Risorsa mare troppo sfruttata - I racconti degli anziani pescatori | Foto anni '50
di Paolo Abbate | BlogSecondo il WWF ci sono ancora troppi pescatori rispetto a quanto tonno rosso e pesci spada sono legalmente a disposizione. Il WWF, al riguardo, invita l’ICCAT (Commissione internazionale conservazione pesci dell’Atlantico e Mediterraneo) ad adottare un piano di gestione della pesca di queste specie basato su dati scientifici, che opti per ridurre la flotta e per impegnarsi a fondo a fianco della Comunità Europea per stroncare ad esempio la ventennale pesca illegale del pesce spada con le reti derivanti in Italia.
La pesca del pesce spada del Mediterraneo ha subito infatti una rapida espansione alla fine del 1980 con l’impiego di grosse navi e tecnologie sofisticate. Si è verificato quindi un conseguente forte calo della biomassa degli stock. La pesca attuale insiste pertanto sui giovanili, i pesci spada sessualmente immaturi, che non si sono ancora riprodotti.
Così, la crescente mancanza di riproduttori in mare non solo mina la produttività della pesca (nel periodo 2008-2010, il WWF stima una cattura annua tra le 31.500 e le 34.000 tonnellate, valori notevolmente superiori alla cattura totale ammissibile), ma mette a rischio anche la sopravvivenza della specie.

Tuttavia si continua a pescare i grossi pesci oltre il consentito, ad esempio con una flotta tonniera, formata da grandi navi, che risulta concentrata tra Salerno e Cetara, riporta Il Mattino del 12 novembre. Il pescato viene mantenuto vivo in gabbie, nutrendolo con cibo pescato via via, in modo da restare in mare dai tre ai quattro mesi.
Si continua tuttavia a pescare illecitamente i pesci spada ancora immaturi e, come racconta la gente, lo smercio avviene probabilmente vendendoli in giro con furgoncini o alle pescherie.
I racconti degli ex pescatori sapresi
Nel golfo di Policastro (ma in vero in tutto il Cilento costiero) molte famiglie vivevano di pesca fino a gli anni ’80. Adesso gli anziani pescatori puntano il dito contro i “dilettanti” (gentile termine per bracconieri del mare) che se ne vanno in mare per diletto appunto, prendendo pesci spada ancora piccoli, distruggendo quindi la possibilità della specie di riprodursi. Ma, detto inter nos,

Ai miei tempi – racconta Vito di 76 anni ben portati – il pesce era abbondante. Una mattina tirando in barca la rete si fece una pesca miracolosa ( finita male in verità), ma la rete era così piena che la barca rischiava di capovolgersi. Gridavo aiuto, finchè un sub si calò in mare e squarciò la rete sotto da dove uscirono tutti i pesci tramortiti. Si formò una chiazza di tonni e pesci spada che galleggiavano sull’acqua, grande come la piazza del paese.
L’impossibilità di riprodursi è la causa principale dell’impoverimento delle risorse del mare secondo Michelangelo, ex pescatore. Ai miei tempi si usciva al largo anche di 100 miglia dalla costa, rimanendo anche tre notti in mare, attenti però ai grandi mercantili che passavano con il pilota automatico. Tanti ne abbiamo scansati in tempo!
Si buttava le coffe con sgombri di mezzo chilo all’amo – dice ancora Michelangelo - e si pescava solo pesci grandi. C’era rispetto per la natura e i piccoli si rigettavano in mare. Ce n’era tanto di pesce 60 o 70 anni fa, tanto da prenderne con il fucile sotto costa e con le lampare. Se ne contavano nel golfo anche venti o trenta la notte.

Quanto pesce azzurro ho mangiato nella mia vita, e quindi non dovrei avere il colesterolo – lamenta il nostro pescatore – e invece me lo ritrovo a 77 anni.
Adesso i grandi pesci sono rari – racconta Michelangiolo - anche perché il fermo biologico è solo per settembre. A Maggio e Giugno dovrebbe invece essere e le contravvenzioni e i sequestri farli veramente da parte della Guardia costiera, che invece per mancanza di mezzi non esce a bloccare al largo i dilettanti.
In verità sono in corso i controlli per contrastare gli illeciti, contrari alle leggi nazionali e comunitarie che tutelano il novellame. In questi giorni, infatti, sono stati sequestrati dalla Guardia costiera di Palinuro cinque palangari per un totale di oltre 1000 ami e liberati 35 esemplari di pesce spada.
Paolo Abbate
Foto anni ’50 donate da Michelangelo
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