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NOI E LA STORIA, CAMBIARE PER NON MORIRE

📅 mercoledì 28 settembre 2011 · 📰 AttualitàCilento

meridione negli anni 1000
Credits Foto OpEd

foto autoredi Giuseppe Lembo | Blog

Il primo grande ed urgente obiettivo del Sud d’Italia e più in generale del Sud del mondo, è quello di cambiare; di cambiare al più presto, per non morire.

È assolutamente inutile piangersi addosso ed attribuire agli altri le colpe del grave disagio umano e sociale che il tempo non ha cancellato.


Purtroppo, si è aggravato ed è oggi, ad un punto senza ritorno.
Se non si recupera il proprio attivo protagonismo del fare, non si potrà mai cambiare.

Per tutto questo, occorre conoscersi ed assumere, come si conviene, un atteggiamento virtuoso, ispirato ad un’etica condivisa che sappia venire incontro a comportamenti saggi e nell’assoluto rispetto degli altri.

Al Sud dell’Italia ed al Sud del mondo non giova, proprio non giova “inquisire” il passato in processi fini a se stessi che non elimineranno mai le gravi situazioni di disagio e di malessere in cui si è costretti a vivere.

Il passato è parte di noi, per cui non va dimenticato, né cristallizzato per la sua vergine intoccabilità.
Ma bisogna saper capire, guardando al passato, come vivere il presente e come costruire insieme il futuro, un futuro necessariamente da nuovo corso, per non morire.
Rivedere il passato è un compito degli storici.

Anche la Storia d’Italia e la sua difficile unità che ha ormai 150 anni, è un problema unicamente legato alla Storia e non può inficiare il corso della storia dei nostri giorni; è assolutamente necessario il principio della storia condivisa, in cui ciascuno deve saper accogliere le ragioni degli altri ed in cui deve necessariamente esserci spazio per le diverse identità.
È questo il principio fondante delle diverse realtà umane; facendo proprio il principio dell’ascolto degli altri e del rispetto delle diverse identità, a pieno titolo, si può essere protagonisti di un futuro possibile, ispirato alla diversità.
Per l’Italia non serve una dimensione selvaggia e tanto meno lo scontro, sui fondamenti della storia nazionale e sulla questione meridionale.

Serve, piuttosto, andare alla radice dei problemi e trovarne oggi la soluzione che non è certamente quella dei secessionisti e/o dei meridionali nostalgici dei borboni.
Occorre un Sud protagonista, con una rinnovata volontà politica non legata a vecchie connotazioni particolaristiche di scarsa capacità propulsiva; non occorrono malfondate rivendicazioni storiche contro il Risorgimento e l’Unità.

Occorre un nuovo Sud capace di pensare in modo culturalmente nuovo e rinnovato.
La storia è maestra di vita; se messi a frutto i suoi suggerimenti, tante cose possono cambiare e da negative, diventare positive.

Il Sud deve diventare virtuoso e virtuosamente cambiare per cambiare se stesso e l’Italia, la cui attuale, debole italianità è un danno per tutti, soprattutto oggi che si respira aria da mondo globale, da società mondo, forte delle identità e delle appartenenze di ogni singola sua parte.
Il tutto ci porta a capire l’importanza degli insegnamenti della storia; ci servono per cambiare; ci servono per non morire.
Giuseppe Lembo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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