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Italia in cammino. Non fermarti diventa concretamente libera. Diventa concretamente simbolo di libertà

“Senza emozioni è impossibile trasformare le tenebre in luce e l’apatia in movimento” -JUNG-

📅 giovedì 8 marzo 2018 · 📰 AttualitàCilento

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foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

L’Italia del tempo in cui viviamo, facendosi un male da morire, vive in una condizione sempre più triste e disumana, dal Futuro negato. Dal Futuro cancellato.
Tanto e prima di tutto, per il clima in cui, senza una ragione, è precipitata.
Un clima dalla continua campagna elettorale con un fare politico confuso da arena violenta, in cui non ci sono momenti di incontro/confronto politico, ma una feroce guerriglia verbale degli uni contro gli altri armati; una guerriglia da nemici mortali senza confronto, ma con un fare da scontro che deve portare all’eliminazione dell’avversario considerato nemico da eliminare.

Che Italia!
Così, proprio non va! Così non si va da nessuna parte! Così non si fa altro che dismettere tristemente il passato, negandosi, senza appello al Futuro.
Siamo ad una campagna elettorale continua con in campo ragioni, sempre meno ragioni, gravemente contrapposte e gravemente dannose per il Futuro italiano, con al centro non “l’uomo italiano”, ma e soli uomini del potere, sempre più bravi a distruggere l’Italia negandola al Futuro.
Tanto per effetto di un clima avvelenato espressione di un Paese che, proprio non sa volersi bene, con un insieme italiano dal crescente mancato rispetto governanti/governati e con gli ultimi sempre più sudditi, perdendo giorno dopo giorno, la centralità di “Uomo”, l’umanità e la saggezza di “Cittadino”.
Contrariamente al passato, viviamo tempi italiani dalla politica confusa. Una volta la politica, con la P maiuscola, infondeva nella gente la saggia speranza di Futuro. Dava a tutti, la speranza di potersi affermare e di un Futuro migliore, volendolo, con ostinato impegno e con un fare sfida da saggio costruttore di Futuro, superandone tutti gli ostacoli, compresi quelli difficili da superare.
Erano i tempi del grande impegno con una centralità indiscussa dell’Uomo, attento e fiducioso ai valori dell’ESSERE in divenire e soprattutto ai saperi, oggi in massa sacrificati sull’altare di un avere-apparire, il “dominus” del Mondo che si sente padrone di tutto del Mondo, consumando ed avendo in sé il controllo dei beni materiali e di un potere, tristemente fine a se stesso.
In questi odierni scenari tristi, ammalati dalla disperazione con alla base la sovranità del NIENTE, l’UOMO è sempre più abbandonato a se stesso.
Che tristezza italiana!
Facendo e facendosi un male da morire, viviamo in una triste e sempre più diffusa forma di arroccamento.
Non sapendosi volere bene, sempre più gli uni contro gli altri, vivono nella triste condizione di arroccamento umano e sociale, soprattutto contro il mondo dei deboli; soprattutto, contro i deboli d’Italia, ma non solo, stritolati da un corto circuito da “guerra contro i poveri”, con i forti sempre più forti e sempre più arroccati su se stessi ed i deboli, senza alcuna certezza e dai diritti sempre più negati, sempre più deboli e sempre più abbandonati a se stessi, facendo un male da morire all’Italia ed agli italiani, maledettamente “negazionisti di Futuro”.
Maledettamente negazionisti di Futuro italiano, sempre più tradito dalla Politica/Potere di un tempo poco saggiamente politico, mancandone i presupposti di un’umanità illuminante che vengono dai saperi e dalla cultura che, purtroppo, è sempre più lontana da Noi.
L’Italia senz’anima, facendosi male, indifferente al suo passato, nel triste presente che viviamo, fa di tutto per cancellarsi al Futuro.
Tanto, in un continuum inarrestabile di negatività, nonostante il suo passato ricco di cultura, di saperi, di umanità, di arte e di tutto un mondo “bello da vivere”. Così facendo, l’Italia si va negando al suo Futuro possibile che, diventa sempre più Futuro negato.
Siamo un Paese dalle crescenti incertezze. Un Paese che è eternamente sospeso tra la voglia di rinnovarsi e le paure di un presente dal Futuro negato, che la fissano in croce, senza possibilità alcuna di resurrezione con il suo “Golgota” che spezza ogni sogno, in un universo con l’uomo italiano in croce, circondato da tanta, tanta disumana solitudine da una “crocefissione senza resurrezione”.
L’Italia, la nostra Bella Italia, così com’è, è sempre più fluida. È sempre più in bilico. Vive in un clima da vera e propria tragedia.
Siamo, senza alcun compiacimento da catastrofismo gratuito, ad un’Italia dai luoghi sempre meno scolpiti nella memoria di ciascuno, con in sé una confusa miscellanea di emozioni violente e contrapposte, per alcuni indelebili e per altri, la stragrande maggioranza, fatti di soli ricordi che a volte, con la disperata forza di non scomparire, si sforzano di riemergere da una sepoltura che se ne è impossessata, negandole la luce.
L’Italia, nonostante il suo profondo malessere, è fortemente mutevole. A volte, il suo profondo malessere, assume il saggio volto della speranza del Futuro possibile, ad un punto tale da dare l’impressione che viviamo in un Paese normale. In un Paese del “tutto va bene”.
Così, proprio non è!
Si tratta di una falsa normalità. Si tratta di una sola normalità di superficie e dalla sovranità sempre più dismessa e limitata.
Tanto, anche e per effetto di una condizione di diffusa debolezza dello Stato sovrano, abdicando tristemente la sua sovranità all’antistato sempre più diffuso, con una centralità organizzata dalla forte penetrazione e facendo un male da morire al Paese, presente dappertutto e con una forza e presenza assolutamente primaria e non seconda a nessuno ed a niente.
Tanto, sconfiggendo anche il terrorismo violento, in un un’Italia per lungo tempo “protagonista italiano”, sconfitto e messo da parte, per non avere forze e turbative di disturbo sul campo.
Non a torto, si è parlato e si continua a parlare di un’Italia fluida, sempre in bilico con le masse credulone e fiduciose di un fluido italiano che ha in sé percorsi di corsi e ricorsi con terapie senza guarigione e soluzioni fantastiche, ma di fatto irraggiungibili, anche se in sé, falsamente rivoluzionarie, con uomini fluidi falsamente ribelli che rifiutano concretamente il cambio italiano, in un Paese fluido del “tutto va bene”, con la gente credulona, sempre più pronta a fare indigestione dell’Italia della sovranità limitata, saltando sul carro dei vincitori, anche di fronte a pupazzi servizievoli, con politici del niente ed in partiti nel fango e/o cancellati.
Perché tanta disumana sofferenza italiana, con le gravi conseguenze di un Futuro sempre più negato? Per dare le mie risposte/verità, vorrei partire proprio dal pensiero junghiano che, con profondità e concretezza valoriale, ci ha detto a chiare lettere: “Senza emozioni è impossibile trasformare le tenebre in luce e l’apatia in movimento”.
È, purtroppo, questa la condizione triste in cui si trova a vivere l’Italia di oggi. una condizione che, mancando prima di tutto le emozioni, proprio non ci permette di trasformare le tenebre in luce e tanto meno l’apatia in movimento.
Che tristezza italiana!
Siamo al redde ratiomen! Siamo ad una resa dei conti di un’Italia che, facendosi un male da morire, è ormai alla deriva e, così facendo, si nega sempre più al Futuro.
Che fare? Agire e reagire da subito. Agire, con il recupero di quell’umanità italiana che non c’è e che ci nega alle emozioni e non ci permette di trasformare, così come necessario, per guardare al Futuro, le tenebre italiane in luce e la diffusa e disumana apatia, in movimento; in un insieme umano fatto di dinamismo e tanta, tanta voglia di vivere, trasformando la solitudine in umanità in cammino con un insieme rigenerato capace di produrre idee e dialogando, dialogando, di trasformare le idee in fatti concreti, assolutamente necessari alla nostra “dismessa” e “delocalizzata” Italia. Tanto, come necessità di vita; tanto, per non morire d’Italia.
Prima di dare, a corredo di questi miei pensieri tristi, un quadro delle gravi, concrete sofferenze italiane, ho ritenuto saggio e giusto, costruire un percorso dei mancati valori italiani del “positivo italiano” che, soprattutto nel pensiero, nei saperi, nell’arte, nella creatività diffusa e non ultimo, nella scienza, hanno reso grande l’Italia nel Mondo.
Oggi, tutto questo, purtroppo, non c’è più. Oltre al grave ed incolmabile vuoto, c’è un atteggiamento di indifferenza e di una triste rassegnazione italiana del “così è” e del “non c’è niente da fare”.
Una rassegnazione umana che fa tanto, tanto male all’Italia ed agli italiani dalla memoria corta e tristemente indifferenti al loro passato.
Purtroppo, facendo male, tanto male all’Italia ed agli italiani, siamo tristemente sprofondati nelle false certezze italiane.
Sull’Italia reale si va sempre più sovrapponendo un’Italia virtuale, con le tante verità del web, una vetrina della vanità dell’apparire, sempre più affollata da un vero e proprio esercito di “imbecilli del web”, così come definiti da Umberto Eco, Semiologo-Filosofo morto nel 2016, saggiamente attento ai comportamenti italiani individuali e di insieme, per entrare nell’anima di quello stato sociale mutevole nel tempo, con cadute e resurrezioni da corsi e ricorsi storici.
Purtroppo, oggi come non mai, il nostro Paese vive tempi tristi. Vive i tempi di quelle false certezze che fanno male non solo e tanto al presente, ma soprattutto al Futuro italiano che diventa, facendo un male da morire all’Italia che verrà, il tempo triste del Futuro negato.
Perché questo in Italia? Perché, oltre al presente corriamo il grave rischio di un Futuro negato?
Le mie attente riflessioni umane e sociali mi portano a dire che il grave male italiano è quello di un Paese debole umanamente e socialmente; di un Paese che manca di una classe dirigente degna di questo nome.
Tutto, per avere percorsi positivi, ci porta a guardare al passato; tanto, per un presente amaro, senza identità e senza quelle potenzialità di insieme che servono a costruire saggiamente il Futuro.
Questo nostro triste presente, privo di identità, ci fa capire che, così come stanno le cose italiane, siamo orfani di Futuro; siamo un Paese sempre più tristemente dal Futuro negato.
Cara Italia, così proprio non va! Non farti male, facendo un male da morire agli italiani. Non dimenticare e tanto meno cancellare dalla memoria il passato, soprattutto quel tuo passato fatto di tragedie italiane, con il Fascismo, che è sempre in agguato e può tornare sotto le spoglie più falsamente innocenti, provocando nuove tragedie italiane.
Nonostante tutto il negativo italiano, l’Italia e saggiamente gli italiani, di questo rischio costante bisogna che ne tengano conto, per evitare gravi mali di ritorno alla nostra società, purtroppo oggi ad un bivio pericoloso e sempre più senza ritorno.
Con quest’Italia dalla devastante fragilità, siamo tristemente in una condizione di Futuro negato. Occorrono attente riflessioni, per altrettanti saggi e responsabili interventi per un cambiamento sempre più necessario; tanto, al fine di evitare i gravi e crescenti rischi di un razzismo strisciante che sta cambiando, facendo tornare indietro la gente italiana, confusamente in cammino verso il NULLA ESISTENZIALE, per essersi votata al mondo delle cose dell’avere-apparire e ad un consumismo che, come non mai prima, è il primo protagonista di un’Italia diffusamente dismessa ed ammalata di Uomo non più centrale che si nega tristemente al Futuro.
A questi tristi scenari di vita italiana morale, valoriale ed immateriale, vanno ad aggiungersi gli scenari altrettanto tristi che fanno parte di un Paese ormai con il culo per Terra, non avendo più le risorse per le crescenti dismissioni e delocalizzazioni che portano con sé condizioni di povertà diffusa, con milioni di italiani che non ce la fanno più a campare e con crescente abbassamento della qualità della vita, mancando, tra l’altro, il necessario per campare. Per garantirsi nella salute e per garantire il Futuro delle nuove generazioni, sempre più indifferenti a chi ci comanda e distanti anni luce da un mondo adulto che se ne frega di quelli che verranno, negandoli, così facendo al Futuro.
L’Italia, oltre che dismessa è un ammalato grave nelle relazioni umane. Poco saggiamente, non sa capire l’insostituibile importanza delle relazioni umane in un insieme umano disumanamente sfilacciato, poco dialogante e sempre meno capace di volersi bene e di assumere atteggiamenti umanamente adeguati, con in sé la grande ricchezza delle sagge relazioni umane.
Un tragico prodotto di questa nostra Italia delle sofferenze infinite, oltre alla dismissione e delocalizzazione che stanno facendo morire la gente italiana, negandola tristemente al Futuro, è la falsa Buona Scuola con la Sanità - salute, indifferente alla prevenzione che si nega sempre più all’Uomo ammalato e ad una prevenzione capace di prevenire i mali prima della loro insorgenza, con cure farmacologiche ed ospedaliere non sempre capaci di garantire il Diritto alla salute e con questo, il Diritto alla Vita, universalmente riconosciuto all’Uomo della Terra, come nei trattati dei Diritti dell’Uomo a tutela dell’umanità.
Intanto le sofferenze italiane crescono, sia dal punto di vista materiale che immateriale.
I territori italiani, soprattutto al Sud sono ammorbati da forme di un malessere giovanile diffuso, conosciuto come baby gang.
Con il nascere del malessere umano e sociale, gli anziani, la grande anima italiana, assolutamente necessaria al Futuro, sono sempre più indifferenti all’Italia, abbandonandoli come i giovani, al loro triste destino di degrado e di abbandono.
Tanto facendo un male da morire all’insieme italiano; a quell’insieme giovani/anziani, a chiare lettere presente nelle parole preoccupate del Papa Francesco “I giovani camminano velocemente; ma sono gli anziani che conoscono il cammino”.
Che fare? Oltre a ridare all’Italia le sue tante certezze, materiali ed immateriali che, purtroppo non ha, è urgente e necessario più umanesimo. È urgente e necessario più umanesimo per dialogare, per produrre idee condivise e per trasformare, come insieme italiano, le idee in fatti concreti.
L’accelerazione di sola facciata, mancando dei necessari valori umani, culturali, sociali ed economici, proprio non ci giova; proprio non giova all’Italia, dove confusamente il virtuale va sempre più cancellando il vero della vita, con un mondo reale italiano che sta morendo, avendo cancellato il passato che, così cancellato com’è, proprio non ritorna, mentre si registra, tra l’altro, l’assenza di un utile pensiero evolutivo, assolutamente necessario ad un presente che tarda a realizzare quei sistemi complessi funzionali all’Uomo e non pericolosamente contro l’Uomo.
Ben venga, se ha al centro l’Uomo, la tecnologia digitale capace di una comunicazione utile all’accrescimento delle relazioni umane che, prima di essere virtuali, devono, come una volta, essere concretamente umane ed avere, come una volta, al centro l’Uomo e non la fredda e spenta tecnica del comunicare che ha in sé il grave rischio di far crescere l’isolamento e la solitudine umana. Tanto, facendo correre il grave rischio di ammalarci e ridurci ad “italiani comparse”, come nell’attuale politica, dove il voto del 4 marzo 2018 è un voto del “niente italiano”, avendo una rappresentanza di governanti nominati, sempre più lontani dai bisogni reali della gente.
Occorrono, per il bene dell’Italia e più in generale, per il bene del mondo, percorsi nuovi con alla base tanta, tanta umanità creativa; tanto, mettendo al centro dei processi e della vita, l’Uomo, così com’è giusto che sia, al saggio fine umano delle liberazione dai bisogni vecchi e nuovi per l’Uomo, purtroppo, soprattutto al Sud, sempre più ammalato di Uomo che, facendo male, si fa un male da morire.
Concludo questi miei pensieri italiani, fortemente centrati sull’immaterialità italiana, richiamando anche le non poche sofferenze materiali strutturali ed infrastrutturali, con gravi rischi di difficoltà per una normalità di vita sempre più negata.
Tanto, per il Lavoro che non c’è; per la salute sempre più a grave rischio, per la Scuola che si nega al Futuro; per la cultura sempre più cancellata; per la politica altrettanto cancellata; per i diritti sempre più negati e con condizioni italiane strutturali ed infrastrutturali che negano tristemente l’Italia al Futuro, facendo un male da morire al Futuro delle Nuove Generazioni.
Tanto è, se vi pare!
Svegliati Italia! Cambiare si può! Cambiare si deve, per il saggio bene di quelli che verranno.

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