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QUESTO PARCO DELLE SUGHERE NON S’HA DA FARE

📅 giovedì 12 gennaio 2012 · 📰 AmbienteCilento

Sughera protetta per Parco delle sughere Vibonati Ispani
Credits Foto OpEd

foto autoredi Paolo Abbate | Blog

La regione Campania, con delibera di giunta del 30 dicembre del 2011, ha istituito un’area protetta nel Cilento, compresa nei comuni di Vibonati e Ispani, che dovrebbe diventare un parco “urbano” detto “Parco delle sughere”. Abbiamo usato il condizionale perché si sono subito manifestate opposizioni, specialmente da parte dei cacciatori.

La Campania è tra le regioni a più alta biodiversità e una delle più interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico”.

L’obiettivo principale dell’ente Regione era quindi quello di realizzare zone cuscinetto e di corridoi ecologici che mettano in relazione le varie aree protette, e Il parco urbano si presenta infatti contiguo al Parco nazionale del Cilento e Diano.

D’altronde la Costituzione, all’art. 9, detta quale fondamentale principio di rango costituzionale la
tutela del paesaggio e del patrimonio storico della Nazione, e la Convenzione europea sul
paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000 , ha come obiettivo di promuovere l’adozione, non solo a livello nazionale, ma anche regionale e locale, di programmi di salvaguardia e di gestione dei paesaggi europei secondo i principi dello sviluppo sostenibile.
Ebbene, quale migliore occasione per la Regione, ma soprattutto per i comuni di Vibonati (Bandiera Blu da diversi anni) e Ispani avere un parco naturale nel quale il patrimonio vegetale costituito da boschi di querce da sughero che produca “un effetto sia sulla qualità ambientale che sulla qualità della vita dei cittadini, in termini di valori sociali, estetici e ricreativi?”

C’è stato dunque una precisa determinazione dei sindaci dei Comuni di Vibonati ed Ispani quando hanno inteso procedere alla costituzione, con una delibera del 2010, di un unico Parco Urbano Intercomunale di interesse Regionale nell’area in cui vegetano da secoli boschi di sughere, simbolo del Bacino del Mediterraneo centro occidentale.

La quercia da sughero è pianta assai longeva, folta e sempre verde, habitat ideale per molte specie, intrappola grande quantità di anidride carbonica grazie alla composizione strutturale del sughero che riveste la sua corteccia.

La quercia da sughero ha anche altre proprietà importanti: resiste agli incendi, grazie alla sua corteccia ignifuga, è uno dei migliori esempi di biodiversità mediterranea e potrebbe ancora dare lavoro in ambito agricolo con la raccolta del sughero. La quercia da sughero, inoltre, affonda le sue radici a profondità insospettabili, mantenendo compatto il terreno, impedendone smottamenti.

La zona collinare che incornicia il golfo di Policastro , così esposta a mezzogiorno, è ancora ricca di sugherete che venivano un tempo sfruttate per la raccolta della corteccia. La “decortica” (raccolta del sughero) era una attività redditizia per il territorio. Ci dicono che diversi anni fa arrivavano i bastimenti a caricare il sughero cilentano. Poi lentamente questa attività è stata abbandonata, perché altre attività, tra cui l’edilizia, si sono imposte.
Oggi sono rimaste ristrette aree nei comuni di Torraca, Sapri e appunto di Vibonati e Ispani dove dovrebbe sorgere il parco, proteggendo così questa zona verde da aggressioni di ogni specie.
Esiste ad esempio una sughereta nel comune di Vibonati, vandalizzata si potrebbe dire, perché tagliata a metà da una strada che sale ripida per Tortorella, realizzata su un versante della montagna in forte pendenza e molto friabile. Pertanto l’area ha presentato subito degli smottamenti e delle crepe nel manto stradale, tali da proibire il transito di mezzi pesanti. Fu una scelta poco lungimirante, a parer nostro.


Nel comune di Vibonati esiste ancora una quercia centenaria che ha un’età , secondo le analisi effettuate da specialisti, di circa 200 anni. Ha visto quindi lo sbarco di Carlo Pisacane.
Per trovarsi ancora lì dove è nata, ha sopravvissuto all’apertura della strada statale, il cui tracciato sacrificò tanti ulivi e pini molto antichi, che rimangono ancora qua e là quali testimoni di un golfo soprattutto verde.
Il Wwf campano ha recentemente spedito un alettera al comune di Vibonati, raccomandando la tutela e la valorizzazione di questa sughera bicentenaria.

Ma torniamo al parco delle sughere. Perché non si può più fare?
Mettendo vincoli su un area, trasformata in parco, i tanti cacciatori che la frequentano sarebbero, a loro dire, danneggiati ulteriormente. Privati infatti di esercitare “l’arte venatoria” in una vasta area dove transita fauna migratoria e dove il cinghiale trova abbondante cibo con le grosse ghiande prodotte dalle sughere.
Le amministrazioni dunque si trovano adesso in grossa difficoltà a scontentare una “lobby” potente, pronta a ricorrere se necessario anche alle vie legali.

Purtroppo anche il consigliere provinciale, responsabile ambiente, si pronuncia contro il Parco delle sughere e chiede l’annullamento della delibera regionale. Troppi vincoli e “laccioli” bloccano la crescita del Cilento, già gravato da l’esistenza del parco nazionale. “Non possiamo consentire - dichiara il consigliere - che le nostre comunità siano penalizzate con un aggiuntivo vincolo di fruizione del territorio, soprattutto per ciò che concerne l’attività venatoria.”
Tuttavia questa area protetta – occorre sottolineare - non è stata calata dall’alto della regione Campania. Furono proprio le amministrazioni locali a chiederne l’istituzione presentando tutta la documentazione necessaria.

Progetto Parco delle sughere Vibonati Ispani


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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