ECCESSO D’ANIMALI DANNOSI O ECCESSO D’UMANITA’ ?
di Paolo Abbate | BlogCinghiali, vipere, cervi, lupi, adesso anche gli orsi – 100 esemplari in tutta Italia – sono diventati troppo pericolosi. “Lasciateceli uccidere” si titola su la Repubblica del 15 luglio.
La popolazione di orsi in Trentino da 11 esemplari nel 2002 sono divenuti 60 nel 2015, e vivono attorno alle Dolomiti del Brenta, Parco naturale. Montagne tra l’altro dove furono decimati nell’Ottocento perché pericolosi per i pastori e per gli allevatori di api. 40 fiorini per un’ orsa femmina, un premio maggiore che per il lupo.
Due secoli dopo una decina di orsi vennero importati dalla Slovenia e trovando l’habitat ideale si sono riprodotti fino a diventare 60 “pericoli per l’uomo”. Qualche arnia distrutta, qualche pecora mangiata: danni tuttavia ben risarciti dalla provincia autonoma. Poi un’ orsa - Daniza, lo ricordate? - che voleva proteggere i suoi cuccioli venne uccisa (per errore?) l’estate scorsa per aver aggredito un cercatore di funghi.
Molte furono le proteste e le mobilitazioni delle associazioni ecologiste ed animaliste, ma non servirono a niente.

Per dirla tutta, se le tartarughe marine prendessero il “vizio” di ritornare numerose dopo 30 anni sulle spiagge dove sono nate, diventeranno anche loro, da attrazione turistica come sono adesso, animali pericolosi per l’uomo. Infatti quanti nidi deposti tra i lidi in spiagge famose disturberanno gli operatori turistici, fino ad essere distrutti?
Ma ritorniamo agli orsi del Trentino. Due podisti sono finiti al pronto soccorso due mesi fa per le zampate di un’ orsa con i suoi cuccioli. Infatti , come continuano a ribadire gli esperti, l’orso attacca l’uomo solo se si sente minacciato. La stessa cosa farebbe una mamma umana se percepisse una minaccia per i suoi cuccioli. Quante ne conosco di mamme che tirano fuori le unghie e i denti in simili frangenti !
Eppure gli albergatori trentini esultarono di gioia quando furono introdotti quei 10 esemplari di plantigradi. Gli affari andavano a gonfie vele per l’arrivo di turisti curiosi di ammirare, magari da lontano, mamma orsa che gioca con i suoi cuccioli. I danni agli allevamenti furono subito dimenticati grazie ai rimborsi cospicui previsti dal progetto comunitario Life Ursus.
La scomparsa progressiva della biodiversità è già in atto, lo attestano purtroppo studi scientifici molto attendibili: e lo possiamo verificare anche noi ogni giorno che passa. Gli ecosistemi naturali vengono aggrediti e distrutti dall’uomo dovunque nel mondo, e senza il loro habitat congeniale le specie selvatiche tendono a diminuire fino ad estinguersi. Che tristezza, però, un mondo solo di uomini ed animali addomesticati per loro uso!
Pessimismo leopardiano? Pessimismo della ragione direi, perché l’homo sapiens non ha previsto un rimedio e non lo prevederà mai perché specie egoistica , come informa il genetista Cavalli Sforza. A questo punto allora è possibile solo una soluzione drastica. Una cosa simile avvenne millenni fa: e ci pensò Domineddio con il diluvio universale. L’homo sapiens, divenuto bianco per evoluzione naturale in quella terra d’Oriente, fu eliminato drasticamente, tranne Noè, la famiglia e due individui di ogni specie naturale. Ma questa lezione sembra proprio che non sia servita a niente.

Stephen Meyer afferma che “senza un’immediata riduzione del 95% della popolazione umana non possiamo cambiare l’attuale corso degli eventi, cioè la scomparsa della natura selvaggia”. Ma forse un’altra occasione si presenterà nel 2036 con l’impatto del meteorite Apophis sulla Terra. Evento di cui se ne è parlato moltissimo, poi è stato inspiegabilmente rimosso. Apophis è un corpo celeste simile a quello che cadde sul nostro pianeta circa 65 milioni di anni fa che creò la scomparsa di tutti i dinosauri, specie allora dominante. Io voglio proprio esserci, anche se centenario, a quell’impatto, per documentare da lontano quell’evento eccezionale.







