CRESCE LA POVERTÀ ITALIANA. Trenta milioni gli italiani in gravi difficoltà economiche
Sono trenta milioni gli italiani in gravi difficoltà economiche.
Siamo, ormai, sempre più, italiani dal Futuro negato.
Siamo, ormai, sempre più, italiani dal Futuro negato.
di Giuseppe Lembo | BlogCHE TRISTEZZA!
CRESCE LA POVERTÀ ITALIANA
Un traguardo da mala Italia che ci nega al Futuro, con crescenti sofferenze di vita per la nostra società in crisi e sempre più dai diritti negati, a partire dei diritti alla persona (salute, lavoro, certezze di futuro, cultura ed altro, altro ancora) che ci spingono indietro, facendo fare dei maledetti passi indietro, a tutti gli italiani.
Questa sofferta condizione italiana ci viene rappresentata da un’inchiesta partecipata tra la gente del Corriere della Sera, che ha intelligentemente raccolto le voci della sofferenza italiana spalmata in metà del Paese.
Sono, purtroppo, 30 milioni gli italiani in difficoltà. La metà della bella Italia è in crisi!
Vive la propria vita in maniera sofferta, senza protezioni sociali, da “invisibili” soprattutto nel mondo del degrado delle periferie geografiche italiane e/o delle città metropolitane dove cresce il disagio, in bacini di povertà diffuse e tristemente abbandonate a se stesse.
Siamo ormai ad un “triste italiano” dal Futuro negato; al “triste italiano” dal Futuro, sempre più cancellato.
La grave crisi italiana, trova le sue cause scatenanti in un’Italia che, facendosi male, si è inventata percorsi dal Futuro negato, “dismettendo” e “delocalizzando”, il saggio fare dell’insieme italiano.
Il binomio maledetto della “dismissione” e della “delocalizzazione” è la causa prima della crisi italiana; è la causa prima delle povertà diffuse che, rendono “re nudi” gli italiani, cancellandone, tra l’altro, le protezioni sociali.
In questo triste dramma italiano crescono, tra l’altro, le distanze generazionali con le nuove generazioni sempre più abbandonate a se stesse.
Ai trenta milioni del grave e crescente disagio italiano c’è da aggiungere la presenza di sei milioni di stranieri che vivono in forte crisi come e più della metà degli italiani.
Siamo, ormai in una condizione italiana senza ritorno che ci nega tristemente al Futuro. Non si può fare finta di niente di fronte alla metà degli italiani che vive tragicamente in una condizione umana di crisi esistenziale.
Bisogna, con nuovo impegno italiano, agire e reagire, evitando che questa tragedia italiana del nostro presente, diventi tristemente tragedia senza ritorno di un’Italia dal Futuro negato; di un’Italia dal Futuro cancellato e con un esercito di poveri negato alla vita, dalle mancate protezioni umane e sociali.
Tanto, nella più assoluta indifferenza italiana! Viviamo in un’Italia senza rete e senza quel saggio insieme italiano che, potrebbe garantirci al Futuro e contenere i mali e le sofferenze diffuse di un Paese tristemente abbandonato a se stesso, che purtroppo, muore d’Italia nell’indifferenza italiana e soprattutto di chi responsabilmente, si dovrebbe prendere cura del Futuro italiano e prima ancora, del sofferto presente italiano, dalle protezioni sociali sempre più negate agli italiani, tristemente parte della numerosa schiera degli ultimi di un Mondo in grande trasformazione e sempre più dalle garanzie umane negate e sempre più abbandonato tristemente a se stesso.
L’Italia che vive in crisi, proiettandosi sempre più verso un Futuro di crisi, così come traspare dall’inchiesta partecipata del giornale “Il Corriere della Sera” è, tra l’altro, l’Italia rappresentata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che ha riscontrato nella vita italiana, prima di tutto, una profonda crisi quotidiana con crescenti lontananze sociali, economiche ed umane, tra l’altro, sempre più senza ritorno.
Dall’inchiesta emerge che l’Italia periferica è sempre più dilatata; tanto, ad un punto tale, da diventare una triste e coinvolgente condizione italiana, non solo con gli ultimi sempre più ultimi, ma con la diffusa captazione di nuove emergenti povertà, dai futuri negati e sempre più cancellati.
Al centro del sofferto malessere italiano c’è la presenza diffusa di scenari di “periferie” allargati e dilatati in tutte le direzioni.
La “periferia italiana” fortemente dilatata è una nuova e diffusa condizione di umanità italiana. È, purtroppo e sempre più, una condizione trasversale riscontrabile sul suolo italiano non solo territorialmente marginale, ma diffusamente anche in aree urbane, omogeneizzando sinergicamente l’insieme italiano, tristemente dismesso ed avvelenato da una diffusa “cultura dello scarto” che fa tanto male all’Italia, omogeneamente ridotta ad un Mondo di periferia umana e sociale con, tra l’altro, una diffusa dismissione delle protezioni umane e sociali ed una crescente cancellazione culturale delle identità e dei valori di provenienza, con ibridi umani, dalle lontane provenienze, gli “invisibili” di un’umanità che venendo da Noi, è tristemente abbandonata a se stessa, anche e per effetto del diffuso malessere umano e sociale italiano.
Tutta questa triste condizione di “periferia italiana” è sempre più parte di Noi; è sempre più vicina a Noi, come espressione di un diffuso e degradato malessere urbano, avvelenato da disagi, violenze ed illegalità con, tra l’altro, una miscela esplosiva di umanità miste, fatte di migranti disponibili ad essere assorbiti nelle file di un racket violento e da “cittadini delle periferie umane” silenziosamente complici indifferenti a tutto e dal Futuro italiano tristemente negato.
È qui, in questa disperata e sempre più diffusa “periferia italiana”, umanamente cancellata, in quanto cancellate sono le sue protezioni umane e sociali che, nell’indifferenza italiana, agonizzano e muoiono tanti italiani e soprattutto stranieri del Niente, inconsapevolmente vittime del falso mondo dell’avere e dell’apparire, l’unico conosciuto, non avendo avuto la saggia fortuna di una vita legata all’ESSERE ed ai valori dell’ESSERE IN DIVENIRE, da cui può unicamente dipendere, un diverso Futuro del Mondo, con un Mondo umanamente e socialmente possibile anche per gli ultimi della Terra; anche per i tanti invisibili che nascono, ma non vivono la VITA, come sacro diritto della persona umana, essendo violentemente cancellata da un mondo di disumana umanità ostinatamente protagonista del NULLA DEL NON ESSERE, identificabile nel terribile Mostro a più teste dell’avere-apparire che pretende di essere il “Dominus” di un Mondo poco umano e senz’anima, fragile e dal Futuro tristemente negato.
La platea della sofferenza umana è vasta e senza confini. Non è una sofferenza solo di questa e/o di quella parte d’Italia, ma purtroppo e sempre più, è una grave sofferenza italiana diffusa sui territori e tra gli uomini che la abitano, dove regna sovrana la “cultura dello scarto”, per effetto di lontananze umane e sociali, con crescenti cancellazioni delle garanzie d’insieme, assolutamente necessarie al Futuro italiano che, così facendo, diventa Futuro tristemente negato.
Perché tutto questo Mondo di negatività alla base di un insieme italiano che insieme non è e che cammina indifferente l’un l’altro, creando situazioni umane e sociali da “cultura dello scarto” e da triste platea della sofferenza dal Futuro negato?
Di chi le responsabilità delle tante colpe italiane per un Paese in crisi, con la metà della popolazione in grave crisi esistenziale e dal Futuro sempre più tristemente negato?
La prima grave responsabilità italiana è nei ritardi di lungo periodo che non hanno permesso al nostro Paese di fare sistema; tanto, per precise responsabilità di una confliggente burocrazia italiana, miseramente protagonista di crescenti inerzie decisionali, con un male da morire per il Futuro italiano.
Cara Italia, smettiamola di farci male! Smettiamola di fare male agli italiani, alla metà degli italiani, cittadini di un Paese che, facendo e facendosi male, si nega al Futuro!
Contro queste maledette sofferenze italiane, c’è da dire basta! Basta di continuare, nell’indifferenza dei poteri italiani, di fare male all’Italia ed agli italiani!
Occorre un programma strategico di interventi per ridare dignità umana alla vasta platea della sofferenza italiana abbandonata a se stessa e circondata da tanta, tanta indifferenza complice, sempre più responsabile dei tristi ed abbandonati bacini del disagio italiano, dove la gente vive senza dignità umana, soffre per poi morire in un vero e proprio inferno terreno, un grave disonore italiano assolutamente da cancellare al più presto, restituendo la dignità perduta alla metà del Paese, disumanamente abbandonata a se stessa.
Mentre il Mondo nelle sue diverse realtà, urbano-territoriali e delle stesse periferie cresce, allontanandosi com’è giusto che sia, dalle condizioni tristi e disumane di un disagio da vita negata, l’Italia, purtroppo, avvitata su se stessa in una disumana indifferenza, non ha fatto e non fa niente per migliorarsi restituendo la negata dignità umana che e sempre più, muore d’Italia.
Occorre, per il nuovo italiano, rigenerarsi! Occorre rigenerare l’Italia che è dualmente divisa, con i ricchi sempre più ricchi ed i poveri tragicamente sempre più poveri, creando danni da morire all’insieme italiano che ha bisogno di un fare saggiamente solidale da parte di tutti Noi; tanto, senza l’indifferenza di chi, poco umanamente ed altrettanto poco attento all’insieme italiano, ha preferito e preferisce voltarsi dall’altra parte, spinto dall’egoismo dell’indifferenza del “non sono fatti miei”.
La grave crisi esistenziale dei 30 milioni di italiani, appartiene ai fatti nostri. L’Italia o si salverà in tutto il suo insieme italiano o sarà destinata ad essere catastroficamente cancellata dal Futuro, un Futuro che è parte di Noi e che per essere dell’intero insieme italiano, deve avere il saggio e solidale sostegno di quella metà di italiani del non sono “fatti nostri” che, al momento se ne sta a guardare.
L’Italia degli esclusi e più ancora l’Italia che vuole garantirsi il Futuro, chiama a raccolta gli italiani dell’indifferenza e del rifiuto, invitandoli a fare il proprio dovere, a favore dei 30 milioni di italiani che soffrono; che vivono in crisi, abbandonati a se stessi.
Tanto è! Tanto, deve essere per il Nuovo Italiano che chiama a raccolta tutti Noi e che crede nel saggio protagonismo di tutti gli italiani per CAMBIARE L’ITALIA.
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