UTILE, FUNZIONALE, BELLO, PER L’ARCHITETTO E PER L’ECOLOGO
di Paolo Abbate | BlogL’architetto persegue il bello e funzionale all’uomo, l’ecologo invece l’utile e funzionale alla Natura.
Ma come, in che modo riqualificare una duna? Scartato a priori il progetto Wwf che prevedeva di tutelare e rivitalizzare la duna delimitandola prima di tutto con paletti uniti da corda colorata per essere ben visibile: ovvero bocciato perché non solo esteticamente inaccettabile ma anche perché sarebbe una recinzione di area pubblica, sottoposta dunque a pagamento (parole del tecnico comunale del Demanio Marittimo). Si propone dunque una alternativa con delimitazione attraverso “sassi marini” (proposta del sindaco di Vibonati). Proposta messa subito in discussione dal wwf, essendo inutile e non duratura, in quanto la prima mareggiata o giornata con forte vento ricoprirebbe subito di sabbia i sassi.
Adesso, quale ultima soluzione arriva la proposta per la realizzazione del progetto di realizzare una delimitazione quale quella fatta per la duna di Ascea. Ovvero un intreccio di bastoni lungo il piede della duna fiorita (la duna mobile) simile ai canestri di giunco intrecciati dai contadini. Sarebbe bella, utile, funzionale per l’uomo, ma certo non per una duna embrionale mobile quale quella di Ascea, e tanto meno di Villammare.
Un ecosistema dunale infatti è ben altra cosa di un mobile, una casa, una brocca. Sistema in continua evoluzione, la duna è in un equilibrio dinamico con la spiaggia e il mare. Costituito infatti da zone precise in stretto rapporto tra loro, quali:
Ebbene se non vengono protette anche le prime due o si eliminano, come avviene in quasi tutte le spiagge, e dove è avvenuto con la così detta pulizia anche ad Ascea, bruciando ad esempio i materiali organici, portati dalle mareggiate, dove si nascondono i semi delle piante pioniere, la duna embrionale tende a scomparire, perché non rigenerata e consolidata dalla gramigna con i suoi lunghi rizomi.

Le piantine pioniere dell’anti duna stanno con la primavera nascendo al di là della recinzione di Ascea: il cakile o ravastrello, la calcotreppola sono ben visibili sulla spiaggia e non sono sicuramente protetti dalla recinzione a paletti intrecciati.
La duna di Ascea, purtroppo, come altre dune del Cilento, è stata “riqualificata”, sicuramente da architetti che hanno privilegiato il “bello” anziché l’utilità e la funzionalità appunto del sistema evolutivo dunale.

Si vuole forse riqualificare con recupero ambientale simile anche la lunga fascia dunale presente nel golfo di Policastro, relitto sopravvissuto ai guasti antropici?
Per gli ecologisti il bello della duna risiede nella sua funzionalità naturale, dalla quale non si può prescindere se si vuole mantenerla intatta. E questo è l’obiettivo proposto nel progetto del Wwf Campania per le fasce dunali di Villammare, comune di Vibonati.
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