UOMO E SAPERI. AL CENTRO DEL CAMBIAMENTO ITALIANO, PARTIAMO DALLA POLITICA
di Giuseppe Lembo | BlogLa rivolta italiana del 4 marzo, con un elettorato arrabbiato, convintamente protagonista di una rivoluzione silenziosa, ha detto all’Italia ed al Mondo, che in Italia niente è assolutamente come prima. Niente è come un passato di poteri e privilegi, sempre più alle spalle, dove l’umanità minore, era tristemente senz’anima e del tutto secondaria, per cui tutto era possibile fare contro, manifestando una tragica indifferenza soprattutto e prima di tutto, proprio per l’umanità minore che, da sempre, ha accettato tutto in silenzio; tanto, fino all’esplosione di una rabbia che, prima o poi, si porta via, come sta succedendo in Italia, le prepotenze dei padri-padroni di sempre.
Il cambiamento italiano è una vera e propria necessità; tanto, in un Paese come il nostro che, ancora conserva le radici di una feudalità lontana, ma che non può assolutamente durare più a lungo e che deve essere al più presto rimossa per dare al nostro Paese un Futuro saggiamente nuovo.
Un Futuro, prima di tutto, con al centro l’UOMO che, per i nuovi tempi e la nuova civiltà, sempre più globale, ha un grande bisogno di NOI; di NOI come insieme di un saggio rapporto uomo/sapere, un binomio inscindibile per un concreto cambiamento italiano, con un IO-NOI, capace di tornare all’ESSERE in divenire ed ai suoi valori assolutamente necessari, per un’umanità nuova, utile a dare il diritto all’appartenenza a tutti, evitando, così facendo che, le umanità minori vengano escluse e cancellate dai diritti umani. Tanto, confondendo strumentalmente l’”UOMO” con le “cose inanimate” alla base di un apparire che non giova al Futuro del Mondo. Che non giova assolutamente al Futuro italiano ed a ciascuno di Noi, in quanto UOMINI DELLA TERRA.
Dell’ESSERE, attento all’UOMO e non alle cose, dando così corso a quel NUOVO UMANESIMO, assolutamente necessario al Futuro italiano, con l’UOMO, purtroppo, gravemente ammalato di un Mondo dell’apparire che ci nega e nega l’Italia al sempre più necessario cambiamento italiano; alla sempre più necessaria umanità italiana.
La società italiana, come e più di altre società del mondo in cui viviamo, facendosi un male da morire, ha, tra l’altro, scoperto diffusamente la povertà; tanto, al costo di disumane sacche di emarginazione umana e sociale che fanno un male da morire all’Uomo del Mondo e all’Uomo italiano del nostro tempo, tristemente ammalato di Uomo, sempre più circondato da una profonda crisi sociale e da un sistema di potere con la politica che ne governa gli ambiti, disumana risorsa di gravi sofferenze per la gente che, nel nostro Paese, in numeri crescenti, non ce la fa più a campare.
Che muore di Italia e/o per evitare il male oscuro del non vivere, braccia e cervelli insieme, scelgono il “Fuitevenne”, come via di fuga, un disperato salvataggio, per non morire d’Italia.
La società italiana è, purtroppo, una società tristemente confusa; è una società di un non facile tempo nuovo.
Cammin facendo si atomizza, facendo e facendosi un male da morire, nell’ambito di un Mondo disumano del “mettersi in mostra” che pone l’Italia in una maledetta posizione centrale, da vero e proprio “universo dell’apparire” che non serve assolutamente al Futuro italiano e che, con il suo “mondo maledetto” fa tanto, tanto male all’Italia ed agli italiani.
Altro che crescita e sviluppo! Quello italiano è sempre più un tempo poco nuovo da “decrescita infelice”, con un suo percorso che fa male all’Uomo, purtroppo, sempre meno centrale in un cammino umano che in sé, è tristemente orfano di valori fondativi e sempre meno capaci di capire il “saggio umano” del Mondo, con al centro l’Uomo e non le sole mute e silenziose cose, assolutamente senz’anima.
In giro, per non morire d’Italia, di un’Italia a ragione rabbiosa, si chiede sempre più ad alta voce, di sanare la frattura tra potere e società. Purtroppo, in questa nostra Italia, così com’è, non è cosa facile. Tanto, perché il potere e la società italiana, in sé, sono, facendosi un male da morire, escludenti, pur avendo tutte le buone ragioni per essere un insieme includente e di umanità vicine, con l’un l’altro non stressato e capace di volersi ancora bene, proprio come una volta. Purtroppo, considerando a fondo gli scenari italiani, tanto non è.
Nel triste rapporto potere/società c’è, con una sua forte centralità, la burocrazia dominante.
Una burocrazia, protagonista di un burocratismo di vecchia maniera che fa di tutto per non cambiare niente, fingendo falsamente di cambiare tutto.
Che triste Italia! Che amara tristezza italiana!
Sono veramente tanti i brutti e cattivi predicatori, vecchi e nuovi che fingono di cambiare, facendo, credere per finta, di risolvere i problemi della gente.
In Italia, smentendo i santi predicatori che farebbero bene a starsene zitti, si fanno, facendosi un male da morire, un passo in avanti e due passi indietro; tanto, con gravi sofferenze italiane, con un Paese, purtroppo, confuso, inquinato da chiacchiere. Da tante chiacchiere; da chiacchiere senza senso e senza significato, con danni maledetti per gli italiani, sia individualmente presi che, nel loro insieme umano e sociale, in grave, gravissima sofferenza umana, in quanto, tristemente ammalato di Uomo, non più centrale alla vita di un insieme italiano che è poco società e vive di silenziosa indifferenza mista ad un fare ostile senza una ragione, con gli uni contro gli altri armati e che, vivendo male insieme, proprio non sanno volersi bene e saggiamente rispettarsi come uomini della Terra.
L’Italia del tempo in cui viviamo, è assolutamente altro. È un Paese dall’umanità disumana che non sa volersi bene.
L’Italia è, sempre più tristemente indifferente al suo insieme umano e sociale.
Un’occasione di assoluta certezza di tale triste mondo italiano è nel comportamento italiano del voto del 4 marzo. Un’occasione i cui risultati devono fare riflettere e non poco l’Itali e chi confusamente la governa.
Nelle urne italiane sono mancate mancati undici milioni e mezzo di voti; un quarto del totale degli italiani chiamati alle urne per eleggere liberamente e democraticamente i loro rappresentanti al Parlamento.
Tanto, al fine del bene comune, il frutto di un insieme italiano che può, anzi deve, unire nelle diversità, per un Progetto Italia di tutti e per tutti. Per un Progetto di Futuro italiano con al primo posto il bene italiano, un bene sovrano che è di tutti ed a cui, agendo con la dovuta saggezza, nessuno può e deve sottrarsi, in quanto trattasi di un bene sovrano italiano, ossia del bene di tutti e per tutti, al di sopra di scontri di una posizione politica, con maggioranza ed opposizione, gli uni contro gli altri armati.
Per questo saggio fine italiano, tanto non deve assolutamente esistere. Tanto, non può esistere!
È una condizione di saggia identità italiana per la quale occorre il rispetto e l’impegno di tutti, nelle diverse rappresentanze istituzionali e politiche, compreso quel quarto di elettori (undici milioni e mezzo) che hanno disertato le urne italiane, per manifestare la propria rabbia e mandare così i loro segnali di protesta a chi si rifiuta di garantire nei diritti universali ed alla persona, l’insieme italiano, sempre più tristemente dimenticato, con grave danno per tutti e soprattutto, con un danno mortale, per il Futuro italiano.
Maurizio FERRERA, in un editoriale di prima pagina del CORRIERE DELLA SERA di venerdì 6 aprile 2018, pur parlando di una percentuale non insolita nelle democrazie contemporanee, la definisce un fenomeno in sé importante.
L’Italia, così com’è, proprio non va! Deve assolutamente cambiare e da subito! Deve cambiare, recuperando prima di tutto, la centralità dell’Uomo, nella saggia dimensione dell’ESSERE IN DIVENIRE, con alla base il protagonismo dell’IO/NOI, per un Nuovo Mondo.
Per un Mondo di insieme, capace di volersi bene e di ritrovarsi unito nei valori universali della CULTURA, della CONOSCENZA, dei SAPERI, della COMUNICAZIONE e dell’INNOVAZIONE UMANA e TECNOLOGICA, con al centro l’Uomo e non le cose senz’anima.
Occorre cambiare, per una Nuova Italia! Occorre il cambiamento per un Nuovo Italiano, partendo dalla Politica! Tanto, per una Nuova Società Italiana che va cambiata radicalmente, per evitarne il crescente e sempre più diffuso “Mondo italiano di smarriti” che vivono con rabbia la loro situazione di svantaggio, con problemi che ne angustiano quotidianamente la loro vita, per una condizione di crescente indifferenza ECONOMICA e SOCIALE, con la dimensione di un MONDO DALLE VITE DISUMANAMENTE NEGATE.
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