area di
vegetazione della pianta.

Oggi l’assessore comunale Biagio Midaglia, che ha fatto un sopralluogo sul posto, ha assicurato che entro 15 giorni l’area dove sorge la sughera sarà ripulita a fondo, eliminato il rudere (forse abusivo) a ridosso dell’albero, posizionato un pannello informativo e un faretto che illumini il monumento naturale.
Questo intervento rientra in un progetto, già approvato con delibera , di rinaturalizzazione della costa vibonatese che prevede vari abbattimenti, una pista ciclabile e la protezione della flora psammofila (amante della sabbia) ricca di pancrazio marittimo, il meglio conosciuto giglio di mare.

Detto tra parentesi, ci auguriamo che il progetto abbia veramente l’obiettivo di rinaturalizzare quel tratto di costa sabbiosa e non si arrivi, lo diciamo sommessamente, a stravolgere l’ ecosistema naturale. C’è infatti l’intenzione di costruire un approdo turistico anche a Villammare. Si tratta, per quanto ne sappiamo, di un “porto isola, cioè non attaccato alla linea di costa ma distante da essa 120 metri e raggiungibile con una passerella”. Costo dell’opera 45 milioni di euro.
Paolo Abbate
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