DIMENTICARE LA CALANCA
di Paolo Abbate | BlogLa spiaggia della Calanca (Marina di Camerota) si ritira, causa l‘erosione marina, come dovunque nel Cilento. Lunga circa 300 metri, si dovrebbe lasciare come prevede il Piano spiaggia, un 30% libero da lidi privati: cioè su un terzo di questo bellissimo arenile incorniciato da rocce chiunque potrebbe stendere il telo sotto il proprio ombrellone. Invece chi non può proprio pagare quei 15-20 euro al concessionario del lido è costretto a stare pigiato come sardine su un tratto di spiaggia, subito sotto le scale, di poco più di una trentina di metri di lunghezza. Tanto che molti sono costretti ad occupare parte del vallone che scende dalla collina.
La spiaggia si ritira (causa del solito porto): e i concessionari si allargano verso la linea rocciosa, spazzando via il cordone dunale con la sua flora tipica, tra cui il giglio di mare. A metà maggio di quest’anno ruspe sono entrate in azione anche di notte per realizzare lo scempio. Colpa del mare che si ritira mangiandosi la spiaggia, non permettendo così di realizzare i guadagni sperati. Una testata locale ha dato anche notizia dello scempio, ma nessuno si è mosso. Proprio nessuno sebbene fosse suo compito tutelare un’area protetta come la Calanca.

Il giglio sopravvissuto del cordone dunale spianato
La duna è diventata lido con i suoi ombrelloni e sdraio, alcune cavità della parete rocciosa si sono trasformate in depositi di attrezzature balneari, una larga piattaforma fissa di mattonelle davanti al bar ha soffocato i gigli: solo qualcuno, quale testimonianza della loro esistenza sul luogo, è stato salvato qua e là, ed essendo luglio ha cacciato fuori il fiore bianco e profumato. E’ nota la capacità di resilienza di questa pianta spontanea della sabbia!
Colpa della crisi che morde: si tende così a giustificate l’aggressione alla natura. Ma ci chiediamo: la crisi la devono pagare solo i più sprovveduti e il patrimonio ambientale sul quale si dovrebbe basare l’economia locale? Non ci sono dubbi, il mare continuerà ad avanzare restringendo sempre più l’arenile. L’amministrazione comunale a questo punto darà l’autorizzazione a scavare la parete rocciosa per permettere a qualcuno di allestire i soliti lidi per creare sviluppo e occupazione?

Il 30% previsto nel piano spiaggia
“Sicurezza, occupazione, sviluppo” e lavoro, infatti, è la solita mantra dei sindacati di categoria (lidi balneari). E’ comprensibile perché è il loro lavoro, ma si potrebbe altrettanto obiettare, per fare un esempio, che anche le fabbriche di Eternit hanno creato lavoro e sviluppo (e ricchezza specialmente al proprietario) in tutto il mondo per anni, ma a quale prezzo? Il cancro ai polmoni a centinaia di migliaia di persone: tremenda conseguenza che ancora persiste. Si potrebbe altresì allargare l’esempio alla produzione e smercio di droghe: quanto lavoro e sviluppo vi gira intorno! Naturalmente, per carità, è solo un esempio.

La piattaforma fissa davanti al bar e il canalone occupato per necessità
Un’altra breve riflessione. A maggio- giugno di solito le Caretta caretta depositano le uova sulla spiaggia. L’amministrazione ha giustamente gioito del nido alla Cala del Cefalo, dove il 21 giugno una tartaruga ha depositato 100 uova, e ha promesso grandi cose come si legge nelle comunicazioni. Promesse fatte davanti alla conduttrice Donatella Bianchi di Linea blu, che si è complimentata del lavoro e l’amore per l’ambiente da parte della amministrazione. Ma l’hanno portata alla Calanca allorquando il 15 giugno è venuta a Camerota per parlare di sostenibilità? Il patrimonio naturale è patrimonio di tutti e non è inesauribile. Pertanto non avrebbe certamente trovato sostenibile e compatibile quel degrado così evidente.
Il lavoro è certo necessario e importante, ma si potrebbe creare in modo compatibile e alternativo con autorizzazioni di piccoli chioschi - in una spiaggia libera per tutti - dove si possono affittare attrezzature balneari e bevande a chi le desidera. E’ forse una possibilità insostenibile?
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