“ERAN TRECENTO...” ( MA FORSE DI PIU' )
di Paolo Abbate | BlogCarlo Pisacane è celebrato ovunque a Sapri: scuola, strada, monumento, obelisco, lapide, ristorante pizzeria, ricordano il presunto sbarco dell’eroe risorgimentale nella città. L’omaggio più vistoso a Pisacane è senza dubbio la statua in bronzo su piedistallo posta nella Villa comunale, realizzata nel 1933 “nel cuore della grande Italia fascista”.
Oggi 22 ottobre, il comune di Vibonati ha posto però una targa sulla grossa pietra presente sulla spiaggia davanti il lido “Lo sbarco dei Trecento”, per precisare che Pisacane con i suoi non sbarcò nella baia di Sapri, perché i fondali non lo permettevano, ma a 1,5 km dal comune di Sapri, in località L’Oliveto, come i documenti d’archivio riportano. La “leggenda” quindi di Sapri “città di Pisacane” si deve solo alla poesia “La spigolatrice” di Luigi Mercantini che tutti abbiamo imparato a memoria a scuola, almeno quelli della mia generazione (le scuole primarie di Sapri la imparano ancora).

Il personaggio della spigolatrice che se ne ”andava un mattino a spigolare”, al quale è stata dedicata anche una statua in bronzo posta sullo scoglio dello Scialandro nel 1994, a Sud rispetto all’abitato di Sapri e ad un km dal porto, “aumenta la impalpabilità” della storia cantata nella poesia scritta nel 1857, in pieno Risorgimento dunque e nello stesso anno del fallimento tragico della spedizione, tuttavia ricca secondo molti studiosi (diciamo borbonici) di falsi storici.
Non mi interessano i falsi denunciati , sapendo che la storia è sempre scritta dai vincitori e quindi di parte, e perchè in fondo in fondo parteggio più per i Borbone che per i Savoia , ma ribadire la verità sullo sbarco del 1857, avvenuto nel comune di Vibonati. Ha fatto dunque cosa giusta la nuova amministrazione di Vibonati a dedicare dopo tanti anni una lapide a Pisacane sbarcato all’Oliveto. Con la lapide si vuole riconoscere, con un pizzico di orgoglio campanilistico, non solo l’importanza storica di Vibonati rispetto a Sapri che era allora parte del circondario di Vibonati , poi nel Regno di Italia parte del mandamento sempre di Vibonati , ma anche rivendicare il valore risorgimentale di Pisacane e quindi del suo sbarco in territorio vibonatese. Per essere pignoli il comune di Vibonati nel 1893 pose una lapide sulla strada statale, che allora si chiamava via Carlo Pisacane, lapide andata perduta con l’allargamento della strada stessa. Ed anche il camping alle porte di Sapri riporta, sebbene molto scolorito, questo nome.

Ma leggiamo quello che si dichiara nelle carte conservate all’Archivio di Salerno da “due indicatori e due periti nautici” nel processo a Carlo Pisacane e compagni avvenuto “l’anno 1857, giorno 9 settembre in Sapri” (Archivio di Stato di Salerno, busta 197). I quattro testi dichiarano concordemente davanti al Procuratore del re che il “luogo dove il legno approdò e rimase ancorato chiamasi Spiaggia dell’Oliveto, tenimento di Vibonati”. Inoltre si dice che il luogo dello sbarco “era una spiaggia insolita ad ogni approdo, non essendovi in quel punto case abitate”. Infine che la spiaggia dell’approdo notturno era fuori della visuale del telegrafo ad asta . Ma che il luogo dello sbarco fosse l’Oliveto è confermato anche dallo storico di fine Ottocento, Felice Venosta. “Sbarcavano i congiurati – narra Venosta- vicino al villaggio di Sapri, posto nel golfo di Policastro, innalzando il grido di libertà. Nessun eco rispondeva a quel grido: tutto era silenzio e tenebre”. Pisacane quindi si diresse verso Sapri, quando “imbattutasi nell'impiegato del telegrafo, lo fece prigioniero; esso servì da guida sino a Sapri. Quivi pernottava; e la mattina muoveva per Torraca, ove giungeva a mezzodì del giorno 29”. Quindi il gruppo si diresse nel Vallo di Diano dove li aspettavano i soldati borbonici. Parte fu uccisa a Padula, mentre il rimanente del gruppo di Pisacane fu ucciso a Sanza o arrestati e processati a Salerno.
La città di Sapri si deve dunque accontentare dell’onore di aver ospitato l’eroe risorgimentale e i suoi compagni a bivaccare per una notte con molta probabilità sulla sua ampia spiaggia di allora. E’ già estate e a Sapri fa caldo. Andiamoci piano però con Venosta, perché è considerato da molti uno scrittore di romanzi storici, a cui piace immaginare spesso i fatti. La Storia dovrebbe basarsi sulle fonti, ma quante delle così dette fonti sono veramente attendibili e veritiere? E quanto, anche fossero attendibili , non vengono manipolate, come ho sopra accennato, per finalità di parte? Non mi fido, infatti, poi tanto neppure di Polibio o di Sallustio!
Concludendo, quale luogo migliore per i trecento ( ma, si dice, erano 338 o forse di più. Nessuno però li ha mai contati) approdare silenziosamente e per di più in una spiaggia disabitata e selvaggia di Villammare? Grazie a Dio la spiaggia dell’Oliveto è ancora quasi come allora. Vi alligna una centenaria e imponente sughera che forse vide lo sbarco, e dove scorre fino a mare un limpido torrentello proveniente da una sorgiva ai piedi della collina. Sulla spiaggia è in corso di realizzazione il progetto di rinaturalizzazione e tutela della duna fiorita con giglio di mare: progetto sponsorizzato e in parte sovvenzionato dal comune di Vibonati.
Ma questa è un’altra storia.

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