“ABITARE: VOCE DEL VERBO”
di Marisa Russo | Blog“Abitare, voce del verbo” è un titolo creativo, affascinante, in una felice sintesi del duplice significato di “verbo”!
“Abitare”, ovvero esserci, essere in un habitat naturale, essere in un sociale…….essere in un’ ideologia, in un credo, in una fede!!!
“Essere in sè”!
In tutta questa complessità di inserimenti è importante trovare la voce del Verbo, di Cristo.
Il vescovo Mons.Ciro Miniero con Don Carlo Pisani, Vicario per la Pastorale gli artefici di questo titolo che preannuncia un interessante ed ampio Convegno.
Ogni parroco invierà due rappresentanti per ogni comunità, in seguito alle riflessioni effettuate stimolate da delle "schede di lavoro" inviate dal Vescovato.
La Diocesi, facendo tesoro di tali indicazioni raccolte sul territorio, incoraggiata e confermata dallo stile del Convegno Ecclesiale Nazionale che si è tenuto a Firenze nel novembre 2015, si appresta a vivere l’annuale Convegno.
Il Convegno Pastorale Diocesano si terrà a Vallo della Lucania i prossimi 4-5-6 luglio presso la Sala della Comunità "La Provvidenza".
L’importanza che la Chiesa “esca dale sue porte” per incidere nella vita sociale è un argomento essenziale di questo pontificato.
Ricordiamo le chiare parole del nostro grande Papa Francesco ribadite al Convegno Ecclesiale Nazionale che si è tenuto a Firenze nel novembre 2015:
“Umiltà, disinteresse, beatitudine : questi i tre tratti che voglio oggi presentare alla vostra meditazione sull’umanesimo cristiano che nasce dall’umanità del Figlio di Dio. E questi tratti dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana che oggi si riunisce per camminare insieme in un esempio di sinodalità. Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal “potere”, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all’altezza della sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa a sé stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Le beatitudini, infine, sono lo specchio in cui guardarci, quello che ci permette di sapere se stiamo camminando sul sentiero giusto: è uno specchio che non mente.
Una Chiesa che presenta questi tre tratti – umiltà, disinteresse, beatitudine – è una Chiesa che sa riconoscere l’azione del Signore nel mondo, nella cultura, nella vita quotidiana della gente. L’ho detto più di una volta e lo ripeto ancora oggi a voi: «preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti”.
Oggi la Chiesa per essere presente nel sociale deve essere presente anche nei social network, ma, nella accettazione della normale diversità di sensibilità dei singoli sacerdoti, non può non osservare ed intervenire su coloro che sono ben lungi dalle tre qualità a cui il nostro Papa richiama!

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