ANCORA LIDI BALNEARI SULLA FASCIA DUNALE PROTETTA NEL PARCO NAZIONALE
di Paolo Abbate | BlogDove erano piante di giglio in avanzata vegetazione è stato innalzato un altro lido dopo quello montato alla metà di maggio 2015 (dal 1° giugno si devono montare le strutture!), del quale ho dato notizia in un precedente articolo, per cui le piante vicine a fiorire sono irrimediabilmente distrutte.
La legge dpr 5 giugno 1995 istitutiva dell’Ente Parco così recita, art 2/a: “nell’ambito del territorio protetto sono assicurate la conservazione di specie animali e vegetali, di associazioni vegetali o forestali, eccetera”. Altresì, nel rispetto dell’art.13 della legge quadro 394/91 (Beni di proprietà dello Stato destinati a riserva naturale) il Parco gestore della riserva è chiamato a concedere o no il Nulla osta ad ogni operatore che intende sfruttare l’area.

Difatti il Parco, rispondendo al responsabile del SUAP Cilento (Lo Sportello Unico per le Attività Produttive) su l’installazione di strutture a carattere stagionale della balneazione, concede nel 2014 il Nulla osta nel “rispetto (però) delle prescrizioni” che indicano “la duna e la sua vegetazione fascia di rispetto all’interno della quale non deve essere installato nessun tipo di manufatto o servizio”.
Più chiaro di così! Eppure, sia l’anno passato che adesso sono stati montati lidi balneari proprio sulla fascia dunale fiorita, distruggendo proprio nel momento della fase vegetativa la flora psammofila tra cui il giglio di mare. Non sono servite le denunce avanzate da ambientalisti sia nel 2014 che in aprile 2015, e inoltre il dichiarato ritiro del Nulla osta del Parco per il mancato rispetto delle prescrizioni.
Chi doveva attivarsi per la sorveglianza del suddetto rispetto, considerando a maggior ragione che siamo in zona SIC e ZPS, evidentemente non si è attivato. Si è attivato però il CFS dopo la segnalazione del 29 marzo 2015 di avvenuto spianamento della duna con relativa distruzione della flora protetta: alla quale segnalazione è seguito il sequestro di 20 metri su 80 di duna fiorita. Chissà però per quanto ancora da considerarsi salva, trovandosi chiusa tra i due lidi.
Quindi sembra proprio che il parco nazionale tenda a sottovalutare la tutela della ricca biodiversità per cui è stato istituito. A tal proposito, richiamandosi all’articolo 9 della Costituzione, più di 200 (per ora) tra docenti universitari, associazioni ambientaliste, giuristi, uomini e donne di cultura, sindacati (articolo, pubblicato da Greenreport il 25 maggio), fanno appello al presidente della Repubblica, Mattarella, dichiarando che “Le aree protette italiane stanno vivendo, ormai da qualche anno, una crisi drammatica, una crisi di sopravvivenza, che ci sta ricacciando indietro nel confronto con altri Paesi e nella nostra capacità di mettere a frutto le potenzialità educative, scientifiche, ricreative ed economiche dei nostri parchi. Mentre, al contrario, essi andrebbero meglio tutelati e rilanciati nel quadro normativo del Codice per il Paesaggio”.
Proprio oggi si ha notizia di altra compromissione di area protetta del Parco. Ruspe in azione alla spiaggia della Marinella (foce del Lambro) nel comune di Centola.
Qui sono intervenuti però, avvisati in tempo – grazie a Dio – da turisti, le polizie giudiziarie del luogo che hanno fermato i lavori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA







